Armenia, violenza silenziosa sugli anziani (Osservatorio Balcani e Caucaso 10.06.24)

La violenza contro le persone anziane è un problema reale e poco studiato a livello globale, ma sentito anche in paesi come l’Armenia e il Caucaso in generale. Anche perché gli anziani tendono a vivere isolati, e faticano a trovare aiuto

10/06/2024 –  Armine Avetisyan Yerevan

“Un giorno mi ucciderà”

Anahit, 73 anni, vive a Gyumri, la seconda città dell’Armenia. Il suo unico riferimento è il figlio di 50 anni, che vive nella porta accanto. Va a trovare sua madre più volte alla settimana, se necessario, fa la spesa, l’aiuta nelle faccende quotidiane. Negli ultimi mesi, tuttavia, la vita della donna è diventata un inferno dopo che il figlio, un tempo premuroso, ha iniziato a bere.

“Mio figlio è un uomo molto buono, non ho mai avuto problemi, ma il bere lo sta distruggendo. A volte diventa incontrollabile”, racconta. Suo figlio la picchia ormai da sei mesi, la costringe a dargli i suoi risparmi per comprare alcolici.

“I vicini pensano che io sia una donna felice a cui il figlio porta cibo fresco. In realtà, nelle borse della spesa c’è soprattutto vodka comprata con i miei risparmi. Avevo messo da parte un po’ di soldi per non essere di peso a nessuno nella mia vecchiaia, e ora lui prende i miei soldi e mi picchia. Mi ha colpito così forte che sono caduta. In realtà non è che non voglia dargli soldi, ma non voglio che beva così tanto”, dice la donna, aggiungendo che non ha nessuno con cui parlare.

“Non so, forse dovrei rivolgermi alla polizia, altrimenti un giorno mi ucciderà per un bicchiere di vodka”, dice.

Statistiche

Solo un caso su 24 di violenza contro gli anziani è registrato ufficialmente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza contro gli anziani è un problema di salute pubblica importante, ma poco studiato. I dati più recenti si basano sui risultati di 52 studi condotti in 28 paesi nel 2017.

Secondo l’OMS, il 15,7% della popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni è sottoposta a qualche tipo di violenza. Tassi estremamente elevati si registrano nei contesti chiusi. Il 64,2% dei dipendenti di ospedali, case di cura e altre strutture di assistenza a lungo termine ha ammesso di aver assistito a violenze contro una persona anziana e il 50% ha ammesso di aver usato violenza in passato. La forma più comune di violenza contro gli anziani è quella psicologica (11,6%), seguita da quella finanziaria (6,8%), abbandono (4,2%), violenza fisica (2,6%) e sessuale (0,9%).

La violenza contro gli anziani è aumentata in modo significativo a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19, e si prevede che aumenterà nei prossimi decenni, poiché la popolazione anziana mondiale supererà i 2 miliardi entro il 2050  . Secondo gli esperti, nella maggior parte dei casi la persona anziana subisce abusi dal coniuge o dai figli, ma si vergogna di parlarne, soprattutto nei Paesi caucasici dove l’opinione degli altri resta una preoccupazione. Gli anziani sono anche facili bersagli per personalità instabili e complessate.

“I giovani e i bambini sono più protetti dalla violenza perché conducono una vita più attiva, escono di casa, visitano luoghi diversi e possono parlare dei loro problemi. Gli anziani, invece, non escono di casa per giorni e restano in silenzio”, osserva l’attivista per i diritti umani Zaruhi Hovhannisyan, che conferma l’aumento dei casi dopo la pandemia.

“Negli ultimi anni anche le donne anziane hanno iniziato a rivolgersi ai centri di accoglienza e sono sicura che anche il numero di uomini anziani vittime di abusi è aumentato. Tuttavia non ci sono statistiche, perché la gente non ne parla”, dice.

Estreme conseguenze

Il 20 aprile a Yerevan è avvenuto un brutale e terrificante omicidio-suicidio. La polizia ha trovato il corpo di una casalinga di 63 anni con il collo tagliato. È stata uccisa dal figlio di 34 anni, che si è suicidato subito dopo.

“In media, ogni anno vengono registrati dieci omicidi di questo tipo. Se la vittima della violenza avesse parlato in tempo del problema, la tragedia avrebbe potuto essere evitata”, sostiene Zaruhi Hovhannisyan.

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