ASIA/TURCHIA – Ayasofya, il Partito di Erdogan risponde alle critiche: coi nostri governi è aumentata la libertà religiosa (Agenzia Fides 15.07.20)
Ankara (Agenzia Fides) – Si intitola “Le nostre rivoluzioni silenziose nel campo della libertà religiosa” il dossier confezionato in tempo record dal Partito del Presidente turco Recep Tayyip Erdogan come risposta alla pioggia di reazioni negative suscitate in tutto il mondo dalla decisione di riaprire al culto islamico l’antica basilica bizantina di Hagia Sophia, trasformata nel 1934 in museo per volere del “Padre” della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk, dopo essere stata utilizzata come moschea per quasi cinque secoli.
Il memorandum è stato raccolto e pubblicato dal dipartimento diritti umani del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (in turco: Adalet ve Kalkınma Partisi – AKP), la formazione politica islamista conservatrice fondata da Erdogan nel 2001. Il dossier raccoglie ed espone tutti i miglioramenti che, secondo l’AKP, si sono registrati in Turchia nella condizione reale delle comunità di fede non musulmane durante gli ultimi 18 anni, cioè da quando il Partito di Erdogan è giunto al potere. Tra le altre cose il dossier, rilanciato dalla stampa turca, fa riferimento al sostegno offerto dalle politiche governative a scuole e istituzioni educative che fanno capo alle minoranze cristiane e alla comunità ebraica, i cui studenti sono stati esentati dall’esame di religione islamica richiesto per essere ammessi ai corsi di studio superiori.
Il rapporto riferisce che gran parte degli immobili e dei terreni che un tempo appartenevano a istituzioni ecclesiastiche o di altre comunità religiose, confiscate dallo Stato turco dopo la fine dell’Impero ottomano, sono state restituite in gran parte alle fondazioni che fanno capo alle comunità religiose minoritarie, e la comunità armena ha ottenuto rimborsi per 400 proprietà immobiliari rimaste a disposizione dello Stato. Inoltre – sottolineano gli estensori del dossier – nel corso degli ultimi tre lustri diverse chiese sono state restaurate e aperte al culto in Turchia, e la gestione di chiese e altri luoghi di culto è stata affidata direttamente alle fondazioni che fanno capo alle diverse comunità religiose minoritarie.
All’inizio del 2020, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 3/1/2020), in alcune dichiarazioni rilanciate dalla stampa turca Sahak II Masalyan, il neo-eletto Patriarca armeno apostolico di Costantinopoli, aveva affermato che “Tutte le minoranze presenti in Turchia condividono questo medesimo avviso: sotto il potere del Partito AKP, stiamo vivendo il periodo più pacifico e felice dai tempi della fondazione della Repubblica turca”. Il Patriarca armeno, nella sua esaltazione dell’attuale condizione delle minoranze nella Turchia guidata da Recep Tayyip Erdogan, aveva citato in particolare i cambiamenti apportati nel 2008 nella legge sulle Fondazioni. Sahak II, eletto Patriarca l’11 dicembre 2019, aveva anche aggiunto che “il problema delle minoranze è sempre stato usato come argomento dalle potenze straniere per interferire già negli affari dell’Impero ottomano”, e che al momento c’è da ritenersi soddisfatti “per il sostegno che riceviamo dallo Stato; raggiungiamo facilmente il nostro Presidente. I ministri spesso ci visitano e il Prefetto di Istanbul ci riserva sempre la sua benevola attenzione”. (GV) (Agenzia Fides 15/7/2020)