La Casa Armena di Milano festeggia i sui 70 anni di attività con una serata musicale dedicata ad Aram Khachaturyan
In occasione del 120° anniversario della nascita di Aram Khachaturyan, si è tenuto un concerto presso l’ associazione culturale Casa Armena – Hay Dun che celebra quest’anno 70 anni dalla sua fondazione e ha sempre svolto una intensa attività culturale. Al concerto hanno partecipato musicisti di altissimo livello professionale, giunti da varie parti del mondo per valorizzare l’attività dell’associazione e per offrire assaggi della musica armena. In un ambiente intimo tipico dei salotti e perfettamente adatto per i concerti di musica da camera, sia per l’equilibrata acustica dei suoi spazi, sia per l’atmosfera di raccoglimento che è in grado di offrire, si è svolto un programma ricco di contrasti, generati dall’alternanza tra la musica d’arte occidentale e quella di alcuni compositori armeni. La sempre emozionante musica di Aram Khachaturyan, a cui l’evento era dedicato, la cantilena dell’Aria di Arno Babagianyan; la danza popolare Shatakh, trascritta da padre Komitas, compositore ed etnografo che negli anni bui del genocidio armeno del secolo scorso contrastò il piano di sterminio degli armeni messo in atto dal governo turco con i suoi studi sulla musica nazionale, dimostrandone il valore e l’originalità e restituendo ad essa la sua dignità. Presente anche la musica di Gurdjieff, un intellettuale a cavallo tra la cultura ufficiale e quella esoterica e tra l’Armenia, suo paese nativo, e Parigi, città che lo accolse negli anni venti del ‘900. Mistico, lasciato ai margini della cultura ufficiale sia in Europa che in Armenia e artefice non riconosciuto di numerosi ponti che collegano il mondo armeno a quello occidentale, Gurjieff è stato qui rappresentato dalla esecuzione di brani che propongono una raffinata combinazione tra la viola e il tar persiano.
Con un programma che alternava voci operistiche a brani per pianoforte e strumenti ad arco, i musicisti hanno conquistato il pubblico grazie al loro gusto innato, al loro rigore professionale, alla loro spiccata musicalità, raffinatezza ed espressività d’esecuzione. L’alta caratura artistica, la ricchezza e la grande padronanza della voce operistica di Syuzanna Hakobyan; il garbato e raffinato gusto musicale del violista Maurizio Redegoso Kharitian, fondatore del progetto Nor Arax volto allo studio e alla divulgazione della musica armena, il quale ha eseguito musiche di Gurdjieff e Komitas accompagnato dal tar persiano di Antonio Sernia; Shushan Hovakimyan, ormai avviata verso la carriera pianistica; Babak Khayami, violoncellista persiano che oltre che per la sua professionalità, ha colpito e commosso il pubblico per la dedica a sostegno delle sue connazionali che lottano per i propri diritti civili; la violinista Nobuko Murakoshi, che con la sua emozionante interpretazione ha acceso i colori brillanti della musica di Khachaturyan spaziando dall’impeto dei Valzer alla tenerezza della cantilena dell’Adagio; Padre Nerses Harutyunyan con la robusta voce di basso, le cantanti Anì Balyan, e Rosy Svaslyan con il loro grande senso artistico e la loro espressività e la dodicenne Chiara, la più piccola tra i musicisti, la cui presenza in un concerto di così alto livello professionale testimonia della sensibilità degli organizzatori nei confronti delle nuove generazioni che stanno svolgendo ora i primi passi nell’ambito musicale.
In conclusione del concerto, Anì Martirosyan, responsabile degli eventi musicali di Casa Armena, attiva promotrice fin dal 1993 della cultura musicale armena in Italia e motore dell’evento musicale sia nelle questioni organizzative che come accompagnatrice per quasi tutte le esecuzioni, ha eseguito la irruente Toccata di Kachaturyan con slancio rigoroso, sottolineando, insieme ai colleghi, la vitalità e l’energia assertiva della musica nazionale armena.
In conclusione, val la pena di ricordare, in questo periodo oscuro della storia dell’Armenia odierna in cui forze antinazionali mirano ad indebolire la cultura musicale attraverso l’abolizione del Conservatorio Statale Komitas, che la maggior parte dei musicisti presenti al concerto si sono formati professionalmente proprio in questo ente, fonte inestimabile e inesauribile, fin dalla sua fondazione, di musicisti di ottima qualità.
Articolo a cura di Mariam Asatryan