Armenia dimenticata, il peso del gas azero sull’Europa (Cittanuova 13.02.24)
Quattro soldati armeni sono stati uccisi da un’azione dell’esercito azero sul confine tra i due Stati. Silenzio imbarazzante in Europa dopo la pulizia etnica nel Nagorno Karabakh dove si stanno cancellando le tracce della presenza ultra millenaria della comunità cristiana armena
Nelle foto Ansa alcuni scatti che testimoniano l’esodo forzato di circa 100 mila armeni dalla regione contesa del Nagorno Karabakh avvenuto lo scorso settembre 2023 e l’arresto dei leader della comunità definita separatista da parte delle autorità armene.
Le ultime notizie delle riportano l’uccisione di 4 soldati armeni sul confine tra i due stati per un’operazione di vendetta dichiarata dallo stato maggiore azero.
Allo stesso tempo è da notare, come segnala il sito green.it, che il governo dell’Azerbaigian, pur preparandosi a ospitare la Cop29 sui cambiamenti climatici, non sta per nulla «nascondendo le sue mire in campo energetico. Al contrario: in dicembre il presidente Ilham Aliyev ha espresso il proprio desiderio di raddoppiare l’export di gas verso l’Europa già entro il 2027. Tra i clienti del gas azero ci sono inoltre anche Georgia e Turchia, con l’Azerbaigian che intende sfruttare a proprio favore il venir meno delle forniture russe in Unione Europea».
Come riporta Elisa Pinna su Terrasanta. net , «gli azeri hanno già cominciato a cancellare le tracce armene dai luoghi sacri, in quattro mesi hanno cambiato l’aspetto di una decina di chiese negli ultimi territori occupati», spiega l’archimandrita Tirayr Hakobyan, rappresentante presso la Santa Sede della Chiesa apostolica armena in Europa Occidentale. Il loro metodo – denuncia l’archimandrita – è cancellare ogni scritta, ogni simbolo che possa suggerire la presenza ultramillenaria armena. Talvolta sostituiscono le parole incise sulla pietra con scritte in lingua albana, appartenente all’ antico regno cristiano dell’Albania caucasica, scomparso del tutto nel VI secolo d.C. (niente a che vedere con l’Albania balcanica – ndr.). «In molte occasioni, dopo l’invasione e la conquista di gran parte del Nagorno Karabakh nel 2020, l’Azerbaigian ha usato metodi più brutali. Ha distrutto importanti chiese, compresa la cattedrale di Shushi, vandalizzato monasteri risalenti al IX secolo, polverizzato croci di pietra», riferisce l’archimandrita, in un incontro con alcune testate giornalistiche, tra cui Terrasanta.net.
Lo scorso 7 febbraio il presidente azero Ilham Aliyev, nella foto, si è assicurato un quinto mandato consecutivo con il 92% dei voti.