Cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian che aspettano Papa Francesco (Farodiroma.it 09.04.16)
I leader di Armenia e Azerbaigian sono «determinati a preservare la tregua e ad appianare le differenze». Così il premier russo, Dmitri Medvedev, citato dall’agenzia Tass, si è espresso ieri in merito agli ultimi sviluppi della crisi nella regione del Nagorno Karabakh. «Mosca — ha detto il primo ministro — non solo non sfugge alle sue responsabilità per facilitare il raggiungimento di una pace duratura, ma fa il possibile in ogni parte del processo». La Russia spera quindi che tutte le questioni legate al Nagorno Karabakh possano essere risolte al tavolo negoziale. Medvedev, che ha concluso una missione a Erevan e a Baku, dove ha incontrato i rispettivi presidenti, ha inoltre sottolineato: «Ci auguriamo che la pace possa essere duratura e che le parti possano continuare a dialogare». Ma la tregua resta fragile e ieri altri due soldati armeni sono morti in scontri con le truppe azere, suscitando una ridda di reciproche accuse tra Erevan e Baku sulla violazione della tregua concordata. La ripresa delle violenze nella regione contesa ha provocato almeno 77 morti da entrambe le parti. L’Occidente, insieme alla Russia, aveva invocato una tregua immediata, raggiunta martedì scorso con la mediazione di Mosca. Nonostante il cessate il fuoco raggiunto nel 1994, armeni e azeri non hanno mai firmato un accordo di pace.