NAGORNO-KARABAKH: Storia delle rovine di Shoushi…(East Journal 06.11.15)
Da STEPANAKERT – Arrivando a Shoushi, seconda città per numero di abitanti del Nagorno-Karabakh, lo Stato che non c’è, si rimane accecati dalla chiesa principale. Ristrutturata coi fondi dei donatori internazionali, il suo marmo bianco brilla sullo sfondo delle montagne dell’Artsakh, come gli autoctoni chiamano questo stato di fatto indipendente grande poco più dell’Umbria, incastonato tra Armenia ed Azerbaigian. Un campanile separato dal corpo principale e un grande lastricato, sempre di luccicante marmo bianco, danno al luogo un’atmosfera magica e pacifica, tipica dei luoghi religiosi dell’Armenia. Ma, poco più avanti, all’incrocio a destra, la città ha una storia diversa da raccontare.
A pochi metri dalla chiesa dedicata al millenario culto armeno, c’è il quartiere musulmano di Shoushi. In mezzo a vie di fango senza asfalto e palazzoni sovietici truccati con colori shocking, ci sono le tracce di un mondo che non esiste più. Le rovine di un bagno persiano, di cui rimane in piedi solo la facciata, l’interno è adibito a discarica e in fondo alla via la Moschea Superiore, completamente abbandonata e traboccante di sterpaglie. Sul posto ci sono alcuni architetti iraniani, il governo di Teheran ha intenzione di restituire al tempio l’antico splendore. Uno splendore di cui godranno i turisti, non i fedeli. A Shoushi sono rimasti quasi solo cristiani.
Sulla via che scende nella vallata, si trovano due condomini dal diverso destino. Uno è ancora abitato, vestiti stesi ad asciugare e lamiere di ruggine come finestre. L’altro è completamente distrutto, messo a ferro e fuoco dall’artiglieria armena durante il conflitto, ufficialmente terminato nel 1994. Rimangono solo le mura e dentro, sulle scale, semi-sepolti dai calcinacci, spuntano disegni di bambini, cocci di piattini e tazzine per l’ultimo caffè turco. Di finestre e porte non c’è nemmeno più traccia, il vento circola senza ostacoli. Dietro il condominio, la Moschea Inferiore: la rete di protezione è tagliata, si entra senza fatica. Si può salire in cima al minareto spuntato del tetto o camminare dove una volta si inginocchiavano i fedeli. Le macerie di un’antica madrasa si affacciano ancora sul giardino retrostante. Continua