Beirut rende omaggio alle spoglie del cardinale Agagianian (Vaticannews 10.09.24)

Giovedì 12 settembre il Libano sarà testimone di un evento eccezionale. Si tratta della traslazione dei resti mortali del Servo di Dio, che giungeranno all’aeroporto Internazionale Rafic Hariri, per concludere il percorso in Piazza dei Martiri, nella cattedrale armeno cattolica di Sant’Elia e San Gregorio Illuminatore

Vatican News

Il Patriarcato Armeno Cattolico di Cilicia aveva recentemente annunciato la traslazione dei resti mortali del Servo di Dio, il cardinale Gregorio Pietro XV Agagianian. Si tratta di un evento di grande significato per la comunità armena cattolica nel mondo e per il popolo libanese.

Krikor Bedros XV Agagianian è stato un cardinale di Santa Romana Chiesa e 15.mo Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici. Fu ordinato prete il 23 dicembre 1917. Nominato Vescovo   l’11 luglio 1935 da Papa Pio XI ed eletto Patriarca di Cilicia degli Armeni cattolici dal Sinodo della Chiesa armeno il cattolica il 30 novembre 1937 con il nome di Krikor Bedros (Gregorio Pietro) XV. Il 18 febbraio 1956 Papa Pio XII lo creò cardinale assegnandoli il titolo di San Bartolomeo all’Isola. Noto poliglotta e giurista, Agagianian guidò in veste di prefetto, dal 18 luglio 1960 al 19 ottobre 1970, la Sacra Congregazione De Propaganda Fide. Morì il 16 maggio 1971 a Roma.

Il trasferimento dei resti mortali avverrà dalla Chiesa armena di San Nicola da Tolentino di Roma, proseguendo poi dall’aeroporto Internazionale di Roma Fiumicino Leonardo da Vinci all’aeroporto Internazionale di Beirut Rafic Hariri, per concludere il percorso in Piazza dei Martiri a Beirut. La cerimonia sarà presieduta da Sua Beatitudine Raphael Bedros XXI Minassian, Patriarca di Cilicia degli armeni Cattolici che aveva promosso la causa di beatificazione e canonizzazione, avviata con l’apertura dell’inchiesta diocesana nel 2022.

Sua Beatitudine Minassian seguirà personalmente ogni fase del trasferimento, viaggiando sullo stesso volo fino alla destinazione finale a Beirut, per garantire che ogni momento venga segnato dal dovuto rispetto e solennità. Oltre al Patriarca Minassian, parteciperanno alla cerimonia di accoglienza a Beirut, il primo inistro libanese Najīb ʿAzmī Mīqātī e diverse personalità religiose, politiche e della società civile. Questo evento rappresenterà un’opportunità per unire libanesi di tutte le confessioni, promuovendo l’unità nazionale e il dialogo interreligioso. Al termine della cerimonia, i resti del cardinale Agagianian saranno accompagnati in processione alla cattedrale armeno cattolica dei Santi Elia e Gregorio Illuminatore, dove saranno custodite nel sepolcro costruito di recente.

L’eredità di fede e amore lasciata dal porporato, che continua a ispirare i fedeli 53 anni dopo la sua morte, rappresenta un gesto di profondo rispetto e un invito alla comunità a vivere in accordo con i suoi principi di carità e servizio. Il cardinale Agagianian – noto per il suo impegno nella costruzione di chiese, scuole e orfanotrofi – gode di un ampio rispetto tra le diverse comunità in Libano. Il suo ritorno nella sua patria spirituale a Beirut offre un’opportunità unica per rinnovare la fede e rafforzare i legami interconfessionali nel paese.

In un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti, talvolta accompagnati da sfide dottrinali e morali, la figura di Agagianian incarna l’uomo di fede in cui si fondono grazia e natura; egli rappresenta così la nuova creatura di cui parla San Paolo nelle sue lettere. Definito come l’«homo Dei» di San Paolo, Agagianian incarnava la grandezza del sacerdozio e ne parlava con affascinante eloquenza. Era un missionario animato dalla carità di Cristo, pronto a sacrificare tutto, persino la propria vita, per il bene delle anime. In qualità di buon pastore, rifletteva la dolcezza di Cristo, mentre come apostolo conservava vivo il sensus Christi e il sensus Ecclesiae, attingendo dalla sorgente del cuore di Dio. Il suo esempio di integrità, spiritualità e dedizione fornisce una guida chiara, seppur silenziosa, sul percorso da seguire per la restaurazione di se stessi, della Chiesa e del mondo: la carità.


