Testimonianze
“E’ dovere di noi tutti effettuare nelle sue linee più ampie la realizzazione del nobile progetto di cancellare l’esistenza degli armeni che per secoli hanno costituito una barriera la progresso e alla civiltà dell’Impero… Siamo criticati e richiamati ad essere pietosi; questa semplificazione è una sorta di ingenuità. Per coloro che non cooperano con noi troveremo un posto che stringerà la fibra dei loro cuori delicati”.Ministro dell’Interno Talaat, 18 novembre 1915.
“Il luogo di esilio di questa gente sediziosa è l’annientamento”. Ministro dell’Interno Talaat, 1 dicembre 1915.
” Dopo aver fatto inchieste, è risultato che solo il 10 per cento degli armeni soggetti a deportazione generale ha raggiunto i luoghi a loro destinati; il resto è morto di cause naturali, come fame e malattie. Vi informiamo che stiamo lavorando per avere lo stesso risultato riguardo quelli ancora vivi, usando severe misure”. Abdullahad Nouri, 10 gennaio 1916.
“Il numero settimanale dei morti durante gli ultimi giorni non era soddisfacente”. Abdullahad Nouri Bey, 20 gennaio 1916.
“…Senza ascoltare nessuna delle loro ragioni, rimuoverli immediatamente, donne, bambini, chiunque essi siano, anche se sono incapaci di muoversi; e non lasciate che la gente li protegga, perché con la loro ignoranza mettono al primo posto guadagni materiali piuttosto che sentimenti patriottici e non riescono ad apprezzare la grande politica del governo. Perché, invece di misure indirette di sterminio usate in altri luoghi, come severità, furia (per portare avanti le deportazioni), difficoltà di viaggio, miseria, possono essere usate misure più dirette da voi, perciò lavorate con entusiasmo…” Ministro dell’Interno Talaat, 9 marzo 1915.
“…La Jemiet (Assemblea) ha deciso di salvare la madrepatria dalle ambizioni di questa razza maledetta e di prendersi carico sulle proprie spalle patriottiche della macchia che oscura la storia ottomana. La Jemiet, incapace di dimenticare tutti i colpi e le vecchie amarezze, ha deciso di annientare tutti gli armeni viventi in Turchia, senza lasciarne vivo nemmeno uno e a questo riguardo è stato dato al governo ampia libertà d’azione…” Comitato Unione e Progresso, 25 marzo 1915.
“Non è un segreto che il piano previsto consisteva nel distruggere la razza armena in quanto razza”. Leslee Davis, Console USA, 24 luglio 1915.
“Non vi è alcun dubbio che questo crimine sia stato pianificato ed eseguito per ragioni politiche”. Sir Winston Churchill.
“Credo che la storia della razza umana non comprenda un episodio terrificante come questo. Il grande massacro e le persecuzioni del passato sembrano insignificanti se comparate a quella della razza armena in 1915”. Henry Morghentau, Amb.USA in Turchia.
“Il governo turco si è reso colpevole di un massacro la cui atrocità eguaglia e supera qualsiasi altro che la storia abbia mai registrato”. George Cleménceau, Primo Ministro di Francia.
“…Gli armeni furono sospettati e sorvegliati dovunque, essi subirono una vera strage, peggiore del massacro. …Fu una strage e carneficina d’innocenti, cosa inaudita, una pagina nera, con la violazione fragrante dei più sacrosanti diritti di umanità, di cristianità e di nazionalità… La questione armena non è morta. Anzi, essa risorge e si mantiene viva, perché la giustizia internazionale, anche se ritardi, ho fede che finirà per imporsi. Spero che l’auspicato avvenimento, o presto, o tardi, si realizzerà; e lo auguro di gran cuore; come spero e auguro che a ciò possa contribuire principalmente l’Italia”. Giacomo Gorrini, Console d’Italia in Trebisonda.
Armin. T Wegner
E’ stato testimone oculare dello sterminio del popolo armeno iniziato a Istanbul il 24 aprile 1915 con una retata che lasciò la nazione armena priva di una guida spirituale, culturale e politica.
E’ a nome della Nazione Armena che io mi appello a voi, come uno dei pochi europei che sia stato testimone oculare, fin dal suo inizio, dell’atroce distruzione del Popolo Armeno nei fertili campi dell’Anatolia, oso rivendicare il diritto di farvi il quadro delle scene di sofferenza e di terrore che si sono snodate davanti ai miei occhi per circa due anni, che non si potranno mai cancellare dalla mia memoria. (Armin T. Wegner)
“… io non accuso il popolo semplice di questo paese il cui animo è profondamente onesto, ma io credo che la casta di dominatori che lo guida non sarà mai capace, nel corso della storia, di renderlo felice, perché essa ha distrutto totalmente la nostra fiducia nelle loro capacità di incivilire ed ha tolto alla Turchia, per sempre, il diritto all’auto-governo…(Armin T. Wegner)