L’Azerbaigian potenza bastarda: tra arresti, petrolio… (L’Espresso, 18.06.15)
Dal finestrino dell’aereo, arrivando di notte, la città sembra un’enorme piattaforma appoggiata in mare aperto. Uno spazio illuminato di rosso, intorno al quale regna il buio quasi assoluto. Baku sorge su una lingua di terra che si allunga di poco nel Caspio, e la differenza tra lei e tutto il resto dell’Azerbaigian è come quella fra il giorno e la notte.
Grazie ai soldi del petrolio, la piccola repubblica del Caucaso negli ultimi cinque anni è diventata una potenza regionale. E ha scelto di trasformare la sua capitale in una sorta di vetrina sul mondo: grandi alberghi, boutique d’alta moda, pratini all’inglese, marciapiedi immacolati, il museo nazionale disegnato da Zaha Hadid, tre torri firmate Norman Foster con tanto di bandiera nazionale riprodotta sulle vetrate da migliaia di luci a led. (continua a leggere)