Armenia, l’appello di Arslan: “Azerbaigian e Turchia non si fermeranno all’Artsakh” (Il Resto del Carlino 23.02.24)
La riscoperta delle proprie origini armene, nel pieno di una vita da “italiana al cento per cento” scandita dagli impegni familiari e dall’insegnamento di Letteratura all’università di Padova; la stesura di un romanzo, ’La masseria delle allodole’ che, nel 2004, le sconvolge in positivo la vita conquistando lettori, critica e premi letterari (tra cui il Campiello Selezione) e svela all’Italia e all’Europa il “genocidio dimenticato”, ossia quello armeno; l’impegno politico e culturale per salvare ciò che resta dell’Amenia dalle mire espansionistiche “neo ottomane” di Turchia e Azerbaigian, dopo le aggressioni al Nagorno-Karabakh (Artsakh per gli armeni), con la scia di morti e devastazione di questi trent’anni. E poi ancora la battaglia – pacifica e diplomatica – contro il negazionismo turco, gli incontri nelle scuole e nelle università di mezzo mondo, i problemi di salute (sul suo risveglio dal coma ha scritto un libro, edito da Rizzoli) e soprattutto un grande, incrollabile, inesauribile amore per la vita. Tutto questo è stato l’incontro dei giorni scorsi con la scrittrice padovana Antonia Arslan, cittadina onoraria della nostra città, organizzato dal Rotary Ferrara Est guidato da Paolo Govoni. Cultura, geopolitica, emozioni, rimandi storici, storie di vita, invito alla riflessione: tutto fuori dagli schemi del politicamente corretto ma dentro i binari di una cronaca di vita vissuta con impegno diretto e con la penna. “Prima della Masseria – ha raccontato Arslan, stimolata dalle domande di Cristiano Bendin, capo della redazione di Ferrara de il Resto del Carlino – mi ero dilettata in saggi sulla narrativa popolare e d’appendice e sulla galassia delle scrittrici italiane. Poi l’incontro con l’opera del grande poeta armeno Daniel Varujan, del quale ho tradotto due raccolte, e i ricordi di mio nonno Yerwant Arslanian, hanno dato voce alla mia identità armena”. Gustosi gli aneddoti sulla stesura del romanzo che l’ha consacrata scrittrice internazionale, dal primo manoscritto pressoché ignorato dall’agente letterario al successo inaspettato e travolgente fino all’incontro con i fratelli Taviani, maestri registi, che dalla Masseria trasero il loro bellissimo e doloroso film. Non è mancato uno sguardo all’attualità. Arslan, infatti, è impegnata in prima persona nella difesa dell’identità culturale armena: “Dopo l’invasione dell’Artsakh da parte dell’esercito di Baku – ha spiegato – l’obiettivo dell’Azerbaigian, supportato dalla Turchia, è quello di invadere tutta l’Armenia, un pezzo alla volta. Dal 2020 a oggi hanno già rosicchiato molti chilometri quadrati di terra armena. Ecco perché ora bisogna pensare velocemente a come difendere questo piccolo stato cristiano: ma l’Europa dov’è? Cosa sta facendo?”. Interessanti i collegamenti tra i tre conflitti attualmente in corso: Medio Oriente, Ucraina e, appunto, Caucaso, nel pieno di un rimescolamento delle carte tra potenze globali e regionali. In apertura, dopo i saluti del presidete del club Govoni, l’omaggio dell’assessore alla Cultura Marco Gulinelli a nome della città di Ferrara.