Armenia, in piazza a Erevan i sostenitori di Pashinian alla vigilia del voto in Parlamento (Rainews.it 30.04.18)

Il capo dell’opposizione armena Nikol Pashinian ha preso parte alla manifestazione da lui stesso convocata a Erevan, capitale dell’Armenia, dove domani il parlamento dovrà votare il nuovo capo del governo. Pashinian è stato formalmente candidato dalla sua coalizione Yelk al posto di premier, un passo che arriva alla vigilia di un voto cruciale per il futuro dell’ex repubblica sovietica del Caucaso. Dal 13 aprile infatti l’Armenia vive una crisi politica senza precedenti: un movimento di protesta – provocato dalle accuse di corruzione mosse contro la classe politica – ha portato alle dimissioni il 23 aprile di Serzh Sargsyan, l’ex presidente che era stato appena eletto premier. Pashinian ha annunciato alla stampa la sua nomina mentre si trovava in Parlamento per “consultazioni con tutte le forze politiche”. Tra la sua coalizione e il sostegno annunciato da altri due partiti più grandi, Pashinian può contare al momento sul voto di 47 deputati: per essere eletto, deve avere 53 voti (sui 105 complessivi). Questo significa che il capo dell’opposizione deve sperare di strappare qualche deputato al Partito repubblicano al potere, che ha 58 eletti, ovvero la maggioranza assoluta in seno all’assemblea. Tre fazioni parlamentari – l’alleanza Tsarukyan, Dashnaktsutyun ed Elk – hanno infatti promesso che voteranno a favore di Pashinian. Il Partito repubblicano ha invece annunciato che non nominerà un suo candidato. –

Dalla strada alla premiership? Nikol Pashinyan, capopopolo delle proteste di piazza in Armenia, è stato nominato dal partito Yelq (Via d’uscita) candidato primo ministro, ora manca il via libera del Blocco Tsarukyan, altro schieramento all’opposizione. Sono giorni caldi nel Paese, tra elezioni e folle di manifestanti che si sono riversate in strada anche ieri sera. Quante chanches ha il leader delle proteste Pashinyan di fare il premier?

Ieri intanto altra tensione con i sostenitori di Pashinian che hanno bloccato le strade della capitale Yerevan, a poche ore da un voto chiave. Domani infatti il Parlamento voterà il premier dopo le dimissioni di Serž Sargsyan che governava il Paese da 10 anni: costretto a lasciare dai moti di piazza.

PROTESTE

Da giorni si moltiplicano le proteste di piazza. Lo scorso 25 aprile la polizia armena proprio al fine di tentare di controllarle si era riversata nel centro di Yerevan dopo che centinaia di manifestanti avevano risposto all’ennesimo appello del leader di Elk, Nikol Pashinyan. Due giorni prima decine di migliaia di persone si erano date appuntamento a piazza della Repubblica per festeggiare le dimissioni del premier Serzh Sargsyan. In precedenza (il 17 aprile) l’ex presidente era stato eletto primo ministro, ottenendo la carica malgrado le fortissime proteste di piazza che avevano come obiettivo proprio quello di impedire la sua ascesa al nuovo governo per il decimo anno consecutivo.

SCENARI

Ma è già domani, perché lo stesso Pashinyan chiede addirittura elezioni anticipate di cui l’Armenia ha bisogno e “i cui risultati non causeranno alcun dubbio”. E traccia il perimetro del futuro governo: al primo posto non c’è più il ritiro dell’Armenia dall’Unione economica eurasiatica (Uee) “non sarà un tema all’ordine del giorno in caso di elezione”.

Il Paese è sotto osservazione di molti analisti anche per i rapporti disordinati con Baku e le relative implicazioni geopolitiche legate al Tap che riflette in sostanza lo scacchiere di influenza: l’Armenia è nell’orbita del Cremlino, ospita due basi militari russe e, nonostante il cambio di potere, mantiene un cordone ombelicale con Mosca.

PASHINYAN VS TSARUKIAN

Giornalista, editore, politico e anche clandestino. Il 43enne possibile premier è stato redattore del quotidiano liberal-americano più venduto in Armenia, The Armenian Times, sempre su posizioni ostili ai governi di Robert Kocharyan e Serzh Sargsyan. Nel 2008 si è schierato dalla parte di Levon Ter-Petrosyan nelle elezioni presidenziali per poi sparire dalla scena dopo i disordini che seguirono le urne, per questo fu ricercato anche dalla polizia armena con le accuse di omicidio e disordini di massa. Un anno dopo si consegnò ma venne amnistiato dopo due anni di carcere.

Nel suo “curricuculm” anche un tentativo di omicicio: nel 2004 il suo veicolo esplose dinanzi alla sede del sul giornale ma le autorità parlarono di un guasto all’impianto elettrico e non di altro.

Pashinyan però puntò subito il dito contro Gagik Tsarukian oligarca e fondatore del partito Armenia prosperosa, uomo chiave dell’ex presidente armeno Robert Kocharyan. Si tratta di un imprenditore dalle mani d’oro come dimostra la sua carriera: prima direttore esecutivo della compagnia “Armenia” e nel 1992 a capo di un’impresa di produzione casearia.

Da lì inizia la scalata: due anni dopo fonda Multi Group Concern che ora include una serie di società come Kotayk Brewery in ABovyan, Yerevan Chemical Pharmaceutical Company, “Mek” Network of Furniture Stores, Yerevan Ararat Brandy-Wine -Vodka Factory, Fabbrica di cemento “Ararat”, “Aviaservice” JSC, “Multi Stone” Processing Company, “Multi Rest House”, “Global Motors” CJSC, “Multi City House”.

Nel 2006 ha ceduto il 29% della Kotayk Brewery al magnate della birra francese Castel Group per circa 4 milioni di dollari.


Armenia, Erevan di nuovo in piazza per il leader d’opposizione Pashinyan (Euronews.com 30.04.18)


Armenia: candidato premier Pashinyan, organizzare elezioni parlamentari anticipate dopo incarico di governo (Agenzianova 30.04.18)

Erevan, 30 apr 13:02 – (Agenzia Nova) – Dopo l’elezione del primo ministro sarà necessario organizzare delle elezioni parlamentari anticipate in Armenia. Lo ha detto Nikol Pashinyan, candidato ufficialmente dal blocco Yelq all’incarico di premier e organizzatore delle proteste di piazza che da settimane animano il paese caucasico. “Prima delle elezioni anticipate, dobbiamo essere convinti di avere creato tutte le precondizioni per organizzare delle elezioni libere e trasparenti. Abbiamo bisogno di elezioni i cui risultati non causeranno alcun dubbio”, ha affermato Pashinyan. In attesa di incontrare la Federazione rivoluzionaria armena, come riferisce l’agenzia di stampa “Armenpress”, l’esponente dell’opposizione ha avuto un breve briefing con la stampa in parlamento. Secondo Pashinyan il ritiro dell’Armenia dall’Unione economica eurasiatica (Uee) non sarà un tema all’ordine del giorno in caso di elezione “Se sei all’opposizione non si ha la possibilità di discutere delle questioni relative ai problemi in alcune strutture dell’esecutivo. Quando sei al timone, invece, hai la possibilità di documentarti sui problemi, discuterli con i paesi partner e risolvere pazientemente tutti i problemi in un’atmosfera del dialogo. Sono convinto che le discussioni porteranno a risultati positivi. Non porremo la questione del ritiro dall’Uee, ma questo non significa che diciamo che non ci siano dei problemi”, ha detto Pashinyan. (segue) (Res)