A Settembre il viaggio di Bergoglio in Armenia (In Terris 09.02.16)
Ecumenismo e misericordia sono le parole che contraddistinguono il pontificato di Papa Bergoglio. A confermarlo sono anche le destinazioni dei viaggi apostolici. Da poco si è messa in moto la macchina organizzativa che porterà Francesco in Armenia. Il Santo Padre spera di volare presto nel paese che lo scorso anno ha commemorato il centenario del “Grande Male”, ovvero lo sterminio perpetrato dall’Impero Ottomano. Un viaggio che potrebbe fare tappa anche in altre due repubbliche ex sovietiche del Caucaso, la Georgia e l’Azerbaigian. Ipotizzato per fine giugno, è stato rimandato per la concomitanza con il Sinodo panortodosso, che lo ha reso difficile se non impossibile, poiché Francesco si recherebbe in un paese ortodosso, la Georgia, mentre il patriarca di quella Chiesa è impegnato nell’assise sinodale a Creta.
La visita pastorale in Armenia è delicata anche per quanto riguarda i rapporti con la Turchia. Le relazioni tra Vaticano e il governo di Ankara, infatti, sono ritornati nei giorni scorsi alla normalità, col ritorno a Roma dell’ambasciatore turco presso la Santa Sede, dopo la crisi scoppiata un anno fa quando il Papa, durante una celebrazione in San Pietro, ripeté le parole di Giovanni Paolo II sul “primo genocidio del XX secolo” durante le celebrazioni del centenario dello sterminio degli armeni avvenuto nel 1915.
Nei giorni scorsi le autorità turche hanno notevolmente apprezzato il fatto che nei comunicati della Sede Apostolica quella parola non fosse più usata, ma si parlasse solo di “tragici eventi” del 1915. Visitare l’Armenia è da tempo un grande desiderio di Bergoglio, che ha atteso a realizzarlo dopo aver visitato prima la Turchia e dopo aver evitato di compiere la sua visita proprio nel centenario dei “tragici eventi del 1915”.