A Laura Efrikian menzione speciale del premio Anton Giulio Majano, presentato al Barbella il saggio autobiografico (Chieti Today 28.09.22)
“La via della libertà è sempre la via del coraggio”. Prende spunto da questo passo del saggio autobiografico “Laura Ephrikian – Una famiglia armena” [Spazio Cultura Edizioni 2021, postfazione di Walter Veltroni, in sala voce narrante di Giovanni Maria Forlivesi, contributo tecnico di Carlo De Virgiliis], presentato ieri sera al museo d’arte Costantino Barbella, la menzione speciale dedicata all’attrice trevigiana per la prossima edizione del premio “Anton Giulio Majano” che l’amministrazione comunale, in qualità di ente proprietario del brand artistico della manifestazione, intende rilanciare su palcoscenici di più ampio respiro. Di qui la nuova per così dire “ragione sociale”, laddove l’aggettivo “internazionale” colloca la rassegna teatina “su una dimensione”, spiega il maestro Davide Cavuti, direttore artistico del premio [e della stagione di prosa del Teatro Marrucino], “di alto respiro culturale ed in tal senso la presenza qui a Chieti di Laura Efrikian, che visse momenti fulgidi della sua importante carriera proprio col Maestro Majano [“La Cittadella” 1964, “David Copperfield” 1965, ndc] costituisce un qualificato prologo al futuro prossimo dell’evento, per me è un grande onore potermi occupare in termini di programmazione, idee e contenuti di questo marchio già negli anni passati reso visibile grazie al certosino lavoro di Aurelio Bigi”.
I fiori per Laura Efrikian, un galante omaggio del sindaco Diego Ferrara, riempiono di freschezza il Barbella, gremito per questa presentazione abruzzese del libro, mentre lo scrittore e storico Aurelio Bigi, già commissario straordinario del Marrucino, snocciola dati e curiosità sulle precedenti edizioni e sui vincitori [interpreti e produzioni], a vario titolo, dell’Achille a Cavallo [bronzetto di 40×40 cm, simbolo della città, opera dello scultore Luciano Primavera]: Paolo e Vittorio Taviani, Maurizio Zaccaro, Leo Gullotta, Giuliana Lojodice, Marco Giudici [2002]; Alberto Sironi, Andrea Camilleri, Barbara Bobulova, Massimo Ghini, Giacomo Campiotto, Loretta Goggi, Bianca Maria D’Amato, Renato De Carmine, Roberto Chevalier [2003]; “Renzo e Lucia”, Alessio Boni, Elena Sofia Ricci, Angelo Guglielmi, “La meglio gioventù”, “Elisa di Rivombrosa”, Anna Proclemer, la stessa Laura Efrikian, Claudio Bonivento, Bruno Voglino, Giuseppe Giuliani [2004]. Per la cronaca, si tenne anche una IV edizione, organizzata a Pescara da una nota Associazione, anche se mancò il dovuto raccordo con gli ideatori storici, quelli teatini, del Majano. E poi arriva la targa consegnata dal vice sindaco ed assessore alla Cultura Paolo De Cesare all’attrice che tanto fece commuovere gli italiani per il suo flirt con Gianni Morandi, storia intensa e parallela, culminata nel matrimonio col cantante bolognese, a quella cinematografica nel film di genere romantico-musicale “In ginocchio da te” [1964, regia di Ettore Maria Fizzarotti, sceneggiatura di Giovanni Grimaldi e Bruno Corbucci, produzione Gilberto Carbone per Ultra film, distribuzione Titanus, musiche Ennio Morricone, scenografica Carlo Leva, tra gli interpreti principali Gianni Morandi, Laura Efrikian, Nino Taranto, Enrico Viarisio, Enzo Tortora, Dolores Palumbo, Ave Ninchi, Raffele Pisu]. Le immagini del film scorrono sullo schermo del Barbella, con il soldatino Gianni Traimonti [Morandi] che abbraccia e bacia Carla Todisco [Laura Efrikian] una gradita sorpresa questa per Laura che ringrazia commossa l’amico teatino e promoter Leonida Del Ponte: “mi sarei dovuta aspettare da te questo colpo basso…”. Dietro i riflettori, le foto d’ordinanza, gli applausi ed i plausi c’è la storia di Laura Ephrikian [Treviso 14 giugno 1940], sì la avventurosa ed intensa storia connotata da quel “ph” nel cognome, “sostituito nell’uso artistico con la più scorrevole ‘f’ “, spiega l’attrice e scrittrice, “a seguito del consiglio, che io raccolsi, di Vittorio De Sica, ora però, alla mia età, avverto la necessità di ricomporre le tessere originali della mia famiglia, compreso il cognome”.
