Armenia: appello della Chiesa Apostolica per la pace nel Paese (Radio Vaticana 03.08.16)
Sembra avviarsi alla calma la situazione in Armenia, dopo giorni di tensione: dopo due settimane, infatti, si è arreso il gruppo di oppositori all’attuale governo che si era asserragliato nel quartier generale della polizia a Yerevan. Alle origini della protesta, la richiesta di scarcerazione di un leader dell’opposizione, Jirair Sefilian, fortemente critico nei confronti del modo in cui il presidente, Serge Sarkisian, ha gestito il conflitto del Nagorno-Karabakh. Nel corso degli scontri, due poliziotti sono rimasti uccisi; decine le vittime tra i civili.
I problemi si risolvono con il dialogo, no alla violenza
Di fronte a tale drammatica situazione la Chiesa Apostolica armena, presieduta dal Patriarca e Catholicos Karekin II, ha diffuso una nota in cui invita alla pace ed alla riconciliazione nazionale ed esprime “profondo dolore” per le vittime ed i feriti. “Consideriamo inaccettabile qualsiasi tipo di azione illegale e di violenza che può causare lo spargimento di sangue e mettere a repentaglio il futuro” del Paese, si legge nel documento. Di qui, il richiamo “alla temperanza della popolazione” e l’esortazione a rifiutare il conflitto, impegnandosi invece a “continuare il dialogo”, perché “i problemi e le sfide” della società armena potranno essere risolti “solo attraverso un processo di pace e in uno spirito di reciproca comprensione”.
Lavorare per il bene del Paese
“Siamo tutti figli di una stessa nazione”, scrive ancora la Chiesa Apostolica armena, invitando a lasciarsi guidare “dagli interessi nazionali” ed a pregare per l’esito positivo della situazione attuale. Per questo, domenica scorsa, in tutte le chiese armene si è celebrata una speciale liturgia per la pace nel Paese. Intanto, in queste ore il capo dello Stato ha promesso di creare, entro pochi mesi, un governo di “accordo nazionale”. (I.P.)