Armenia: gli uomini dell’acqua (Osservatorio Balcani 13.10.17)
Nella capitale dell’Armenia si possono trovare fontane con acqua potabile quasi ad ogni angolo di strada. Ma nella vicina provincia di Armavir la qualità dell’acqua è tanto scadente che i villaggi vengono riforniti quotidianamente da autocisterne
(Pubblicato originariamente da OC Media il 2 ottobre 2017)
Grandi contenitori tracciano file sulle strade del villaggio di Karakert, nella provincia di Armavir. Senza eccezioni, almeno un grosso contenitore è posizionato di fronte a ciascuna casa. Tutti aspettano con impazienza i camion che arrivano la mattina presto per vendere acqua potabile.
“Ho 60 anni e sono nata e cresciuta a Karakert, e fin dal momento in cui ho aperto gli occhi non c’è stata acqua potabile qui. Sono sempre venuti i venditori d’acqua e noi l’abbiamo comprata a secchi”, racconta a OC Media Heghine Meloyan. “Ogni giorno compriamo circa 80 litri d’acqua. Siamo una grande famiglia e quest’acqua la beviamo, la usiamo per cucinare e per mille altre faccende”, aggiunge.
“Mi fanno male le mani perché trasporto sempre questi contenitori. Ci sono cose che una persona deve fare quotidianamente, come lavare i piatti e andare al bagno, perciò la gente del nostro villaggio è costretta a comprare acqua ogni giorno”, aggiunge Aram Karapetyan, il marito settantenne di Heghine. Fondato nel 1902, il villaggio dista solo 70 chilometri dalla capitale Yerevan e, ciò nonostante, non c’è mai stata acqua potabile.
L’uomo dell’acqua
Sono 22 anni che Tigran Davtyan viene a Karakert con la sua cisterna ZIL. La gente del posto lo chiama “l’uomo dell’acqua”.
“Prima di tutto vado a riempire i contenitori della signora Heghine. La povera donna mi aspetta da questa mattina. C’è un festeggiamento a casa loro e hanno bisogno di acqua”, racconta il quarantaseienne Tigran a OC Media. Poco dopo sgancia il tubo dalla cisterna e inizia a versare acqua nei contenitori della donna.
“Anche mio suocero vende acqua, lui è più esperto di me. Veniamo qui assieme e la vendiamo nel vicino villaggio di Shen. Ogni mattina alle 7 siamo a Talin, dove la acquistiamo. In seguito veniamo qui e la portiamo prima di tutto all’asilo, poi alla scuola, e infine iniziamo a venderla per le strade”, afferma Tigran. “Sono circa 10 le persone impegnate nel business della distribuzione dell’acqua in tutti i villaggi della provincia di Armavir con i propri veicoli”, aggiunge poi.
“Ci sono alcune persone che pagano l’acqua in contanti, e altre che la comprano a credito – queste saldano principalmente quando arrivano le loro pensioni o i loro sussidi. Conosco già a memoria chi vive dove, chi lavora all’estero e quando invia i soldi, dal momento che molti pagano l’acqua con il denaro inviato dai parenti oltre confine”, prosegue.
“I nomi dei debitori sono segnati sui quaderni. Li abbiamo scritti e cancellati così tante volte che i fogli sono ormai consumati. Troveresti parecchi segreti lì dentro”, riferisce Tigran ridendo.
“Guardando nei quaderni si possono trovare tutti i soprannomi degli abitanti dei villaggi e, aggiungendo e sottraendo i debiti e controllando quando vengono pagati, si potrebbe tirare a indovinare quanto guadagnano e quando ricevono il denaro”, racconta Tigran.
Da dove arriva l’acqua
I camion portano l’acqua dalla città di Talin, a circa 40 chilometri da Armavir. La acquistano da un impianto di depurazione del luogo, dove la qualità viene verificata dal governo. Per riempire una cisterna con 5.000 litri d’acqua ci vogliono 1.500 Dram armeni (circa 3 dollari). Il carburante per l’andata e il ritorno da Talin a Karakert costa 2000 Dram (circa 4 dollari).
Nei villaggi vicini a Talin, come Karakert, 40 litri d’acqua costano 250 Dram ($0.50), ma più lontano si va e più il prezzo aumenta. Nei villaggi più distanti, ad esempio a Metsamor, 40 litri d’acqua costano 450-500 Dram ($0.90-$1.10)
“Non mi lamento del mio lavoro. È dura, ma ricevo molta gratitudine dalle persone che incontro. Mi apprezzano perché porto loro l’acqua, e guadagno bene. Ma un giorno non sarò più in grado di farlo perché ho l’impressione che anche l’acqua di Talin si stia esaurendo. In passato le cisterne si riempivano in 5 minuti, ora ce ne vogliono circa 40 per ognuna”, racconta Tigran.
Una modernizzazione fallita
Alla fine degli anni ‘90, col sostegno del governo tedesco, venne iniziata una grande opera di ristrutturazione della rete idrica della città di Armavir e dei villaggi circostanti. Contemporaneamente vennero scavati 11 pozzi artesiani per il rifornimento di acqua potabile. Tutti i villaggi ricevono acqua da questi pozzi, ma può essere usata solo per l’irrigazione.
“Dopo che venni eletto nel 2008, installammo un sistema idrico e il nostro villaggio ebbe accesso all’acqua, che tuttavia non è potabile. Ha un sapore duro e sgradevole e non si riesce a bere. Con quest’acqua, la mia famiglia annaffia il giardino dietro casa”, racconta Mher Hartenyan, il sindaco del villaggio di Karakert.
“Non c’è una fonte d’acqua nella nostra regione – la più vicina è troppo distante. Avremmo bisogno di tantissimi soldi per far arrivare qui dell’acqua normale e lo stato non ne ha da darci. Tutti lo sanno, la questione è stata discussa dal governo parecchie volte. Stiamo ancora aspettando”, aggiunge.
“Al momento stiamo riparando due chilometri di tubature e ne stiamo installando altri 700 metri, così da avere almeno l’acqua dei pozzi per tutto il villaggio. Siamo comunque grati di averla”, aggiunge Hartenyan.
Pagare due volte
“Abbiamo sempre acqua dal rubinetto ma non ci si può fare nemmeno la doccia, mi irrita la pelle. Io ho 60 anni e sono una donna anziana, mi ci sono abituata. Ma non lascio che mia nipote ci si lavi: ha solo 6 anni e la sua pelle si sta rovinando per via di quest’acqua”, racconta Yelena Sahakyan, che paga sia per l’acqua trasportata da Talin che per quella del rubinetto fornita dallo stato, a seconda di quanto consuma.
“Una bolletta dell’acqua viene 180 Dram ($0.40); in pratica, ci annaffio solamente il giardino. Ma sono grata che almeno questa preoccupazione sia alleviata. Circa cinque anni fa l’acqua che chiamano ‘artesiana’ era molto sporca e, quando aprivo il rubinetto, uscivano fango e vermi. Ora scorre acqua pulita. Non starò qui a ripetervi mille volte che non è potabile. Ma la cosa dovrebbe essere ribadita mille volte cosicché almeno i nostri pronipoti possano avere acqua potabile nelle loro case”, afferma Yelena.
Nella provincia di Armavir ci sono stati numerosi casi di persone che hanno contratto infezioni a causa dell’acqua, con anche alcuni casi di epidemie.
“Esistono innumerevoli malattie, è meglio bere l’acqua controllata di Talin”, dicono gli abitanti di Karakert mentre portano i boiler con l’acqua per cucinare e lavare i piatti alle loro case.