A Sochi colloqui su iniziativa del Presidente russo tra Russia, Armenia e Azerbajgian (Korazym 26.11.21)
È iniziato oggi, su iniziativa del Capo di stato della Federazione Russa, Vladimir Putin, nella sua residenza a Sochi, un vertice tra il Presidente russo Vladimir Putin, il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan e il Presidente azerbajgiano Ilham Aliyev. All’ordine del giorno dell’incontro trilaterale, i rapporti tra l’Armenia e l’Azerbajgian dopo la guerra dei 44 giorni dello scorso anno, scatenata dalle forze armate azere contro la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, cristiana armena e l’attacco azero all’Armenia di dieci giorni fa.
Il 7 novembre 2021 avevamo scritto [Dichiarazione russa in occasione dell’anniversario della firma trilaterale del cessate il fuoco del 9 novembre 2020 in Artsakh]: «Voci sempre più insistenti riferiscono che la Federazione Russa starebbe preparando un incontro trilaterale in un vertice ad alto livello con Armenia e Azerbajgian. Comunque, per ora non è previsto alcun incontro tra il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan, il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente azero Ilham Aliyev, ha detto un portavoce del Governo alla radio pubblica dell’Armenia. In precedenza, il canale televisivo Russia-1 (VGTRK) ha riferito che non vengono esclusi eventi con la partecipazione dei tre. Poi, l’agenzia russa Interfax ha citato in precedenza il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dicendo che i leader dei tre Paesi si incontreranno in una videoconferenza all’inizio della prossima settimana».
Come si vede oggi, le voci che circolavano ad inizio del mese, non erano così stralampate. Palesemente, il problema pressante è l’ectoplasma armato del Sultano del Bosforo, che nel Caucaso soffia sul fuoco dietro le spalle della Russia e quindi il grande pompiere del Cremlino è stato costretto ad intervenire, non più in remote, ma in presenza, come si dice nell’era Covid e non solo con le sue truppe per far rispettare dall’Azerbajgian l’accordi trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre di un anno fa.
Nella sua residenza di Sochi, Bocharov Ruchei, il Capo di stato della Federazione Russa, Vladimir Putin ha avuto una conversazione con il Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, prima dei colloqui trilaterali, iniziati successivamente.
Il Presidente russo Vladimir Putin si rammarica che sorgano ancora problemi in Artsakh/Nagorno-Karabakh, che portano periodicamente a vittime, ha riferito l’agenzia TASS. “Ci sono, purtroppo, problemi, ci sono incidenti. Sfortunatamente, non senza vittime”, ha detto Putin in un incontro con il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev. Putin ha osservato che è opportuno continuare la discussione sulla soluzione della situazione nella regione in un formato trilaterale. “Il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan si unirà a noi dopo un po’ e continueremo questa discussione”, ha detto. Allo stesso tempo, Putin ha sottolineato il ruolo positivo delle forze di pace russe nel risolvere la situazione nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. “Per quanto riguarda l’accordo del Nagorno-Karabakh, qui i nostri peacekeeper, mi sembra, svolgano un ruolo positivo, anche il Centro di controllo del cessate il fuoco russo-turco sta funzionando efficacemente”, ha affermato. Secondo Putin, è necessario discutere di ciò che è già stato fatto e di ciò che deve ancora essere fatto da tutti“, affinché non solo non si crei nulla del genere, ma si creino anche le condizioni per calmare la situazione e sviluppare un’atmosfera che consentirebbe alle persone di vivere in pace e ai Paesi di svilupparsi”.
