“Armenia in pericolo nucleare”/ Manifestazione a Roma ma Azerbaijan smentisce attacco (Ilsussidiario 30.07.20)
Pericolo nucleare per l’Armenia? Dopo le violazioni del “cessate il fuoco” da parte dell’Azerbaijan, ci sono le minacce di un disastro nucleare. Per questo domani i cittadini armeni d’Italia si riuniranno a Roma in una manifestazione pacifica di fronte a Montecitorio. C’è grande preoccupazione, quindi richiedono che le commissioni estere di Senato e Camera intervengano per garantire la pace tra Armenia e Azerbaijan. I giovani armeni d’Italia in un comunicato ricordano quanto accaduto il 12 luglio, con l’aggressione militare in Armenia. Nei giorni scorsi erano poi state diffuse notizie di minacce dall’Azerbaijan “di lanciare missili sulla centrale nucleare di Metsamor”. Circostanza che l’ambasciata azerbaigiana ha smentito in una nota. Hikmat Hajiyev, assistente del Presidente della Repubblcia dell’Azerbaijan, ha poi precisato che non c’è alcuna intenzione di attaccare strutture strategiche critiche. “La stessa centrale nucleare di Metsamor rappresenta una grave minaccia per la regione, basata su una tecnologia obsoleta e questa centrale è diventata un veicolo per il contrabbando di sostanze radioattive”.
Negli ultimi giorni è andato in scena un reciproco scambio di accuse, ma ora la vicenda coinvolge anche l’Italia, perché i giovani armeni d’Italia chiedono alle istituzioni politiche di intervenire per arrivare alla pace. E lo fanno organizzando per domani una manifestazione. Intanto le istituzioni religiose hanno già lanciato un segnale: il Papa con un appello di pace all’Angelus, il Patriarca di Mosca con una dichiarazione in cui chiede una risoluzione di pace. Anche i leader religiosi guardano con preoccupazione alle tensioni nella regione del Caucaso. Gli scontri al confine tra Armenia e Azerbaijan si sono esauriti in pochi giorni per il rischio di un coinvolgimento di Russia e Turchia, ma la tensione non era così alta dall’aprile 2016.
Per l’Italia comunque è impossibile avere rapporti di equilibrio, come spiegato da Aldo Ferrari, esperto per l’Ispi della Regione del Caucaso e professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nell’intervista rilasciata ad Agensir il 28 luglio scorso: “L’Italia non ha e non può avere una posizione equilibrata perché noi abbiamo grossissimi rapporti economici con l’Azerbaijan, fatti di scambio di petrolio e presto anche di gas. Questi interessi in qualche modo impediscono rapporti di equilibro dell’Italia con questa area”.