Armenia: fallisce la “rivoluzione colorata”, l’USAID insulta il suo lacché (Imolaoggi 28.07.15)
Questa lettera è impagabile. L’ha scritta la signora Karen Hilliard, capo-missione in Armenia dello USAID (l’ente governativo “per lo sviluppo internazionale” ) ad Arthur Sakunts, militante dei diritti dell’uomo, insignito del premio “difensore della libertà” dall’ambasciatore Usa ad Erevan, nonché presidente della “Helsinki Citizen’s Assembly” di Vanazdor, una ong nata “spontaneamente dalla società civile” che denuncia in gran conferenze stampa la brutalità della polizia, ed organizza raduni e manifestazioni contro il governo che viola i diritti umani.
In altre e meno orwelliane parole, Sakunts è uno a cui gli americani hanno affidato una parte centrale nella “rivoluzione colorata” che hanno innescato in Armenia. La cosa è cominciata il 19 giugno, con una manifestazione di protesta per il rincari delle bollette elettriche. Il presidente Serzh Sargsian si è dichiarato pronto a ricevere una delegazione di manifestanti; quelli hanno rifiutato. Poi ha cancellato gli aumenti; ma la folla si è adunata in continue manifestazioni nella piazza centrale di Yerevan, che si chiama Piazza Libertà. Scontri con la polizia che disperde la folla il 23 . Washington tuona contro “l’eccessivo uso della forza, le voci sulle violenze subite dai fermati”, es i dichiara “turbata dal fatto i giornalisti e i loro materiali sono stati presi di mira in modo particolare”.
Insomma un serio tentativo di replicare la Maidan dell’Ucraina. Il mostruoso governo stroncatore die diritti umani, storicamente filorusso, andava rimpiazzato da uno aderente ai “nostri valori”.
La bella impresa s’è però sfiatata quasi subito, come dimostra appunto la furente lettera che la signora Hilliard ha scritto, su carta intestata, al promotore su piazza dei diritti umani. Continua