La Russia si aspetta che a Sochi vengano delineate le direzioni per la normalizzazione dei rapporti tra Baku e Yerevan
La parte russa si aspetta che alla riunione trilaterale dei leader della Federazione Russa, dell’Azerbajgian e dell’Armenia a Sochi, si possano delineare promettenti direzioni per la normalizzazione dei rapporti tra Baku e Yerevan, ha detto a TASS oggi, venerdì 26 novembre 2021, il Viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko. “Ci aspettiamo che la pace e la stabilità tanto attese vengano stabilite nella regione al più presto”, ha detto. Parlando poco prima dell’incontro dei leader di Armenia, Russia e Azerbajgian a Sochi, Rudenko ha affermato che “l’incontro nel suo insieme mira a riassumere alcuni risultati dell’ultimo anno dopo la firma della dichiarazione trilaterale sul cessate il fuoco del 9 novembre 2020, per vedere cosa è stato fatto e cosa si può fare in seguito, per far avanzare il processo di pace e come far avanzare ulteriormente il processo di normalizzazione tra i Paesi nel loro insieme”. Rudenko ha aggiunto: “Speriamo che in questo incontro i leader dei tre paesi che hanno firmato la dichiarazione delineino queste promettenti direzioni”. Il Viceministro degli Esteri russo ha sottolineato, che ci sono ancora questioni ben note nel processo di risoluzione dei problemi. “Quelli riguardano lo sblocco delle comunicazioni di trasporto, la delimitazione del confine armeno-azero, dove, purtroppo, di tanto in tanto assistiamo a incidenti armati, che provocano perdite umane”, ha spiegato Rudenko.
Ai colloqui con Putin e Aliyev, Pashinyan solleva la questione dei prigionieri di guerra e dell’invasione del territorio sovrano armeno
Durante i colloqui trilaterali con il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente azero Ilham Aliyev, il Primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha sollevato la questione dei prigionieri di guerra armeni e di altri ostaggi tenuti a Baku e dell’invasione del territorio sovrano dell’Armenia da parte delle forze azere.
Il Primo ministro Pashinyan ha salutato il ruolo della Federazione Russa e personalmente Vladimir Putin nel porre fine alla guerra dello scorso anno. “Dopo il 9 novembre 2020, le forze di pace russe sono state schierate nel Nagorno-Karabakh e lungo il corridoio di Lachin. È ovvio che le forze di pace russe, la Federazione Russa, svolgono un ruolo chiave nella stabilizzazione della situazione nel Nagorno-Karabakh e nella regione, ma voglio sottolineare che, purtroppo, la situazione non è stabile come vorremmo che fosse”, ha affermato Pashinyan. Ha notato che dozzine di persone sono morte da entrambe le parti dal 9 novembre dello scorso anno, nel Nagorno Karabakh durante gli incidenti che si stanno verificando. “Dopo il 12 maggio di quest’anno, abbiamo effettivamente una situazione di crisi al confine armeno-azero. La nostra valutazione è che le truppe azere hanno invaso il territorio sovrano dell’Armenia. Naturalmente, il confine tra Armenia e Azerbajgian non è delimitato, ma esiste un confine di Stato, è il territorio sovrano della Repubblica di Armenia”, ha affermato il Primo ministro armeno.
Pashinyan si è dichiarato in disaccordo con il Presidente dell’Azerbajgian, il quale ha affermato che tutti i punti della dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, ad eccezione dello sblocco delle comunicazioni, erano già stati attuati. Pashinyan ha sottolineato che c’è anche la questione dei prigionieri di guerra, degli ostaggi e di altri detenuti, che è una “questione umanitaria molto importante”.
Il Primo ministro armeno ha ribadito la volontà dell’Armenia di avviare il processo di delimitazione e demarcazione delle frontiere. “Anche la questione dello sblocco di tutte le infrastrutture di trasporto ed economiche è molto importante per noi, siamo sinceramente interessati a risolvere questi problemi”, ha affermato.
“Riteniamo che la soluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh dovrebbe avvenire nell’ambito della Co-presidenza del Gruppo di Minsk dell’OSCE, ma penso che molte questioni possano essere discusse, risolte in formati trilaterali e bilaterali”, ha affermato Pashinyan. Ha elogiato il fatto che si stiano instaurando contatti diretti tra funzionari armeni e azeri e ha espresso la speranza che si raggiunga una decisione concreta per il bene della stabilità nel Caucaso meridionale.
