Trasporti: l’Armenia punta su Iran e India per diventare uno snodo commerciale nel Caucaso (AgenziaNova 07.08.24)

L’Armenia punta sulla collaborazione con Iran e India per tentare di diventare uno snodo commerciale nel Caucaso. Mentre il vicino Azerbaigian sta lavorando per lo sviluppo della Via di trasporto internazionale trascaspica (Titr), il cosiddetto Corridoio di mezzo, Erevan cerca partnership alternative anche a causa dell’assenza di uno sbocco al mare, un fattore geografico che rappresenta un limite. Non sorprende, quindi, che l’agenzia di stampa “Sputnik Armenia”, citando proprie fonti nelle aziende di logistica, riferisca oggi che presto si terrà un incontro fra Armenia, Iran e India incentrato sulla creazione di una rotta commerciale. L’incontro avrà luogo in Iran e coinvolgerà rappresentanti dei settori dei trasporti dei tre Paesi che visiteranno, tra l’altro, il porto di Chabahar, e discuteranno di varie questioni relative al lancio di questa rotta. Secondo il ministero dell’Economia armeno, l’apertura di nuove rotte aumenterà il potenziale commerciale del Paese caucasico: Erevan avrà un accesso affidabile all’India, nonché ai mercati dei Paesi del Sud est asiatico. La rotta servirà a trasportare merci provenienti dai Paesi del Golfo Persico e dall’India verso l’Unione economica eurasiatica e l’Unione europea. Secondo quanto riferisce “Sputnik Armenia”, infatti, dal porto indiano di Mumbai, le merci potranno essere consegnate al porto di Chabahar e poi via terra all’Armenia (su strada o ferrovia), quindi alla Georgia e dal Paese caucasico – attraverso il Mar Nero – ai porti di Bulgaria, Grecia o Russia.

Il fatto che la rotta attraversi il territorio dell’Armenia è importante per l’Iran e l’India: Nuova Delhi, nello specifico, sta cercando di diversificare la propria fornitura di merci viste anche le complicazioni esistenti per le rotte che attraversano il Mar Rosso dove, sebbene con minore entità, permane la minaccia degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi. Il percorso attraverso il territorio dell’Iran e dell’Armenia consentirà all’India e ai Paesi del Golfo persico di ridurre i costi logistici del 25 per cento, nonché di dimezzare il periodo di transito dai circa 40 giorni necessari al momento per le navi che passano attraverso il Canale di Suez a più o meno 18 giorni. Qualora tale rotta fosse effettivamente avviata l’Armenia potrebbe diventare un importante snodo di transito. L’interesse dell’Armenia nei confronti delle attività di Iran e India risale già allo scorso dicembre, quando il ministro dell’Amministrazione territoriale e delle Infrastrutture armeno, Gnel Sanosyan, aveva visitato il porto di Chabahar per valutare le potenzialità di questo scalo marittimo.

E le potenzialità del porto sono effettivamente notevoli per l’Armenia: Chabahar si trova, infatti, sulla costa sud orientale dell’Iran lungo il Golfo di Oman, ed è ufficialmente designato come zona industriale e di libero scambio dal governo iraniano. Lo scorso 3 giugno l’Indian Ports Global Limited ha firmato un contratto decennale con l’Organizzazione portuale e marittima dell’Iran per lo sviluppo e la gestione del porto di Chabahar. In base all’intesa, l’India dovrà investire 120 milioni di dollari per ammodernare lo scalo e aprire una linea di credito aggiuntiva di 250 milioni di dollari per una serie di progetti correlati all’infrastruttura portuale. Chabahar, oltre ad essere il punto di accesso più vicino all’Oceano indiano, per l’Iran può rappresentare il fulcro delle vie di transito verso l’Asia centrale, la Russia e anche i Paesi europei. Per l’India il vantaggio di investire nel porto di Chabahar ha un valore strategico e politico, visto che lo sviluppo di questo scalo consentirebbe di aggirare i porti pakistani di Karachi e di Gwadar. Storico rivale dell’India, per l’ammodernamento del porto di Gwadar il Pakistan si è affidato alla Cina, altro Paese che rappresenta un competitor per Nuova Delhi e che con l’iniziativa Belt and road ha già in atto un piano per rafforzare il proprio export verso l’Europa.

