Armenia: le ragazze delle stelle (Osservatorio Balcani e Caucaso 08.03.19)
Hasmik Andreasyan, 26 anni, si sente a casa quando guarda le stelle. Hasmik è figlia di un astronomo ed è cresciuta a pochi metri dal telescopio più grande dell’Armenia, presso l’osservatorio astrofisico di Byurakan. Oggi segue i passi del padre assieme ad altre otto giovani astronome che lavorano all’osservatorio.
L’astronomia armena, e in particolare l’Osservatorio di Byurakan, hanno una ricca storia. Grandi scoperte, in particolare nel campo dell’astrofisica, son da ascrivere a scienziati armeni. Una delle leggende della moderna astronomia, Victor Ambartsumyan, era armeno ed è stato lui a fondare l’osservatorio.
Ma l’astronomia ha faticato a trovare i suoi spazi dalla fine dell’Unione sovietica. Hanno pesato sia la mancanza dei fondi necessari e le riforme del settore scolastico.
Attualmente sono 43 i ricercatori che lavorano all’osservatorio che si estende su una superficie di 53 ettari. Tra loro vi sono 9 giovani donne.
Hasmik e Anahit Samsonyan, entrambe trentenni, rappresentano la nuova generazione degli astronomi in Armenia. Le due giovani scienziate viaggiano su un piccolo autobus dalla capitale Yerevan all’osservatorio, impiegando 40 minuti, quasi ogni giorno per condurre esperimenti ed osservare il cosmo.
Hasmik è specializzata in giovani stelle. Anahit studia l’astronomia dell’infrarosso. Hasmik è cresciuta studiando le stelle mentre Anahit ha iniziato ad interessarsene solo durante i suoi studi universitari, quando le capitò in gita di visitare l’osservatorio.
Entrambe sono scienziate molto legate al loro lavoro ed a volte stanno sveglie tutta la notte ad aspettare che le nuvole si diradino e di poter lavorare. “La nostra professione sembra molto romantica ma in realtà non lo è. La maggior parte del tempo la passiamo davanti al computer a fare calcoli ed esperimenti. Ma la nostra routine quotidiana è molto diversa dai giorni in cui facciamo osservazioni”, sottolinea Hasmik.
“Il nostro orario di lavoro non si limita alle canoniche otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana… A volte nei giorni di osservazioni, se ci sono nuvole, sto sveglia tutta la notte”.
Durante i giorni di osservazione gli scienziati possono risiedere a Byurakan. Vi sono ancora dormitori in stile sovietico. “Mio padre è u astronomo e io sono di fatto cresciuta a Byurakan. Mio padre aveva un posto dove dormire qui, io andavo a scuola nel villaggio. In questo ambiente non potevo che non amare l’astronomia”, racconta Hasmik.
Il villaggio, Armenia occidentale, può non essere famoso come Londra o Parigi ma, nel mondo dell’astronomia, è ben conosciuto.
Molte sono state le scoperte rilevanti fatte nell’osservatorio, fondato nel 1946. I contributi nel campo includono del lavoro apripista relativamente alle associazioni stellari, a fenomeni correlati ai nuclei delle galassie e alla teoria della materia super-densa.
Attualmente, sottolinea Anahit, gli scienziati armeni hanno accesso a tutti gli ultimi sviluppi e non vi sono limiti su cosa possono raggiungere. “L’astronomia non ha confini. Non mi sento separata dalla comunità scientifica globale. La mia carriera dipende da me e dalle mie ambizioni e non vi sono limiti. Nell’era di internet abbiamo molte possibilità di venire informati di ogni nuova scoperta”, afferma.
Aggiunge che i giovani astronomi riescono solitamente a fare da tre a quattro viaggi di lavoro all’anno per prendere parte a diverse conferenze e collaborare a lavori scientifici con colleghi stranieri. Anahit sottolinea che, grazie ai contributi dati in passato dall’Armenia all’astronomia, i giovani astronomi sentono l’enorme responsabilità di continuare il lavoro di Ambartsumyan.
“L’astronomia è una scienza internazionale, in qualsiasi fase della tua carriera puoi continuare la tua formazione all’estero, acquisire nuove conoscenze ed espandere i tuoi orizzonti. Ci sono molte opportunità per questo… L’Osservatorio di Byurakan era uno dei principali al mondo e in questo senso noi ci sentiamo molto responsabili assicurandoci di non restare indietro rispetto agli ultimi risultati dell’astronomia e nell’aiutare ad ispirare giovani scienziati e spingerli ad entrare nel campo”.