Condannare con fermezza la distruzione in Siria da parte dell’ISIS della Chiesa Armena innalzata nel luogo del martirio delle vittime del genocidio
La chiesa armena di Deir el-Zor, eretta nel 1990 a ricordo delle centinaia di migliaia di armeni che in tale località trovarono la morte al termine della marcia di deportazione imposta dal governo turco nell’ambito del piano genocidiario del 1915, è stata fatta saltare in aria dai miliziani dell’Isis. Il crimine è stato perpetrato il giorno 21 settembre, anniversario della indipendenza della repubblica di Armenia.
Ne ha dato notizia il ministro degli Affari Esteri dell’Armenia, Edward Nalbandian che ha definito tale azione una “orribile barbarie”.
Il crimine commesso da miliziani fondamentalisti dell’Isis è ancor più grave giacché avviene proprio alla vigilia dell’anniversario del centenario del genocidio.
A Deir el-Zor (anche Deir ez-Zor, Dayr az-Zawr, Deir al-Zur), in pieno deserto siriano, terminavano le carovane della morte del 1915; i sopravvissuti o furono gettati vivi nelle cavità carsiche del luogo o vennero lasciati morire di fame e di malattie nel deserto.
L’opinione pubblica armena ha chiesto alla Turchia, recentemente accusata di “sostenere” l’Isis, di condannare la devastazione della chiesa, ma ad oggi nessun comunicato ufficiale è pervenuto da Ankara.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma nel denunciare l’ennesimo atto di violenza contro il popolo armeno, chiede ai media ed alle istituzioni italiane di condannare con fermezza la distruzione della chiesa (dedicata ai “Santi Martiri”) edificata in quella che è stata definita la “Auschwitz degli armeni”, meta di pellegrinaggio ogni anno, il 24 aprile, in occasione della commemorazione del Metz Yeghern (il “Grande Male”).
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