Armenia: arresti nelle manifestazioni contro il “premier assoluto” (Euronews 19.04.18)
Non si fermano le proteste in Armenia contro l’elezione a primo ministro di Serge Sargsyan. La polizia in tenuta antisommosssa ha arrestato decine di persone, che a Erevan stavano bloccando l’ingresso della sede del Governo.
Da una settimana sono in corso, giorno e notte, manifestazioni nella capitale contro Sargsyan che, grazie ad una controversa riforma costituzionale, ha potuto correre per la carica di premier con poteri rafforzati, dopo essere stato presidente per due mandati. L’umo politico, sostenuto dal Cremlino, governa il Paese dal 2008.
“La protesta degli studenti è decisa, hanno capito che è una lotta importante per i loro diritti e la loro libertà”, dichiara un dimostrante.
“La polizia sta usando una forza eccessiva per tentare di mantenere il controllo della situazione. Hanno fatto esplodere una granata stordente vicino a me. È inaccettabile. Stanno dimostrando che sono capaci di uccidere”, racconta un altro manifestante.
Gli organizzatori dei moti di protesta stanno invitando il paese ad esercitare atti di disobbedienza civile.
“Gli agenti hanno chiuso tutte le entrate dei palazzi statali, ed effettuano regolarmente arresti”, racconta la nostra corrispondente Ami Hachichin. “Il leader dell’opposizione Nicol Pashinyan, anima del movimento di protesta, parla tuttavia di rivoluzione pacifica, di rivoluzione di velluto.
Armenia, decine di arresti per proteste contro elezione Sarkisian (Askanews 19.04.18)
Erevan (Armenia), 19 apr. (askanews) – La polizia armena ha arrestato decine di manifestanti a Erevan in seguito alle proteste contro l’elezione a premier dell’ex presidente Serzh Sarkisian. Le manifestazioni proseguono da sette giorni.
Guidati dal deputato dell’opposizione Nikol Pashinyan, centinaia di manifestanti hanno tentato di bloccare l’ingresso al palazzo del governo, nel centro della capitale. Sono scoppiati scontri e la polizia ha arrestato decine di persone.
Secondo un controverso emendamento costituzionale approvato nel 2015 i poteri della presidenza sono stati trasferiti al premier e i manifestanti denunciano il tentativo di Sarkisian di restare al comando con il nuovo sistema parlamentare, dopo 10 anni alla presidenza.
Mercoledì oltre 16mila persone sono scese in piazza minacciando una “campagna di disobbedienza” per cambiare il potere e contro il premier sostenuto dal Cremlino.