Atom Egoyan: non dimenticate il genocidio armeno (La Stampa 23.11.24)

Il cinema serve a risvegliare le coscienze, lo dico anche a nome del popolo armeno, vittima di un genocidio razziale trascurato dai media troppo occupati a coprire altri conflitti e dimenticato dal mondo. Ma il nostro trauma permane, dobbiamo ancora riprenderci». Il pluripremiato regista armeno naturalizzato canadese Atom Egoyan, ospite d’onore del Matera Film Festival insieme a sua moglie Arsinée Khanjian, ha presentato in anteprima nazionale il suo nuovo film “Seven Veils”. Trasposizione cinematografica dell’opera di Richard Strauss Salomè basata sul testo di Oscar Wilde che Egoyan aveva già portato in scena più volte, vede come protagonista assoluta l’attrice Amanda Seyfried, già diretta nel precedente Chloe.

Il trauma delle immagini

«Ho sentito l’esigenza di riattualizzare la storia, perché attuali sono i rapporti e le disfunzioni familiari che racconta. Attuale è anche la figura di donna al centro della storia, una regista alle prese con i suoi demoni e con la direzione dell’opera di quella Salomè che, secondo la versione di Wilde, sceglie da sola di compiere l’azione più brutale, decapitare la testa di Giovanni Battista e baciarla. Un gesto violento che crea uno shock al pubblico imponendo di guardare le cose con gli occhi della protagonista, vittima a sua volta di un desiderio non risolto». Riflette sul trauma delle immagini: «Da quando ho iniziato a fare film, una quarantina di anni fa, mi sono sempre occupato della memoria. Ma se nella metà degli anni Ottanta la tecnologia iniziava a entrare nelle nostre esistenze giusto per registrare i momenti clou della nostra vita, oggi possiamo riprendere qualsiasi cosa in ogni momento e la tecnologia finisce per filtrare tutte le nostre esperienze, che non viviamo più se non attraverso le immagini».

La tecnologia

Un pericolo serio per le nuove generazioni: «Non voglio fare il moralista, né demonizzare la tecnologia – anzi sono curioso di vedere su quali territori sconosciuti ci porterà l’intelligenza artificiale – ma credo sia urgente risensibilizzare e ricentrare i sentimenti. Siamo tutti costantemente traumatizzati da foto e video estremi, i nostri ragazzi a differenza nostra ci sono cresciuti in questo bombardamento continuo di immagini di violenza, ferocia e ipersessualizzazione, dobbiamo fare qualcosa soprattutto per loro». Conclude ricordando come i maestri del cinema italiano lo abbiano da sempre ispirato: «Da Pasolini a Fellini, da Antonioni a Visconti, passando per Bellocchio, che mi sembra prosegua la vostra grande tradizione cinematografica».

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