Armenia, una tragedia da non dimenticare. Partecipato incontro con la Prof. Chesi (nextstopreggio.it 21.01.20)

Notevole interesse hanno suscitato i due incontri sul tema “Armenia: una tragedia dimenticata tra storia e letteratura” promossi dall’UCIIM in collaborazione con ANTEAS O.d.V di Reggio Emilia presso l’Istituto cittadino San Vincenzo de’ Paoli nei pomeriggio del 13 e 20 gennaio.
Relatrice è stata la professoressa Maria Chesi, laureata in lettere classiche con tesi in archeologia cristiana e già insegnante di italiano e latino presso il liceo classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia; è stata presidente diocesana di Azione Cattolica ed è ideatrice dei progetti famiglia dell’AC.

Peculiarità degli incontri è stata quella di ripercorrere la tragica vicenda del primo genocidio del sec. XX – di cui il 24 aprile 2015 ricorreva il centenario – attraverso la lettura delle drammatiche testimonianza contenute nelle pagine di romanzi quali La masseria delle allodoleLe rose di Ester. Le opere di Antonia Arslan raccontano con grande realismo ed efficacia – anche nella estrema crudità della descrizione delle violenze perpetuate dai Turchi dell’Impero Ottomano contro gli Armeni, popolo profondamente cristiano e anche per questo inviso – quello che nei libri di storia ancora non si legge e che qualcuno tenta di sminuire.

Il 12 aprile 2015 nel suo messaggio al popolo armeno Papa Francesco affermava: “Un secolo è trascorso da quell’orribile massacro che fu un vero martirio del vostro popolo, nel quale molti innocenti morirono da confessori e martiri per il nome di Cristo”. E aggiungeva: “Non vi è famiglia armena ancora oggi, che non abbia perduto in quell’evento qualcuno dei suoi cari: davvero fu quello il Metz Yeghern, il “Grande Male”, come avete chiamato quella tragedia”.

Parole che avevano scatenato le ire di Erdogan e del governo della Turchia, colpito nel vivo, che non ha mai voluto sentir definire quelle stragi – centinaia di migliaia furono le vittime, uomini e donne di ogni età – “un genocidio”.

La pagine dei romanzi proposte dalla professoressa Maria Chesi ai corsisti hanno squarciato un pesante velo sulle deportazioni verso il nulla, sulle brutali e inenarrabili violenze compiute dai Turchi contro le bambine e le donne, sul massacro scientifico degli uomini, sulle barbarie nei confronti dei neonati infilzati sulle baionette, sulla morte per fame.

La narrazione di chi ha raccolto le drammatiche testimonianze di familiari e amici – che hanno vissuto quelle spaventose vicende – certamente risulta assai convincente, coinvolgente ed efficace e porta a riflettere come il desiderio di potere, di supremazia portino a dimenticare e a calpestare la persona umana e i valori che essa rappresenta.

Un genocidio che ha preceduto di neppure trent’anni la Shoa degli Ebrei, a cui seguirono gli stermini, le deportazioni, i massacri nella Russia di Stalin, in Cina, Corea, Rwanda ed ora in vari Paesi africani colpiti dalla jhiad.

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