Il Cremlino reagisce alla mappa del “mondo turco” che copre parti del territorio russo
Nei giorni scorsi, il Portavoce del Presidente russo Dmitry Peskov ha espresso rammarico, che la mappa del mondo turco, che il leader del Partito del movimento nazionalista (MHP) Devlet Bahçeli ha presentato al Presidente turco Recep Tayyip Erdogan [di cui abbiamo riferito il 19 novembre scorso: Venti di guerra nel Caucaso. Non più solo l’Artsakh (Nagorno-Karabakh) ma l’Armenia nel mirino azero-turco. Verso il disastro], non abbia una stella rossa che indichi che il suo centro non è in Turchia, ma in Altai, in Russia, ha riportato TASS. Lo ha affermato il Portavoce del Cremlino durante il programma “Mosca. Cremlino. Putin” su Russia-1 TV. “I nostri partner turchi promuovono l’idea dell’unità turca, questo è normale. L’unica cosa di cui mi rammarico è che non ci sia ancora una grande stella rossa al centro del mondo turco sulla mappa”, ha detto Peskov. Il Portavoce del Cremlino ha sottolineato che questo centro “non è in Turchia, è nel territorio della Federazione Russa, ad Altai”. Peskov ha chiarito che questo è “il luogo sacro per ogni turco, da dove ha avuto origine”. “Lo dico come turkologist”, ha sottolineato.
Sull’account Twitter dell’MHP era stato pubblicato una foto di Erdogan e Bahçeli [QUI], mostrando una mappa del cosiddetto mondo turco, che copre una parte significativa del territorio russo. Tutte le aree dipinte sono divise in tre colori. Turchia, Azerbajgian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan sono contrassegnati in rosso. Alcuni paesi della penisola balcanica, parte dell’Iran, le regioni meridionali della Russia, nonché la maggior parte della Siberia e della parte occidentale della Mongolia sono contrassegnati in arancione. Altai, Yakutia e la regione autonoma cinese di Xinjiang Uygur sono contrassegnate in giallo. Il significato di questi colori non è specificato nella pubblicazione del partito del movimento nazionalista turco.
Ankara avanza nuove precondizioni per riaprire il dialogo con Yerevan
Abbiamo ricevuto segnali positivi dalla Turchia per riaprire il dialogo, ma Ankara avanza nuove premesse, ha detto il Ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, in un’intervista a Le Figaro il 20 novembre 2021 [QUI], nell’ambito della sua visita di lavoro a Parigi. “Abbiamo sempre affermato di essere pronti a normalizzare le nostre relazioni senza precondizioni, nonostante l’enorme sostegno fornito dalla Turchia all’AzerbaJgian durante la guerra contro l’Artsakh, sia politicamente che attraverso la fornitura di armi e il dispiegamento di migliaia di mercenari stranieri”, ha detto Mirzoyan. “Abbiamo ricevuto segnali positivi dalla Turchia per riaprire il dialogo, ma resta complicato. Ankara sta ponendo nuove precondizioni. Tra questi c’è il “corridoio” che collega l’Azerbajgian e il Nakhichevan [*]. Non può in alcun modo essere oggetto di discussione. Gli Stati devono consentire il transito pur mantenendo la sovranità sul proprio territorio. Devono essere riaperti tutti i canali di comunicazione nella regione”, ha affermato il Ministro degli Esteri armeno.
[*] Della “logica del Corridoio di Zangezur” abbiamo trattato il 19 novembre scorso [QUI].
A Salonicco sono stati rimossi dalle fermate degli autobus dei manifesti provocatori dell’Azerbajigian
A Salonicco sono stati rimossi i cartelloni pubblicitari con delle provocazioni azeri, informa l’Ambasciata dell’Armenia in Grecia. In un post su Facebook, l’Ambasciata ha espresso gratitudine a tutte le persone, le organizzazioni e le autorità greche che in poche ore hanno risposto agli appelli della comunità armena. All’inizio di questa settimana la pubblicità che celebrava la cattura di Shushi, Città simbolo della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh da parte delle forze armate dell’Azerbajgian è stata rimossa dalle fermate degli autobus a Salonicco, grazie agli sforzi dell’Ambasciata dell’Armenia in Grecia, della Camera di commercio greco-armeno e del Comitato nazionale armeno di Salonicco.
Ricordiamo che la stessa provocazione era anche messo in atto dagli Azeri nella Metropolitana di Londra nel marzo scorso [Due manifesti che presentavano Shushi e Dadivank come azeri rimossi dalla metropolitana di Londra perché offensivi e falsi – 23 marzo 2021].