Armeni: un popolo e una strage dimenticata (Sputniknews.com 21.08.18)

“Sapete cosa disse Hitler ai suoi generali per convincerli che il suo piano non poteva suscitare obiezioni? Qualcuno al mondo si è accorto dello sterminio degli Armeni?” (Ararat – Il monte dell’Arca)

Questo sterminio iniziò circa cento anni fa a Costantinopoli (oggi Istanbul, Turchia) e fu diviso essenzialmente in due grandi fasi legate tra loro, una ottocentesca e una novecentesca. Purtroppo però, ancora oggi, questa strage è oggetto di grandi contestazioni da parte del Governo Turco e degli studiosi.

Il primo massacro armeno avvenne nel 1890, nei territori dell’Impero Ottomano, dove questo popolo era stanziato. All’epoca, gli armeni furono sostenuti dalla Russia nella lotta per l’ottenimento dell’indipendenza, ma il governo ottomano decise aizzare l’etnia curda a una guerra contro il popolo armeno, fomentando sentimenti di odio raziale. Iniziò così, un periodo di oppressioni sia dal punto di vista sociale sia fiscale, che portarono il popolo armeno a una rivolta, alla quale l’esercito dell’impero ottomano rispose con l’assassinio di migliaia di civili.

La situazione non migliorò affatto perché nel periodo precedente lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si affermò il governo dei Giovani Turchi, i cui piani vennero alla luce nel 1909, quando, circa trentamila armeni vennero sterminati. Purtroppo però, i massacri attuati dal governo non erano ancora giunti al termine.Nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1915 ebbe inizio, se così si può dire, il secondo genocidio armeno. Vennero eseguiti degli arresti tra la classe agiata armena nella capitale. In un mese, più di mille intellettuali tra cui giornalisti, scrittori, poeti e delegati parlamentari furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e alcuni uccisi durante il tragitto. Quelle che furono create, passarono alla storia con il nome di Marce della Morte e videro il coinvolgimento di un milione di persone tra cui donne e bambini.

Migliaia di civili morirono di fame, malattia e stenti e tutto ciò avvenne sotto la supervisione dell’esercito del Governo dei Giovani Turchi e dell’esercito tedesco.

© AP Photo /
Civili armeni in marcia scortati da soldati ottomani nella città turca di Elazig, aprile 1915

La maggior parte degli storici, anche oggi, tende a considerare questi massacri come semplice azione di propaganda attuata dal governo in carica, altri studiosi, invece, sostengono l’inesistenza del genocidio richiamando l’attenzione sul fatto che solo una parte di popolazione armena fu deportata in Anatolia.

Forse questi studiosi non sanno che nel 1896, in Turchia, furono registrati circa 1.440.000 armeni e la stima delle vittime dei genocidi di questo popolo è di circa 1.200.000 persone.

Purtroppo, come spesso accade, la storia viene scritta e rivista dai vincitori anche nei tempi moderni, ecco perché il Governo Turco non riconosce, ad oggi, il genocidio a danno del popolo armeno.

Questa è una delle cause di tensione tra l’Unione Europea e la Turchia per l’ingresso dello stato tra i membri d’Europa, ed è anche motivo di attrito tra il governo turco e la Santa Sede. Il 12 aprile 2015, infatti, Papa Francesco ha parlato esplicitamente di genocidio ed ha ricordato il popolo armeno, vittima dell’oppressione e dell’ingiustizia morale e sociale, causata dalla cieca ignoranza e dall’odio profondo che, ormai, sembrano aver preso le redini di questo nostro mondo.Fortunatamente però, come spesso accade, ci sono persone che non permettono a questi fatti tragici di andare perduti, e li fanno riemergere sotto varie forme.

Papa Francesco ne è un esempio e un altro lo si può trovare nella musica dei System of a Down.

Tutti i componenti di questa band discendono, infatti, da alcuni dei pochi superstiti del secondo genocidio armeno e le loro canzoni sono vere e proprie denunce contro l’oppressione e il velo di omertà che ancora aleggia sul loro popolo. Il negazionismo che si è formato negli anni, purtroppo, è presente ancora oggi e la posizione ufficiale del Governo Turco risulta essere veramente controversa e oltraggiosa. Questa corrente negazionista, sfortunatamente, è stata appoggiata da una lunga serie di giustificazioni, tutte divergenti e scostanti tra loro:

Le uccisioni non erano deliberate; Le uccisioni erano giustificate dalla minaccia filorussa costituita dagli armeni come gruppo culturale; gli armeni sono semplicemente dei morti di fame.

Quante volte e per quanto tempo dobbiamo ancora leggere giustificazioni simili per decidere di dire basta?

Il piano è stato svelato e chiamato Genocidio,

Presero tutti i bambini e poi morimmo,

I pochi che rimasero non furono mai trovati. (System of a Down)

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