MODENA – 16 giugno al 17 luglio – Claudio Gobbi. Arménie Ville
Modena – Dal 16 giugno al 17 luglio Fondazione Fotografia presenta al Foro Boario di Modena Arménie Ville, di Claudio Gobbi.
Concepito originariamente a Parigi nel 2007, durante una residenza presso la Cité Internationale des Arts, in coincidenza con l’Anno dell’Armenia in Francia, Arménie Ville è un progetto di foto-installazione e un libro d’artista, edito da Hatjie Cantz.
Le immagini esposte a Modena costituiscono una selezione da una serie che raffigura 125 chiese armene presenti in oltre 25 paesi, in un flusso territoriale continuo che dall’Europa occidentale prosegue in Russia, Medio Oriente e nell’Armenia caucasica. In parte realizzate personalmente dall’artista, in parte collezionate nell’arco di otto anni, le fotografie provengono da fonti ed epoche diverse: archivi (in Italia, Francia, Germania, Georgia e Armenia), autori storici e contemporanei, ricerche nel web.
Come spiega lo stesso Gobbi, in questo lavoro “l’attenzione è rivolta alla forza dell’architettura armena, sulla sua atavica capacità di continuare a ripetere gli stessi segni e processi nello spazio e nel tempo per oltre 1500 anni, e sull’eredità di un paese da sempre diviso fra oriente e occidente e ancora alla ricerca delle sue radici culturali più profonde”. Si tratta di un lavoro seriale – in un’accezione non canonica – dedicato a una precisa tipologia di chiese, o meglio, ad alcune forme costruttive diffuse originariamente nel Caucaso e nell’Armenia storica, la cui struttura architettonica perdura immutata da secoli, senza soluzione di continuità, e che, soprattutto dopo la Diaspora, hanno fatto da prototipo per la realizzazione di tutte le chiese realizzate dagli Armeni in diversi paesi europei ed extraeuropei. “Lo sviluppo di tale processo è potenzialmente inesauribile – scrive in catalogo Giacomo Daniele Fragapane -, perché ogni volta che gli Armeni dispongono di risorse e territorio per edificare una nuova chiesa, questa è sempre ispirata a una delle chiese storiche originarie”.
Se da un lato Arménie ville si pone come terza parte di una trilogia, proseguendo il percorso di ricerca del fotografo di tracce culturali diffuse sul territorio Europeo oltre i suoi confini, dall’altro intende riflettere sulle profonde mutazioni in corso nella fotografia contemporanea interrogando i concetti di visione, serialità, autorialità. “Un progetto serissimo, condotto con ammirevole rigore e molto originale”, secondo Martina Corgnati, che a proposito del lavoro di Gobbi scrive: “Nulla di spettacolare, o di quell’effettistico in cui spesso la fotografia contemporanea indulge; al tempo stesso, queste immagini non sono ‘documentarie’ nel senso che la critica e la storia della fotografia ha per lo più attribuito a questo termine. Nessun abbaglio sociologico, insistenza sul degrado o sul conflitto, o sull’orrore, nessun equivoco da reportage, ma la pazienza enciclopedica della raccolta e della classificazione, l’attenzione sofisticata per il dettaglio, per un approccio lento ed esplorativo”.