Assadakah non dimentica il genocidio armeno contro il tradimento della politica italiana (Assadakah 23.04.21)
Talal Khrais/Letizia Leonardi (Roma) – Proclamare una campagna europea di solidarietà per la causa del popolo armeno è l’iniziativa dell’Associazione Italo Araba Assadakah, nata nel 1994. Una decisione saggia e coraggiosa, non solo per non dimenticare il genocidio ma soprattutto per agire affinché l’Europa sia solidale con un popolo che ha subito una terribile ingiustizia. La nostra Associazione si è sempre schierata a difesa dei diritti dell’uomo ed è convinta che esista una complicità e un vergognoso silenzio internazionale sulla questione armena anche se ci sono stati progressi e molti Stati, nel corso degli anni, hanno ricostruito questo massacro.
Talal Khrais al Mausoleo del Genocidio a Yerevan
Il popolo armeno reclama il diritto alla memoria, alla verità storica e non si può non essere a fianco di questa rivendicazione. L’Armenia e le sue numerose comunità sparse nel mondo, conducono con orgoglio una battaglia culturale, religiosa, etnica e di civiltà contro la prepotenza e il negazionismo. La questione armena fa parte del patrimonio culturale della nostra Associazione. È dunque nostra responsabilità portare avanti questa battaglia fino a quando non verrà fatta giustizia e non ci sarà, oltre al riconoscimento internazionale su questo olocausto che ancori oggi pochi conoscono, anche il riconoscimento da parte della Turchia, Paese che ha commesso questo crimine. Una pagina nera del secolo scorso che va ricordata per costruire una coscienza collettiva a difesa dei diritti di tutte le minoranze.
Quel genocidio, il primo del XX secolo, a nostro avviso è il simbolo di tutte le persecuzioni che ci sono state negli anni a seguire. Non si può accettare che la Turchia e l’Azerbaijan neghino lo sterminio del popolo armeno a colpi di minacce e ricatti economici. Ricorderemo sempre che tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915, il Comitato Centrale del partito “Unione e Progresso”, diretto dai medici Nazim e Behaeddine Chakir, decise la soppressione totale degli armeni dell’Impero Ottomano.
Il Mausoleo del Genocidio a Yerevan
Continueremo questa nostra battaglia, insieme al popolo armeno, per non dimenticare, contro la negazione della memoria e in nome delle vittime. E se ci sono sempre più Consigli Comunali e Regionali che riconoscono all’unanimità il genocidio armeno si assiste, a livello governativo, a sempre più stretti rapporti con la Turchia e soprattutto con l’Azerbaijan. Ci sono state delegazioni di parlamentari, rappresentanti di tutte le forze politiche, che si sono recate a Baku a congratularsi con il presidente Aliyev dopo la recente guerra della fine del 2020. L’attacco azero del 27 settembre dello scorso anno, nei confronti degli armeni del Nagorno Karabakh, con l’appoggio ufficiale del sultano di Ankara, rischiava di diventare un altro genocidio, di nuovo nella totale indifferenza del mondo. Sia Erdogan che Aliyev hanno dichiarato chiaramente e ufficialmente la loro ostilità nei confronti degli armeni e l’Azerbaijan ha minacciato nuovi attacchi, non solo in quei pochi territori del Nagorno Karabakh rimasti agli armeni, ma anche parte dell’Armenia stessa. Erdogan ha addirittura affermato che vuole completare lo sterminio degli armeni iniziato dai suoi avi. Non è quindi accettabile che un Paese come l’Italia, che ha sempre avuto legami molto stretti con gli armeni, possa dimenticarsi del primo popolo cristiano del mondo, da sempre martoriato, per stringere rapporti commerciali con i loro carnefici.