MILANO – 03 Febbraio 2024 – Presentazione del libro “Il numero 31328” di Ilias Venezis
…La sua capitale era Smirne, il grande porto mediterraneo, una città profondamente greca, vivacissima, tradizionale e moderna insieme, dove convivevano greci, turchi e armeni, ebrei, levantini e gente di tante altre etnie. Una spina nel fianco del generale Kemal, il nuovo padrone della Turchia, che non a caso – dopo aver respinto a mare lo sconfitto esercito greco – la abbandonò al fuoco, che cancellasse anche il ricordo degli splendori del passato. Siamo nel settembre del 1922. Venezis è un ragazzo di campagna diciottenne, che si trova, come tanti altri, coinvolto nel disastro, in quella che viene chiamata la grande catastrofe dell’Asia Minore. Perché non ci fu solo l’incendio. Subito dopo, venne condotto contro i sudditi ottomani di etnia greca un gigantesco e capillare «rastrellamento», che portò alla deportazione verso l’interno dell’Anatolia di decine di migliaia di uomini fra i diciotto e i quarantacinque anni – avviati per la maggior parte alla morte – e nell’esodo forzato dalla patria ancestrale (abbandonando tutto, terra, case, beni, secondo lo schema collaudato contro gli armeni) di tutti gli altri, donne vecchi bambini: circa un milione e mezzo di persone….
dalla prefazione di Antonia Arslan