Settantanovesimo giorno del #ArtsakhBlockade. Una missione ONU nel Corridoio di Lachin e in Artsakh è il minimo indispensabile che la comunità internazionale possa fare (Korazym 28.02.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 28.02.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi ci fermiamo un instante per commemorare il 35° anniversario del pogrom di Sumgait, l’uccisione sistematica di innocenti Armeni a Sumgait, in Azerbajgian, che ebbe luogo tra il 27 e 29 febbraio 1988. I massacri di Sumgait sono stati la prima campagna di pulizia etnica che gli Azeri hanno commesso come una risposta brutale alle legittime esigenze del popolo dell’Artsakh per esercitare il loro fondamentale diritto all’auto-determinazione. Il brutale pogrom di Sumgait ha alimentato l’odio sponsorizzato dallo Stato azerbajgiano nei confronti degli Armeni e ha preceduto ulteriori episodi sanguinose di pulizie etiche perpetrate dalle autorità azere a Kirovabad, Mingechaur, Baku e altrove in Azerbajgian e in Nagorno-Karabakh.
Oggi, 28 febbraio 2023, in occasione della giornata della commemorazione delle vittime dei massacri organizzati dall’Azerbajgian e di protezione dei diritti dei rifugiati armeni, il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, accompagnato dal Presidente dell’Assemblea nazionale, Artur pervmasyan, dal Primate della Diocesi di Artsakh della Chiesa Apostolica Armeno, Vescovo Vrtanes Abrahamyan, da rappresentanti degli enti legislativi e esecutivi e dai membri del Consiglio di sicurezza hanno partecipato presso il Complesso memoriale di Stepanakert, alla cerimonia di deposizione di una corona di fiori al monumento alle vittime del pogrom di Sumgait. Successivamente, il Vescovo Vrtanes Abrahamyan ha celebrato un Requiem in memoria delle vittime dei massacri.
28 febbraio, giorno della memoria delle vittime del pogrom di Sumgait. Il 35° anniversario dell’orrore di Pietro Kuciukian – 26 febbraio 2023 [QUI]
Oggi, nessun cambiamento nella situazione relativa al blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin) in Artsakh/Nagorno-Karabakh, nel 79° giorno che sedicenti “eco-attivisti” organizzati dal regime criminale dell’Azerbajgian continuano con il blocco illegale dell’intera popolazione della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. La politica della pulizia etnica di Armeni nell’Artsakh continua. Carenze di prodotti alimentari, farmaci, energia continuano ad essere segnalati dai cittadini Armeni della Repubblica.
La protezione dei diritti umani del popolo del Nagorno-Karabakh è stata continuamente trascurata, ha affermato il Ministro degli Esteri armeno, Ararat Mirzoyan, intervenendo alla 52ª sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
“Mentre possiamo apprezzare la gravità della situazione altrove a causa di altri conflitti e crisi, non possono esserci gerarchie di sofferenza basate su considerazioni e interessi geopolitici”, ha affermato il Ministro degli Esteri armeno, sottolineando che “contro ogni previsione, il popolo del Nagorno-Karabakh si è sforzato di esercitare liberamente i propri diritti umani”. “Questa determinazione non è cambiata anche dopo devastanti ondate ripetitive di repressione e aggressione dell’Azerbajgian che hanno ucciso migliaia di persone e rovinato centinaia di città e villaggi, infrastrutture civili, patrimonio culturale e religioso. La comunità internazionale, tuttavia, è rimasta in gran parte inattiva, perciò l’appetito dell’Azerbajgian è stato incoraggiato dall’impunità. Quest’ultimo, poi, ha attaccato e occupato i territori sovrani della Repubblica di Armenia”, ha osservato il Ministro Mirzoyan.
“In un’atmosfera di totale impunità, l’Azerbajgian continua a violare i principi del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Sono circa 80 giorni che l’Azerbajgian ha bloccato il Corridoio di Lachin, l’unica strada che collega il Nagorno-Karabakh all’Armenia e al resto del mondo. L’Azerbajgian ha anche interrotto l’elettricità e interrompe regolarmente la fornitura di gas. Di conseguenza, gli Armeni del Nagorno-Karabakh sono sull’orlo di una catastrofe umanitaria. Nel frattempo, l’Azerbajgian ha annunciato ai massimi livelli che può revocare il blocco per tutti coloro che vogliono lasciare il Nagorno-Karabakh. È in atto una strisciante pulizia etnica”, ha sottolineato il Ministro Mirzoyan.
