L’isola degli Armeni a Venezia (Ilpost.it 16.10.15)
Nella laguna veneziana, pochi uomini su una piccola isola sono stati in grado, negli ultimi tre secoli, di salvare un’antica storia nazionale. Lontani, quasi appartati, hanno prodotto, per il proprio popolo, una rinascita artistica, letteraria e sociale in qualche modo paragonabile all’opera dei grandi umanisti, pittori e scultori del Rinascimento italiano.
La storia inizia nel Vicino Oriente, a Sebaste dove nel 1676 era nato Mechitar: al centro della Turchia di oggi. Il suo nome di battesimo era in realtà Manuk, ovvero “bambino”, ma entrato in monastero, appena adolescente, lo aveva cambiato in Mechitar (“consolatore”). La vita monastica nella Chiesa armena apostolica non aveva però impedito a Mechitar di avvicinarsi a missionari cattolici e allo stesso tempo di rendersi conto del lento declino culturale in cui si trovava il monachesimo armeno. L’istituzione monastica cristiana era stata in passato il fondamento della crescita culturale, letteraria e sociale del popolo armeno. Gli armeni erano diventati cristiani, ufficialmente, all’inizio del IV secolo, nell’anno 301, a seguito del battesimo di re Tiridate III da parte di San Gregorio Illuminatore. Circa un secolo dopo, nel 404 o 405, il monaco Mesrop Mashtots aveva inventato l’alfabeto armeno e avviato così una straordinaria produzione letteraria che avrebbe percorso il medioevo… Continua