Armenia, i film della memoria (Avvenire, 14.06.15)
«I ricordi non sono un peso, sono fame di passato». Artyom Manvelyan è un fisico armeno stretto nella disciplina sovietica. Il legame con la sua terra martoriata rimane però indissolubile e l’unico modo per onorarla è tenerne vivo il ricordo, non dimenticare, appunto, il passato. Fece impressione, nel 1966, questo protagonista forte e gentile irrompendo sugli schermi del Festival di Cannes. Il regista armeno Frunze Dovlatyan nel suo dimenticato Hello, It’s me sposava in pieno, infatti, quelle parole, quel desiderio, quel dovere morale e civile. I cittadini dell’Armenia sovietica non potevano fare altrimenti. Il comunismo aveva cancellato la loro storia, così come l’Impero ottomano aveva tentato di cancellarne l’esistenza, cinquant’anni prima. Ricorre quest’anno il centenario del genocidio armeno e giustamente nella sezione “Cinema di cento anni fa” il Festival del Cinema ritrovato di Bologna – dal 27 giugno al 4 luglio – apre uno squarcio su quel capitolo sconvolgente, proponendo film e sequenze rarissime, tra ritrovamenti inaspettati e nuovi restauri… (continua)