L’accordo sul porto di Chabahar, quindi, per l’Armenia ha dei risvolti tutt’altro che trascurabili. Lo scorso gennaio l’Iran ha concesso all’Armenia l’accesso ai suoi scali marittimi di Chabahar e Bandar Abbas proprio per facilitare il commercio con l’India. Dopo la guerra con l’Azerbaigian del 2020, il governo di Erevan ha lavorato attivamente per diversificare i suoi partner nel settore della sicurezza e si è rivolta all’India per la cooperazione in materia di difesa e gli acquisti di armi. Lo sviluppo di questa cooperazione trilaterale migliorerà significativamente l’infrastruttura di transito dell’Armenia e accrescerà l’importanza del Paese del Caucaso per quanto concerne i collegamenti fra Mar Nero e Golfo Persico. Su questo fronte, Erevan e Teheran stanno già lavorando per realizzare le infrastrutture necessarie. Lo scorso aprile Iran e Russia hanno siglato per la costruzione del collegamento ferroviario fra le città iraniane di Rasth e Astara, nel nord del Paese: questa tratta si inserisce nel maxi progetto che prevede il collegamento delle reti ferroviarie di Iran, Russia e Azerbaigian, ma Teheran vorrebbe coinvolgere anche l’Armenia e, in questo senso, positiva sarebbe la sigla di un accordo di pace fra Erevan e Baku. Oltre a rafforzare la stabilità della regione, infatti, un’intesa di questo tipo aprirebbe all’Armenia le porte per accedere a diversi progetti infrastrutturali regionali. La cooperazione fra Iran e Armenia, tuttavia, non si ferma qui: lo scorso ottobre i due Paesi hanno firmato un accordo in base al quale le imprese edili iraniane costruiranno una strada di 32 chilometri nella sezione meridionale del corridoio stradale di trasporto Nord-Sud dell’Armenia. Questa strada – che collegherà la città di Kajaran al villaggio di Agarak a Syunik – includerà 920 metri di tunnel, cinque svincoli, sei cavalcavia e 17 ponti. Si stima che la costruzione sarà completata entro il 2026, con il governo armeno che ha preso in prestito 254 milioni di dollari dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e ha concesso un contratto da 215 milioni di dollari a un consorzio di due società iraniane per il progetto. Circa due terzi della strada saranno ampliati e ristrutturati mentre i restanti 11 chilometri dovrebbero essere costruiti nel corso di tre anni.

Il collegamento stradale avrebbe, quindi, un significato strategico per l’Armenia in quanto potrebbe consolidare la sicurezza del Paese e portare stabilità alla regione. Infine, la partecipazione dell’Armenia a questo progetto di transito – soprattutto in un’ottica di rafforzamento della rotta commerciale che coinvolge anche l’India – ne rafforzerà l’importanza geoeconomica lungo le rotte di transito regionali, bilanciandone così il ruolo rispetto all’Azerbaigian. Baku, come detto, sta puntando con i partner dell’Asia centrale, in particolare il Kazakhstan, sul “Corridoio di mezzo”, un progetto di sviluppo che collegherebbe le reti di trasporto merci della Repubblica popolare cinese (Rpc) e dell’Unione europea attraverso le economie dell’Asia centrale, del Caucaso, della Turchia e dell’Europa orientale. Sia l’Unione europea che la Cina hanno espresso la volontà comune di sviluppare il Corridoio di mezzo per affrontare le attuali sfide geopolitiche e rafforzare la sicurezza delle catene di approvvigionamento. In questo contesto, a livello regionale l’Armenia non può permettersi di “restare indietro” rispetto all’Azerbaigian, che resterà comunque nei prossimi anni un Paese esportatore di riferimento per l’Ue, soprattutto nel settore energetico, e la Georgia che, sebbene non dotata di grandi materie prime da esportare, grazie ai suoi porti sul Mar Nero rappresenta già uno snodo logistico nell’area.

Vai al sito