Cos’è il Nagorno-Karabakh e perché c’è un conflitto in corso tra Armenia e Azerbaigian (Geopop 06.03.24)
Il Nagorno-Karabakh è una regione del Caucaso meridionale senza sbocchi sul mare, situata tra Armenia e Azerbaigian e al centro di una contesa tra i due Stati che ha portato ad una guerra ancora oggi senza risoluzione. Uno dei numerosi conflitti presenti nel mondo, di cui però si parla molto poco e che ha generato lo sfollamento di migliaia di persone. Ma di cosa si tratta e perché questa regione è contesa tra i due Stati?
A cura di Rachele Renno
Cos’è il Nagorno-Karabakh e perché c’è un conflitto in corso tra Armenia e Azerbaigian
Si sentono spesso nominare sui media il Nagorno-Karabakh e la guerra tra Armenia e Azerbaigian. Ma di che area del mondo stiamo parlando? E come mai questi due Paesi si stanno combattendo? La regione del Nagorno-Karabakh, in lingua armena indicata come Artsakh e in lingua azera come Dağlıq Qarabağ (col significato di “giardino nero montuoso”), appartiene geograficamente all’altopiano armeno e fa parte del Caucaso meridionale. Il territorio è al centro di una guerra tra Armenia e Azerbaigian: quest’ultimo vuole prendere possesso della regione, annettendolo allo Stato, e al momento sta riuscendo nel suo intento. Nel settembre 2023, dopo un intervento militare azero, più di 100.000 persone di origine armena sono state costrette a spostarsi in Armenia.
Perché c’è la guerra in Nagorno-Karabakh: le origini del conflitto tra Armenia e Azerbaigian
La regione del Karabakh è stata da sempre al centro di dominazioni e conquiste e fu proclamata parte dell’impero russo nel 1813; dopo la rivoluzione russa del 1917 entrò a far parte di una federazione, chiamata Federazione Transcaucasica, e fu rivendicata sia dall’Armenia, poiché il 98% della popolazione era costituita da armeni, sia dall’Azerbaigian, a cui fu poi assegnato da Stalin nel 1921.Carta dell’area del Caucaso. Nella parta bassa della mappa si vedono l’Armenia, l’Azerbaigian e, in linea tratteggiata, la regione del Nagorno–Karabakh, ex Repubblica dell’Artsakh
In seguito al crollo e dissoluzione dell’Unione Sovietica, negli anni ‘90 la disputa territoriale del Nagorno Karabakh tornò alla ribalta: la maggioranza armena, con il supporto logistico del vicino Stato armeno, iniziò a rivendicare l’indipendenza dall’Azerbaigian e la riunificazione all’Armenia.
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Di Alessandro Beloli
La mancanza di un accordo e la crescente tensione tra le due parti portò allo scoppio della prima guerra del Nagorno Karabakh, che dal 1992 al 1994 causò più di 30.000 vittime. Alla fine della guerra, con il cessate il fuoco, la maggioranza armena nella regione proclamò la nascita della Repubblica dell’Artsakh, che però non è mai stata formalmente riconosciuta dalla comunità internazionale e dall’Azerbaigian: di fatto quest’ultimo Paese rivendica il Nagorno-Karabakh come parte del proprio territorio.
La situazione oggi: gli ultimi avvenimenti
Nel settembre 2020 sono ricominciate le ostilità, con un attacco da parte dell’Azerbaigian alla regione. Dopo alcuni giorni di scontri il Paese ha occupato la parte meridionale della regione del Nagorno-Karabakh, sotto il controllo armeno. Dopo vari appelli dell’ONU e con la mediazione della Russia, nel novembre 2020 è stata proclamata una tregua tra i due Stati, con la creazione di una zona di pace al confine, presieduta dalla Russia come garante.
Il 19 settembre 2023, tuttavia, l’Azerbaigian ha nuovamente attaccato militarmente la regione a maggioranza armena e, dopo la vittoria, ha ottenuto la resa della Repubblica di Artsakh, provocando l’esodo di migliaia di armeni (più di 100.000 persone) attraverso il ponte di Hakari. L’esercito azero aveva infatti bloccato il cosiddetto corridoio di Lachin, lungo il confine con l’Armenia, attraverso cui la popolazione riceveva la maggior parte dei beni di prima necessità.
Questo esodo di armeni dal Nagorno-Karabakh all’Armenia è stato definito da numerosi osservatori internazionali e dall’Unione Europea come una pulizia etnica nella regione ad opera dell’Azerbaigian: con una risoluzione del 5 ottobre 2023 il Parlamento Europeo ha così chiesto di sanzionare i responsabili del governo azero che hanno messo in atto l’offensiva, causando l’esodo di migliaia di persone. Il risultato primario dell’offensiva da parte dell’Azerbaigian, comunque, è stata la dissoluzione della Repubblica di Artsakh dal 1 gennaio 2024.
Carro armato dell’esercito azero nella regione del Nagorno–Karabakh. Credits: Nicholas Babaian.
I possibili scenari futuri
In seguito alla vittoria dell’Azerbaigian del settembre 2023 è stato dichiarato lo scioglimento degli organi di governo della Repubblica dell’Artsakh ed è stata avviata una fase di ripopolamento o, come definito dal governo azero, “ritorno” al Nagorno Karabakh dei cittadini azeri che avevano lasciato o erano stati espulsi dalla regione all’inizio degli anni ‘90. In tal senso, il governo azero sta anche mettendo in atto politiche di donazione di appartamenti abbandonati ai cittadini che vogliano trasferirsi nel territorio.
Sul fronte armeno ci sono state alcune proposte relative al futuro: alcuni ex deputati della Repubblica dell’Artsakh hanno chiesto di creare una sorta di governo provvisorio in esilio, opzione che appare improbabile e anche rischiosa per una risoluzione pacifica del conflitto; altri esponenti politici cercano di percorrere la via dei negoziati con Baku.
D’altro canto, un accordo di pace potrebbe essere vantaggioso per entrambe le parti: da un lato l’Armenia vorrebbe mantenere la propria integrità territoriale, consentendo la riapertura dei confini e di linee ferroviarie e zone strategicamente importanti per il traffico commerciale. L’Azerbaigian, invece, aspira a espandere la propria influenza nel Caucaso meridionale anche legandosi maggiormente alla vicina Georgia, ritenendo ormai acquisito il territorio del Nagorno-Karabakh.
La comunità internazionale non è intervenuta in modo incisivo sulla vicenda né lo ha fatto la Federazione Russa, garante della pace tra le due parti. La Russia, infatti, al momento è impegnata dalla guerra contro l’Ucraina ed è legata con l’Azerbaigian da interessi commerciali ed economici. Il futuro della regione appare perciò ancora incerto.