«Qui gli stessi “Orizzonti” dell’Armenia» (Il Giornale di Vicenza 12.08.17)

L’Altopiano le ricorda la sua Armenia. La scrittrice padovana di origini armene Antonia Arslan, andata in scena al teatro Millepini con lo spettacolo “Dessaran – Orizzonti”, ritorna volentieri sull’Altopiano, un luogo che le parla di casa. Quell’Armenia sempre presente nei suoi pensieri e nei suoi scritti. Terra montuosa teatro di numerosi conflitti e dove, tra il 1915 e 1916, l’Impero Ottomano attuò un genocidio da 1,5 milioni di morti, innescando una diaspora arrivata anche in Italia.

«Asiago è una città splendida – afferma Antonia Arslan –. mi ricorda la montagna armena coi suoi altipiani. Sono entrambe terre che hanno qualcosa di magico». Arslan è stata più volte ospite ad Asiago. «Ricordo una serata molto piacevole del Rotary club Altopiano nella quale conobbi Nereo Sartori, impegnato in Armenia per la realizzazione di un ospedale. In un’altra occasione venni invitata dall’allora presidente Franco Gollin dove mi annunciarono il finanziamento di un ambulatorio medico ad Arpeni, piccolo paese nel nord ovest dell’Armenia».

L’Armenia per Arslan è diventata quasi una missione. Dalla sua cattedra di letteratura italiana moderna all’Università di Padova ha iniziato una ricerca personale sul suo popolo, che poi ha condiviso con il grande pubblico prima con la traduzione delle opere del poeta armeno Daniel Varujan e poi con dei romanzi, diventando paladina della causa armena.

«Il negazionismo turco era assurdo – commenta –, oggi solo il governo prosegue con quella linea. I giovani e gli intellettuali oramai lo ammettono. Ma il sogno di re-istituire l’Impero Ottomano rimane un sogno politico per quanto anacronistico».

L’Armenia è alla base dello spettacolo asiaghese inserito nel circuito di Operaestate. «Vengono alternati testi del poeta armeno Varujan e brani miei con le musiche mediterranee di Maurizio Camardi – conclude Arslan –. È uno spettacolo intenso che racconta la storia di uomini e donne. Come sfondo ci sono le foto del pluripremiato fotografo armeno Norayr Kasper. Ho visto che il pubblico lo ha accolto molto bene e questo mi fa piacere».G.R.

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