Così quel “ph”, logaritmo indice nel sistema immunitario, riporta Efrikian ad Ephrikian e Laura lo assume a difesa identitaria della sua famiglia armena. “Il libro” [Laura Ephrikian – una famiglia armena -], commenta l’autrice, “narra le vicende della mia famiglia, del legame speciale con mio nonno, scappato da ragazzino dalla sua terra per sfuggire ad un vero e proprio genocidio che stava incominciando in tutte le sue drammatiche proporzioni ai danni del popolo armeno”. Vicende di violenze, pulizie etniche, fughe verso la libertà e poi di nuovo lotte per la libertà quando la famiglia Ephrikian si stabilì in Italia offrendo un rischioso contributo alla Liberazione. “Mio nonno che venne catturato dai tedeschi, in qualche modo destabilizzandoli con il suo approccio orientale ai rigori della prigionia, era sempre vicino a me con la sua possenza fisica e la sua grande umanità, più che mai mi sento oggi armena sia con riferimento alle persecuzioni ai danni di questo popolo che la storia, a dir vero poco conosciuta, ci tramanda, sia nello specifico riguardo alle ostilità tra l’Azerbaijan e la Repubblica di Armenia, e pensare che l’Italia acquista gas azero mentre il popolo armeno ha solo la sua cultura e la sua arte da vendere, in questi giorni poi un parallelo è inevitabile e dunque mi chiedo se quegli stessi aiuti che l’Italia e gli altri paesi europei assicurano all’Ucraina possano e debbano come credo essere garantiti anche alla causa di una gente massacrata ed umiliata, ma pur sempre ancora fiera e meritevole di un futuro dignitoso e di libertà…. gente che non ha ricevuto dall’Occidente nemmeno un chilo di pane, non siamo gente di serie B …”. Alla fine, l’apprezzamento per Chieti “la Città bomboniera con i suoi monumenti, il suo centro storico e le sue caratteristiche stradine, dovrò visitarla meglio ma mi sembra sia bellissima …. E poi ha dato i natali ad Antonio Giulio Majano, un regista al quale devo molto, lui mi ha lanciato, pensate un po’, quando seppi che stavano per iniziare le riprese de ‘La Cittadella’, gli telefonai dicendogli in maniera sfrontata: ‘buongiorno, sono Laura Efrikian, la più brava e promettente aspirante attrice del momento, se vuole affidarsi ad interpreti di qualità per il suo sceneggiato questo è il suo giorno fortunato, mi dia subito un appuntamento per un provino, non se ne pentirà …’”. Esuberanza di gioventù, idee chiare, amore per la vita, per l’arte e la libertà. Di questa distinta signora, ancor oggi simbolo di grazia e bellezza, fiera come il popolo delle sue origini, decisa ed innamorata come la ‘Carla’ di “In ginocchio da te”, magnetica come attrice e profonda come scrittrice. “Signora Efrikian, torni a trovarci”, questo l’invito del sindaco Diego Ferrara, mentre si chiudono le luci al Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti, non solo pinacoteca ma anche ‘museo di belle storie’. Come quella di Laura Ephrikian, col ‘ph’, da Treviso.