Armenia, un altro passo verso la NATO (Casadelsole 21.03.24)
di Gionata Chatillard
L’offensiva lampo dello scorso settembre, grazie alla quale l’Azerbaigian ha recuperato il controllo del Nagorno-Karabakh spingendo oltre 100.000 persone ad abbandonare le proprie case per rifugiarsi in Armenia, non è bastata a mettere un punto finale all’annoso conflitto fra questi due paesi. Per arrivare alla firma di un accordo di pace duraturo, Baku esige infatti a Erevan la restituzione di altri quattro villaggi. Una richiesta presa molto sul serio dal Governo armeno, che si è detto disposto ad accontentare le pretese territoriali azere per evitare di indispettire ulteriormente il paese vicino, attualmente in netta posizione di forza a livello militare. Secondo il primo ministro Nikol Pashinyan, se i villaggi non dovessero essere restituiti nelle prossime ore, Baku potrebbe scatenare una nuova offensiva prima della fine di questa settimana.
Il Governo armeno, in sostanza, dice quindi di non avere scelta sul da farsi: o cede i territori, o verrà di nuovo attaccato dal potente esercito azero, fortemente sostenuto dalla Turchia. Ma la responsabilità di quanto sta succedendo, per Erevan, è anche di Mosca, storico alleato dell’Armenia accusato più volte dalle autorità di questo paese di non aver saputo o voluto difenderlo dall’offensiva lanciata da Baku la scorsa estate.
Per il Cremlino, ovviamente, le cose stanno in modo diverso, e quello che sta succedendo risponde semplicemente a manovre occidentali volte a destabilizzare il Caucaso per portare un’ennesima guerra alle porte della Russia. Ipotesi, questa, che sembrerebbe confermata dalla presenza, ieri, a Erevan, di Jens Stoltenberg. Il segretario generale della NATO, alla sua prima visita ufficiale nell’ex repubblica sovietica, non ha perso l’occasione di ringraziare personalmente il Governo armeno per la solidarietà mostrata nei confronti dell’Ucraina. Una solidarietà che sta portando Erevan sempre più nell’orbita occidentale. Prova ne sia la decisione appena annunciata dal Governo Pashinyan di non accettare più il sistema di pagamento russo MIR a partire dalla fine di questo mese.
La scelta di campo, insomma, sembra ormai già essere stata presa, nonostante il precedente ucraino non inviti a pensare a esiti particolarmente felici per il futuro dell’Armenia. Per questa ragione, Mosca ha ripetutamente avvisato Erevan che l’espansionismo della NATO non è in genere foriero di stabilità. Anzi, se l’Armenia si vede adesso costretta a cedere territori all’Azerbaigian, è secondo la Russia proprio a causa dei legami sempre più profondi che uniscono il Governo di Pashinyan all’Occidente.