ASIA/TURCHIA – “Pregate per me”. Eletto il nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli (Fides 12.12.19)
Istanbul (Agenzia Fides) – “Oggi non avete eletto un Patriarca, avete eletto il primo servo di Dio e del popolo”. E’ questo il messaggio chiave che l’Arcivescovo Sahak Masalyan, appena eletto Patriarca armeno di Costantinopoli, ha voluto rivolgere ai membri della comunità armena apostolica incontrati nella chiesa di Istanbul adiacente alla Sede del Patriarcato, dopo la sua elezione, avvenuta mercoledì 11 dicembre. Nel suo breve intervento di saluto, l’85esimo Patriarca armeno di Costantinopoli (che prenderà il nome di Sahak II) ha subito sottolineato che il Patriarcato ha bisogno di “qualcosa di nuovo”, che le sue istituzioni “vanno rinnovate”, e la sua elezione può rappresentare “il primo passo” di questo percorso di riforma. “Abbiamo davanti a noi un esempio di guida: Gesù Cristo, che ha lavato i piedi ai suoi discepoli, ha mostrato come essere un buon pastore. Oggi – ha aggiunto Masalyan – non avete eletto un Patriarca, avete eletto il primo servo di Dio e del popolo”, E poi ha chiesto ai presenti di pregare per lui, aggiungendo che l’elezione è avvenuta in pace, superando problemi e divisioni, “grazie alle preghiere di migliaia di persone”.
l’Arcivescovo Sahak Masalyan, già Presidente del Consiglio religioso del Patriarcato di Costantinopoli, era stato indicato da tempo come un candidato forte, in grado di prevalere nell’elezione patriarcale. Era stato lui a gestire l’incarico di coordinatore dell’intero processo elettorale, con il titolo di “Degabah” (fiduciario). Nelle ultime battute del processo elettorale, l’elezione si era di fatto ridotta alla contesa tra il candidato eletto Patriarca e l’Arcivescovo Aram Ateşyan, che per lungo tempo aveva di fatto guidato il Patriarcato in qualità di “locum tenens”, durante gli anni di malattia invalidante del precedente Patriarca Mesrob II Mutafyan.
Il processo elettorale per la scelta del nuovo Patriarca è stato sofferto e segnato da controversie destinate a avere strascichi anche in futuro, provocate almeno in parte dall’intreccio tra personalismi ecclesiastici e interferenze degli apparati secolari locali. Già nel febbraio 2018 (vedi Fides 4/4/2018) l’ufficio del governatore di Istanbul aveva azzerato il processo elettorale già avviato per cercare il successore del Patriarca Mesrob, colpito già dieci anni prima da malattia neurodegenerativa invalidante. A quel tempo, le autorità turche avevano bloccato l’iter elettorale facendo appello alla circostanza che il Patriarca Mesrob era ancora vivo, seppur ridotto in stato vegetativo, e le disposizioni giuridiche turche prevedono che si possa eleggere e insediare un nuovo Patriarca armeno solo quando la carica rimane vacante con la morte del predecessore.
Più di recente (vedi Fides 30/9/2019), a provocare sconcerto e polemiche è stato il decreto del Ministero dell’interno turco che ha ristretto la rosa dei candidati ai soli arcivescovi residenti in Turchia, escludendo l’eventuale candidatura di arcivescovi del Patriarcato residenti all’estero. L’organo di Stampa Agos, pubblicato a Istanbul in armeno e in turco, dedica all’elezione del Patriarca un editoriale non privo di passaggi polemici, poche ore prima dell’elezione del nuovo Patriarca aveva rilevato che i due Arcivescovi Maaalyan e Ateşyan avevano proseguito “le loro rispettive campagne” senza tener conto di preoccupazioni e malesseri espressi dalla comunità locale per l’esclusione dei candidati residenti fuori dalla Turchia. Un modus operandi che a giudizio di Agos potrà avere nel tempo riflessi negativi sulla condizione e sul cammino del Patriarcato armeno apostolico di Costantinopoli. (GV) (Agenzia Fides 12/12/2019)