ARMENIA: Che succede dopo Voch? La democrazia armena all’indomani delle proteste (Eastjournal 15.01.16)
Michael, 21 anni, studente di economia all’università statale di Yerevan. Ha preso parte alla protesta di Voch come indipendente. Una delle facce di un’Armenia giovane e risoluta che chiede democratizzazione reale.
Cos’è stato Voch?
Voch (“no” in armeno) è stata la campagna contro le modifiche costituzionali proposte nel referendum del 6 dicembre scorso, ritenendo che queste modifiche fossero un tentativo del presidente Serj Sargsyan di mantenere il potere. È stato lanciato da due partiti principali, Eredità e Congresso Nazionale Armeno, e da partiti minori, movimenti e membri della società civile. Un’altro gruppo parlamentare, Ruolo della legge, si è dichiarata contro le riforme, ma senza unirsi ufficialmente alla campagna.
Oltre che dal partito di governo, il Partito Repubblicano, il fronte del “Sì” era composto da due partiti nominalmente all’opposizione, Federazione Armena Rivoluzionaria e Armenia Prospera.
Infine, il Partito del Patto Civile, pur definendo il referendum una finta priorità ha votato contro le riforme e alcuni suoi membri hanno aderito attivamente a Voch.
Come valuti il risultato del referendum?
Secondo i dati ufficiali, più del 63% dei votanti è stato a favore delle riforme: la nuova costituzione verrà adottata. Tuttavia, molti osservatori internazionali hanno notato irregolarità nelle procedure di voto, definendo “illegittimo” il referendum. Sono state riportate numerose violazioni, incluse intimidazioni agli elettori, protocolli falsificati e inserimenti di schede pre-compilate nelle urne elettorali. Addirittura sono state pubblicate foto che mostravano inequivocabilmente le stesse persone votare due volte in abiti diversi. Continua