Il Ministro degli Esteri dell’Armenia ha sottolineato che il 22 febbraio la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso un provvedimento provvisorio giuridicamente vincolante nei confronti dell’Azerbajgian nel procedimento avviato dall’Armenia nei suoi confronti, respingendo all’unanimità le richieste dell’Azerbajgian formulate nel procedimento parallelo in merito a presunta posa di mine da parte dell’Armenia. “Nell’ordinanza menzionata, la Corte ha rilevato che esiste un rischio imminente di danno irreparabile ai diritti degli Armeni ai sensi della Convenzione per l’eliminazione della discriminazione razziale e ha ordinato all’Azerbajgian di adottare tutte le misure necessarie per garantire il movimento senza ostacoli di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni. Le misure provvisorie della Corte Internazionale Giustizia sono legalmente vincolanti. Tuttavia, finora l’Azerbajgian non ha revocato il blocco del Corridoio di Lachin”, ha osservato. “L’Azerbajgian commette questo crimine in mezzo all’ampia e veramente globale richiesta di aprire il Corridoio di Lachin, anche da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite e dell’Alto Commissario per i Diritti Umani”, ha sottolineato il Ministro Mirzoyan.
Allo stesso modo, ha detto, l’Azerbajgian non ha indagato sulle esecuzioni extragiudiziali, le torture, le mutilazioni e la profanazione dei corpi dei soldati armeni morti, comprese delle donne, come è stato specificamente richiesto dai titolari del mandato delle procedure speciali delle Nazioni Unite [QUI]. Gli esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno inoltre sottolineato che attendono ancora dall’Azerbajgian “informazioni sui motivi di fatto e legali per la continua detenzione dei prigionieri di guerra dopo la cessazione delle ostilità, e le misure adottate per informare le famiglie degli scomparsi sul loro destino e il luogo esatto in cui si trova.
Il Ministro degli Esteri della Repubblica di Armenia ha sottolineato che è “la ferma convinzione dell’Armenia che il dispiegamento della missione inter-agenzia delle Nazioni Unite nel Corridoio di Lachin e nel Nagorno-Karabakh sia il minimo indispensabile che la comunità internazionale possa fare in queste circostanze”. “Le Nazioni Unite sono dotate di un mandato universale e dovrebbero godere di un accesso incondizionato e senza ostacoli alle persone bisognose. Il meccanismo delle Nazioni Unite per i diritti umani dovrebbe essere utilizzato per salvare vite umane, estendere l’assistenza umanitaria necessaria e proteggere i diritti umani delle persone interessate. Il mondo ha bisogno di casi positivi e di successo dell’applicazione dei meccanismi internazionali, quelli per cui sono stati creati e previsti. Il sistema internazionale non può permettersi di sostenere l’ennesimo fallimento”, ha affermato il Ministro Mirzoyan.
Ha ribadito l’incrollabile impegno dell’Armenia per la protezione e la promozione dei diritti umani, ricordando che anche quest’anno l’Armenia ha ricevuto i primi posti nella regione dal World Press Freedom Index e dal Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit. “In qualità di membro del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, anche nel suo ufficio di presidenza nel 2022, l’Armenia si è impegnata a dare un contributo significativo agli sforzi internazionali per promuovere e proteggere i diritti umani in tutto il mondo. Vorrei sottolineare in particolare il contributo dell’Armenia agli sforzi internazionali per la prevenzione del genocidio. Ringraziamo ogni Stato che ha sostenuto l’adozione consensuale delle risoluzioni del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite sulla prevenzione del genocidio presentate dall’Armenia nel 2022″, ha affermato.
La modalità operativa del Corridoio del Lachin dovrebbe essere conforme alla Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020 dei leader della Federazione Russa, dell’Armenia e dell’Azerbaigian, con non prevede l’istituzione di posti di blocco, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, durante la conferenza stampa tenutasi dopo i negoziati con il Ministro degli Esteri azero, Jeyhun Bayramov, ha riferito l’agenzia Tass: “Il suo [del Corridoio di Lachin] regime operativo deve rispettare pienamente la prima Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, che significa la necessità di garantire la libera circolazione dei beni civili e umanitari e dei civili. Questo è esattamente ciò per cui ci battiamo, principalmente attraverso la forza di mantenimento della pace russa. Non è prevista la creazione di posti di blocco lì”.
