Armenia: la calda estate politica (Osservatorio Balcani e Caucaso 30.06.20)
In Armenia è stato avviato un processo contro il principale leader dell’opposizione – e tra le persone più ricche del paese – accusato di corruzione e malversazioni
Non solo coronavirus, ma anche intensi sviluppi politico-giudiziari in Armenia. Il 15 giugno, il procuratore generale della Repubblica ha presentato una mozione al parlamento per avviare un procedimento penale contro Gagik Tsarukyan, leader della seconda forza parlamentare, il partito “Armenia Prospera”. Il giorno dopo, la maggioranza dei parlamentari ha votato a favore della richiesta del procuratore generale.
Gagik Tsarukyan, magnate e politico al quinto mandato in parlamento, è una delle persone più ricche in Armenia e forse il funzionario pubblico più ricco. I suoi affari spaziano non solo in Armenia, ma anche all’estero, nei paesi ex sovietici ed europei.
Secondo la sua dichiarazione dei redditi presentata alla Commissione elettorale centrale (CEC) prima delle elezioni parlamentari anticipate del dicembre 2018, al 19 novembre 2018 il leader di Armenia Prospera aveva un patrimonio di 678.509.000 dram (129.000.000 di euro circa). Inoltre ha dichiarato 13 auto di lusso e 13 proprietà immobiliari per un valore di oltre 8 milioni di dram: 15 unità di mobili per camera da letto (1.998.130 euro), 10 unità di mobili per soggiorno (1.711.000 euro), tende di seta (251.799 euro), 20 lampadari (1.587.300 euro), 2 orologi con catena d’oro e diamanti (1 milione di dollari), 3 anelli d’oro con diamanti (4,7 milioni di dollari) ecc.
La perquisizione
Il 14 giugno, il Servizio di sicurezza nazionale armeno ha condotto una perquisizione nella villa di Tsarukyan e poi ha rilasciato tre dichiarazioni sull’avvio di tre distinti procedimenti penali sulle attività di Tsarukyan, dichiarando un danno per lo stato per un importo di 29 milioni di dollari.
Secondo il Servizio di sicurezza nazionale, uno dei procedimenti fa riferimento a centinaia di tangenti scambiate durante le elezioni parlamentari del 2 aprile 2017, in cui erano coinvolti sia la direzione che i membri del partito. Si è scoperto che nel periodo pre-elettorale gli elettori erano stati corrotti per centinaia di milioni di dram per votare sia per i candidati che per il partito: l’operazione era organizzata dalla leadership del partito, con il coinvolgimento attivo dei membri del partito e ruoli chiaramente distribuiti. Ad esempio, un voto valeva 10.000 dram. Il denaro sarebbe stato distribuito anche sotto forma di beneficenza e altre spese. Lo scopo era ottenere più voti ed entrare in parlamento.
Le indagini preliminari sono tutt’ora in corso
Proteste
Dopo l’annuncio dei procedimenti penali, Tsarukyan è stato convocato dal Servizio di sicurezza nazionale per essere interrogato. Nel frattempo, i parlamentari e i sostenitori di Armenia Prospera si radunavano vicino alla sede dell’interrogatorio. A tarda sera, la polizia ha annunciato che erano state trattenute 252 persone. Sempre nelle stesse ore veniva perquisita anche la residenza di Tsarukyan.
“Questa è una montatura. Sì, è politica, vogliono fare pressione, ricattare, intimidire. Ma oggi vi dico, io, Gagik Tsarukyan: sarei immorale se facessi un passo indietro”, ha annunciato il magnate il 14 giugno uscendo dalla sua casa, in quel momento sotto perquisizione.
Successivamente, il Servizio di sicurezza nazionale ha pubblicato i filmati della perquisizione che mostravano i mobili e le auto di lusso del leader di Armenia Prospera, nonché documenti firmati da diversi parlamentari del partito che si impegnavano a fornire un certo numero di voti a favore del partito o rinunciare al proprio mandato. Alcuni hanno ammesso di aver firmato un documento del genere, mentre uno ha affermato che si tratta di un falso.
Nessun arresto
A tutto ciò è seguito uno scontro tra accusa e difesa sul possibile arresto di Gagik Tsarukyan, che è durato diversi giorni e si è concluso il 21 giugno. Il tribunale di Yerevan ha respinto infatti la richiesta della procura. Successivamente, il consigliere del procuratore generale ha annunciato ufficialmente che la procura farà sicuramente appello contro la decisione, sottolineando che il giudice ha respinto l’arresto non per assenza di ragionevole sospetto, ma semplicemente affermando che Tsarukyan non avrebbe ostacolato le indagini.