Armenia e Caucaso, l’Onu lancia l’allarme sul traffico e sfruttamento di donne e minori (Repubblica 09.07.15)
ROMA – Dopo il collasso dell’Unione Sovietica e un programma di privatizzazioni a dir poco discutibile, la criminalità organizzata è riuscita non solo a controllare buona parte di un sistema economico che si estendeva dall’estremo Oriente al centro dell’Europa, ma anche a specializzarsi nelle attività illegali. I ceceni divennero i controllori del traffico di armi e droga, gli azeri delle contraffazioni alimentari, i georgiani si specializzarono in frodi bancarie, i russi nel traffico e sfruttamento di donne e minori da Bielorussia, Ucraina e Caucaso, in particolare Armenia.
La visita dell’inviato dell’Onu. Proprio nei giorni scorsi, Maud De Boer Buquicchio, inviato speciale dell’Onu per il traffico e prostituzione dei minori, ha visitato il paese caucasico per controllare di persona la situazione. Non esistono cifre ufficiali, ma secondo fonti Unesco, quasi 10 minori su 100 non va a scuola. “Il traffico di minori a scopo sessuale in Armenia è un problema crescente”, spiega un rapporto 2014 degli Usa. Nel 2012 il governo ha condannato 10 trafficanti, 15 nel 2013. Ma è solo la punta dell’iceberg: per debellare il fenomeno sono necessarie sinergie con Russia e Turchia ma tra Mosca e Yerevan la collaborazione giudiziaria rimane molto complicata e con Ankara le relazioni sono inesistenti. Così è difficile identificare e fronteggiare trafficanti e rotte: il governo ha registrato 20 vittime nel 2013 ma è chiaro che il numero è molto più alto. “Sono cifre relativamente basse – ha detto la De Boer – ma tutti sanno che la realtà è un’altra”. Molti sono costretti a chiedere l’elemosina o a prostituirsi, altri sono destinati ai lavori forzati a Mosca, dove li attende una nuova identità con un passaporto russo. Continua