Dimostrando la preparazione costante dell’Azerbajgian alla guerra di aggressione contro l’Armenia (che chiamano Azerbajgian occidentale e terra loro) e contro l’Artsakh (che chiamano Regione economica del Qarabağ e terra loro), il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian informa che il Colonnello generale Zakir Hasanov con un gruppo di ufficiali del dipartimento del lavoro ideologico e del supporto morale-psicologico dello Stato maggiore dell’Esercito ha visita le truppe in un’installazione militare nei territori della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh che furono occupati con la guerra dei 44 giorni di fine 2020, probabilmente nella regione di Kelbajar, al confine con l’Armenia. La mappa sul muro evidenzia le aree sul territorio sovrano dell’Armenia occupate durante l’invasione di settembre 2022.
«Mentre l’Azerbajgian sta letteralmente commettendo un genocidio lento con il #ArtsakhBlockade con impunità, il governo del Regno Unito sta pubblicando annunci per promuovere l’Azerbajgian. 450 società del Regno Unito operano in Azerbajgian» (Nara Matini).
La BBC è stata accusata di aver “imbiancato” il regime autocratico dell’Azerbajgian nel film sponsorizzato dalla BP, “Wonders of Azerbaijan” realizzato con il finanziamento del gigante britannico del petrolio e del gas, British Petroleum (BP) e il sostegno della controversa famiglia Aliyev al potere nel Paese
di James Dowsett
openDemocracy, 22 novembre 2022
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)
Al pubblico che si è sintonizzato su BBC World News ad agosto è stato promesso che avrebbe scoperto “come la ricchezza petrolifera dell’Azerbajgian ha permesso alla capitale Baku di prosperare” e “guadagnato la reputazione di essere la ‘Parigi dell’Est’” nel film Wonders of Azerbaijan presentato dalla storica Bettany Hughes, che ha co-fondato SandStone, sponsorizzato da BP.
BP ha speso 300.000 sterline per il film, che è stato realizzato dalla società di produzione britannica SandStone Global con il sostegno di una fondazione e di un media center gestito dai membri della famiglia Aliyev al potere in Azerbajgian.
Emin Huseynov, un giornalista azero fuggito dalla persecuzione politica in Azerbajgian nel 2015, ha accusato la BBC di “imbiancare una dittatura” con il film. Husyenov, che del 2006 ha realizzato un premiato documentario della BBC, che ha seguito i giovani attivisti pro-democrazia in Azerbajgian, ha detto a openDemocracy che la BBC ha subito “una trasformazione vergognosa e ha dato la parola ad uno dei regimi più sanguinari e corrotti del mondo”. Ha anche accusato la BBC di essere “passiva” nella sua copertura della situazione dei diritti umani in Azerbajgian e rilevato la mancanza di controllo sui legami di BP con il regime di Aliyev.
La BBC ha detto a openDemocracy che il film Wonders of Azerbaijan “non è un programma di attualità”. “La più ampia storia geopolitica della regione è stata ampiamente riportata dai servizi di BBC News”, ha detto un portavoce.
Chris Garrard, del gruppo della campagna artistica Culture Unstained, ha detto a openDemocracy che gli accordi di sponsorizzazione dei media come BP “legittimano” le compagnie di combustibili fossili mentre continuano a investire in nuove infrastrutture per petrolio e gas, piuttosto che cercare di raggiungere obiettivi net-zero. Dati i precedenti del regime azero in materia di violazioni dei diritti umani, la “prospettiva culturale positiva sull’Azerbajgian” del film della BBC ha funzionato a “vantaggio della BP”, ha detto Garrard.
Il film ha anche promosso implicitamente le rivendicazioni dell’Azerbajgian su Shusha, una città nel territorio conteso del Nagorno-Karabakh che l’Azerbajgian ha sottratto dalle forze armene durante la seconda guerra del Karabakh nel 2020. L’Azerbajgian ora vuole trasformare la regione in una “zona di energia verde” – con l’aiuto di BP. In base al suo cosiddetto “contratto del secolo” nel 1994, BP è il più grande investitore aziendale straniero nell’Azerbajgian, ricco di risorse. Ha da tempo affrontato critiche da parte di attivisti per i diritti umani e per il clima per i suoi legami con il regime al potere di Aliyev, che è stato accusato di “frode elettorale”, di aver messo a tacere le voci di dissenso e di aver beneficiato in modo sproporzionato della ricchezza di petrolio e gas dell’Azerbajgian.