Saranno traslate a Beirut le spoglie del cardinale Agagianian (Osservatore Romano)

Giovedì prossimo, 12 settembre saranno traslati a Beirut i resti mortali del servo di Dio cardinale Gregorio Pietro XV Agagianian (1895-1971). Annunciata di recente dal Patriarcato armeno cattolico di Cilicia, la traslazione riveste un grande significato per la comunità armena cattolica e per il popolo libanese. Durante una conferenza stampa svoltasi nei giorni scorsi presso la sede di Achrafieh, Beirut, il vescovo ausiliare Krikor Badishah ha spiegato che il trasferimento avverrà dalla chiesa romana di San Nicola da Tolentino, proseguendo poi per l’aeroporto internazionale di Fiumicino, passando per lo scalo della capitale libanese e concludere il percorso in piazza dei Martiri, dove alla presenza di diverse personalità religiose, politiche e sociali, si svolgerà la solenne cerimonia presieduta dal Patriarca catholicos Raphaël Bedros XXI Minassian, che ha promosso la Causa di beatificazione e canonizzazione, avviata con l’apertura dell’Inchiesta diocesana nel 2022.

Al termine, da piazza dei Martiri i resti del porporato saranno accompagnati in processione alla cattedrale armeno cattolica dei Santi Elia e Gregorio Illuminatore.

Noto per il suo impegno nella costruzione di chiese, scuole e orfanotrofi, il cardinale Agagianian gode ancora oggi di un ampio rispetto tra le diverse comunità in Libano. Il ritorno nella sua patria spirituale offre un’opportunità unica per rinnovare la fede e rafforzare i legami interconfessionali nel Paese (alessandra scotto).


Vaticano, i resti del quasi beato Agagianian trasferiti sul Roma-Beirut (sperando che faccia miracoli in Libano) (Il Messaggero)

I resti mortali del quasi beato cardinale Agagianian, già potentissimo prefetto di Propaganda Fide ai tempi di Paolo VI, lasceranno per sempre Roma per essere trasferiti per sempre in Libano. La teca sigillata dal Vaticano e conservata nella chiesa armena di San Nicola di Tolentino, prima di essere imbarcata su un normale volo di linea Roma-Beirut, dovrà essere sottoposta a una specie di check-in, comprensivo di accurati controlli. Nonostante viaggerà nella stiva per ovvie ragioni, a bordo sarà presente una delegazione di ecclesiastici armeni a controllare che ogni fase organizzativa possa «garanre il dovuto rispetto e la solennità del momento».

A verificare personalmente gli interventi aeroportuali è il Patriarca degli armeni cattolici, Raffaele Minassian.

E’ lui che dopo avere promosso la causa di beatificazione a Roma, due anni fa, ha anche insistito per far traslocare in via definitiva il corpo di Agagianian in Libano, il paese in cui il porporato armeno aveva abitato per un certo periodo, prima di trasferirsi a Roma, luogo in cui poi morì nel 1971.

Ad accogliere a Beirut la teca del cardinale quasi beato ci sarà anche un ministro libanese oltre a diverse personalità politiche e religiose. «Questo evento rappresenterà un’opportunità per unire libanesi di tutte le confessioni, promuovendo l’unità nazionale e il dialogo interreligioso” ha spiegato Minassian, insistendo molto su questi aspetti. Resta sua convinzione che il venerabile Agagianian possa fare il miracolo di riunire i cristiani libanesi attualmente divisi in varie fazioni al punto da ostacolare con i rispettivi veti l’elezione di un presidente.

Vaticano, nuovo Sos per il destino di 120 mila cristiani armeni, il vescovo Minassian parla di crisi umanitaria grave

«Il suo ritorno a Beirut offre un’opportunità unica per rinnovare la fede e rafforzare i legami interconfessionali nel paese. In un’epoca caratterizzata da profondi cambiamenti, talvolta accompagnati da sfide dottrinali e morali, la figura di Agagianian incarna l’uomo di fede in cui si fondono grazia e natura» ha sottolineato Vatican News, avvalorando le aspettative del Patriarca armeno Minassian.

Nato nel 1895 nell’attuale Georgia, Agagianian aveva studiato a Roma. Nel 1937 fu eletto patriarca della Chiesa cattolica armena, prendendo il nome di Gregorio Pietro XV. Fu Pio XII a farlo cardinale e nel 1960 fu nominato da Giovanni XXIII Prefetto di Propaganda Fide. Durante il Conclave del 1963, che vide poi l’elezione di Paolo VI, egli fu considerato uno dei cardinali papabili, avvicinandosi seriamente al soglio pontificio. Successivamente Paolo VI lo volle come moderatore al Concilio Vaticano II.

 

 

 

 

 


 

Il Libano celebra la traslazione del cardinale Gregorio Pietro XV Agagianian il 12 settembre (Gaeta.it)

Giovedì 12 settembre, il Libano vivrà un momento di grande importanza spirituale e culturale con la traslazione dei resti mortali del Servo di Dio, il cardinale Gregorio Pietro XV Agagianian. Questo evento, intriso di significato per la comunità armena cattolica e per l’intero popolo libanese, rappresenta anche una straordinaria opportunità per promuovere l’unità e il dialogo interreligioso nel paese.