“BP ha bisogno di mantenere il governo [azerbajgiano] dalla sua parte e questo [film] è un modo a basso costo per farlo”, ha detto l’attivista James Marriott, coautore di Crude Britannia: How Oil Shaped a Nation.
Un portavoce della BP ha detto a openDemocracy che intende lavorare per lo sviluppo “efficace e responsabile” delle risorse energetiche del Mar Caspio a beneficio dell’Azerbajgian e della compagnia. Ha aggiunto di avere un’ambizione netta pari a zero e sta lavorando per decarbonizzare le operazioni e sviluppare l’energia rinnovabile in Azerbajgian. “Non sosteniamo individui o gruppi politici in nessun Paese”, ha detto a openDemocracy un portavoce dell BP.
Un portavoce della BBC ha dichiarato: “Ospitare pubblicità e sponsorizzazioni al di fuori del Regno Unito, che è chiaramente etichettato come tale ed è completamente separato dalla nostra produzione editoriale, ci consente di investire nel giornalismo di livello mondiale della BBC, che fornisce notizie indipendenti e imparziali in tutte le argomenti, tra cui il cambiamento climatico, la crisi energetica e la geopolitica”.
Viaggiatori curiosi
BBC World News ha trasmesso il film in due parti ai suoi telespettatori al di fuori del Regno Unito per una settimana ad agosto, la stessa settimana in cui il pubblico britannico ha visto la BBC trasmettere un’ampia copertura della crisi energetica e delle bollette del carburante in aumento. Insieme al film sponsorizzato dalla BP sono stati mostrati spot pubblicitari rivolti al “viaggiatore curioso ed eco-consapevole”, come parte di un accordo tra la BBC Global News (una delle filiali commerciali della BBC) e l’ente turistico ufficiale dell’Azerbajgian.
Il film della BBC Wonders of Azerbaijan fa parte di una più ampia serie editoriale , anch’essa presentata da Bettany Hughes, che esplora aree di interesse naturale, artistico e culturale in tutto il mondo.
La BBC ha concesso in licenza il contenuto per il film in due parti della società di produzione di Hughes, SandStone Global. La BBC ha modificato il materiale, ma il copyright rimane di SandStone Global. La produzione stessa è stata finanziata da BP, la cui sponsorizzazione è stata resa chiara sullo schermo quando il programma è andato in onda.
Ciascuno dei due episodi è stato trasmesso in tutto il mondo cinque volte alla fine di agosto, affiancato da annunci di viaggio per l’Azerbaigian. Non è stato trasmesso nel Regno Unito.
Un rappresentante di SandStone Global ha detto a openDemocracy che era “pratica standard” per la società di produzione ottenere supporto da “organizzazioni locali” per i servizi in loco. Il Baku Media Center ha fornito supporto logistico a SandStone, mentre la Heydar Aliyev Foundation ha aiutato la società britannica a ottenere i permessi per le riprese e l’accesso a siti storici unici, ha affermato il rappresentante. l Baku Media Center è gestito dalla figlia minore del presidente azero Ilham Aliyev, Arzu Aliyeva. Lavora a stretto contatto con la fondazione a conduzione familiare.
Il rappresentante di SandStone Global ha dichiarato: “[Il coinvolgimento delle organizzazioni] non equivale a un’influenza editoriale, poiché tutte le decisioni relative alle nostre produzioni vengono prese dal team di SandStone Global”. Arzu Aliyeva non è stata coinvolta personalmente nel processo di produzione, ha aggiunto. Il portavoce della BBC ha dichiarato: “Sebbene il programma originale non sia stato realizzato dalla BBC, solo la BBC ha il pieno controllo editoriale su tutto ciò che viene trasmesso sul suo canale, in linea con le sue solide linee guida editoriali”. BP ha sostenuto il programma come “contributo alla promozione globale dell’Azerbajgian” in collaborazione con la Fondazione Heydar Aliyev, dal nome dell’ex Presidente, che ha guidato il Paese sia prima che dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica nel 1991. Heydar Aliyev è succeduto nel 2003, dopo dieci anni di governo, da suo figlio, l’attuale Presidente autocratico Ilham Aliyev. La fondazione è presieduta dalla moglie di Ilham, Mehriban Aliyeva, che è anche Vicepresidente del Paese [nominato al suo marito].