La figura di Gregorio Pietro XV Agagianian

Vita e carriera del cardinale

Krikor Bedros XV Agagianian, conosciuto come Gregorio Pietro XV, è stato un cardinale della Chiesa cattolica e il quindicesimo Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici. Nacque il 4 settembre 1895 a Tabriz, in Persia, e il suo percorso di vita si è sempre contraddistinto per un forte impegno nella fede e nella comunità. Dopo essere stato ordinato sacerdote il 23 dicembre 1917, Agagianian ha proseguito il suo cammino ecclesiastico, venendo nominato vescovo il 11 luglio 1935 da Papa Pio XI. La sua ascensione al ruolo di Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici avvenne il 30 novembre 1937 e successivamente, il 18 febbraio 1956, Papa Pio XII lo elevò al rango di cardinale.

La sua carriera è segnata dall’importante ruolo di prefetto della Sacra Congregazione De Propaganda Fide dal 1960 al 1970, dove ha dedicato anima e corpo alla diffusione della fede e alla promozione della cultura cattolica nel mondo. Morì il 16 maggio 1971 a Roma, ma la sua eredità spirituale continua a essere un riferimento per molti.

Un’eredità di carità e dedizione

Il cardinale Agagianian è ricordato come un poliglotta e un giurista, apprezzato per la sua capacità di comunicare e per il suo profondo impegno sociale. È stato un instancabile sostenitore della costruzione di chiese, scuole e orfanotrofi, mirando sempre a migliorare le condizioni di vita delle comunità svantaggiate. La sua figura incarna il concetto di carità cristiana, guidando fedeli e comunità verso un maggiore bene comune.

Evento storico della traslazione nel Libano

Dettagli del trasferimento

La cerimonia che segnerà il ritorno dei resti mortali del cardinale Agagianian avrà inizio dalla Chiesa armena di San Nicola da Tolentino a Roma, per poi seguire un itinerario che porterà il corpo all’aeroporto Internazionale di Roma Fiumicino. Da qui, un volo porterà i resti all’aeroporto Internazionale di Beirut Rafic Hariri, dove si svolgerà una solenne cerimonia di accoglienza. A tenere le redini dell’evento sarà Sua Beatitudine Raphael Bedros XXI Minassian, attuale Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici e principale promotore della causa di beatificazione del cardinale.

La sua presenza durante il volo fino alla destinazione finale dimostra l’importanza che riveste questo momento tanto per la Chiesa quanto per la comunità armena in Libano. Il Patriarca guiderà ogni fase del trasferimento, garantendo che il processo venga eseguito con il massimo rispetto e solennità.

Celebrazione dell’unità nazionale

L’evento non sarà solo religioso, ma assume anche un significato politico e sociale. Tra i partecipanti ci sarà il primo ministro libanese Najīb ʿAzmī Mīqātī e diverse personalità religiose, politiche e sociali. Questo incontro rappresenta un’opportunità per riunire i libanesi, al di là delle loro confessioni religiose, promuovendo un messaggio di unità e collaborazione in un periodo storico in cui il dialogo interreligioso è più necessario che mai.

Una volta arrivati a Beirut, i resti del cardinale Agagianian saranno accompagnati in processione fino alla cattedrale armeno cattolica dei Santi Elia e Gregorio Illuminatore. Qui, saranno custoditi in un sepolcro recentemente costruito, dove la sua memoria potrà continuare a ispirare generazioni future.

Significato spirituale e sociale per il Libano

Un ritorno alle radici

Il rientro del cardinale Agagianian nella sua patria spirituale rappresenta un gesto di profondo rispetto e un invito rivolto alla comunità libanese per vivere secondo i valori di carità e servizio che lui ha incarnato. La sua vita e le sue opere continuano a rappresentare un punto di riferimento per tutti i fedeli, sottolineando l’importanza di una presenza attiva e positiva all’interno della società.

La figura di Agagianian come esempio di fede

In un periodo di sfide morali e dottrinali, il cardinale Agagianian emerge come un simbolo di dedizione. La sua spiritualità e il suo impegno per la comunità hanno lasciato un segno indelebile, facendo di lui una figura capace di unire diverse confessioni e di ispirare un genuino desiderio di pace. La sua integrità e il suo amore per il prossimo rappresentano un invito a tutti a riflettere sui propri valori e sul modo in cui ciascuno può contribuire al bene comune.

L’importanza di questo evento ecclesiastico e sociale rispecchia il desiderio di un mondo migliore, dove il dialogo e il rispetto reciproco siano protagonisti. La traslazione dei resti mortali del cardinale Agagianian è quindi più di una semplice commemorazione: è una celebrazione della vita al servizio degli altri, una testimonianza di fede e una fervente speranza per il futuro.