La Fondazione Heydar Aliyev ha il compito di promuovere l’immagine dell’Azerbajgian all’estero, anche promuovendo la posizione del governo sul Nagorno-Karabakh. Ma i critici del governo affermano che questo lavoro si estende a distogliere l’attenzione dall’incessante repressione del regime contro il dissenso e la sua corruzione sistemica. “La fondazione è stata istituita dalla famiglia regnante per imbiancare l’immagine dell’Azerbajgian”, ha detto a openDemocracy Arzu Geybullayeva, una giornalista azerbajgiana che vive in esilio. Ha aggiunto: “Non può in alcun modo essere descritto come indipendente dallo Stato”. La Fondazione Heydar Aliyev non ha risposto alle richieste di commento [1].
Intervenendo ad un evento di lancio del film a Baku a settembre, la presentatrice Bettany Hughes ha dichiarato: “Capisco la storia non attraverso la politica… non mi occupo affatto di politica. Ma vado in posti che sono stati straordinari dal punto di vista culturale. Quindi è stato eccezionale per me avere accesso a luoghi in cui quando sono venuto l’ultima volta non potevo andare perché c’erano troppi conflitti lì”.
Territorio conteso
Hughes parlava del Nagorno-Karabakh, che è riconosciuto a livello internazionale come territorio dell’Azerbajgian, ma era sotto il controllo etnico armeno dall’inizio degli anni ’90. Questo fino al 2020, quando l’Azerbajgian ha iniziato una guerra di 44 giorni per prendere il controllo di parte del territorio conteso, come ha recentemente ammesso lo stesso Ilham Aliyev. Migliaia di persone furono uccise nei combattimenti mentre le forze armene tentavano di proteggere il territorio [2].
In effetti, la serie della BBC presentava un segmento in cui Bettany Hughes si recava nella città di Shusha, nel Nagorno-Karabakh. L’Azerbajgian ha conquistato la città nel novembre 2020 come parte della sua brutale offensiva militare. In precedenza, Shusha – noto come Shushi agli Armeni – era stato sotto controllo degli Armeni etnici sin dalla prima guerra del Nagorno-Karabakh tre decenni prima.
L’Azerbajgian ha ora dichiarato Shusha una “capitale culturale” e sono in corso importanti sforzi per ripristinare la cultura azera nella città. La Fondazione Heydar Aliyev sta conducendo lavori di restauro a Shusha. Alcuni di questi lavori sono stati presentati nel programma della BBC, inclusa una sequenza girata all’interno di un mausoleo ricostruito dell’era sovietica al poeta e statista azero del XVIII secolo Vagif. Il monumento cadde in rovina quando la città era sotto il controllo armeno.
Parlando a Shusha nel giugno 2022, il Presidente regionale di BP, Gary Jones, ha affermato che il Nagorno-Karabakh dispone delle “migliori risorse solari e geotermiche” del Paese, rendendolo una “opportunità perfetta per un sistema completamente zero”. BP sta progettando una centrale solare nella città di Jabrayil, di cui l’Azerbajgian ha ripreso il controllo durante la guerra del 2020.
Wonders of Azerbaijan, che non affrontava i collegamenti dell’Armenia con Shusha o la storia aspramente contestata del Nagorno-Karabakh, è stato trasmesso nell’ultima settimana di agosto.
Due settimane dopo, le forze azere hanno effettuato ulteriori incursioni nel territorio armeno, la peggiore escalation del conflitto armeno-azerbajgiano dalla guerra del 2020.
Jones di BP è salito sul palco alla première del film a Baku alla fine di settembre per elogiare “l’incrollabile sostegno del governo [azerbajgiano]” per la sua compagnia e le operazioni dei suoi co-investitori nel Paese. Jones ha anche parlato dello “sforzo congiunto” che è stato necessario per creare il documentario. Ha ringraziato la Fondazione Heydar Aliyev per il suo sostegno e ha reso un omaggio personale alla figlia del Presidente, Arzu Aliyeva, e al Baku Media Center che dirige, “per il loro eccezionale supporto tecnico” alla produzione.
Campagna turistica
Questa non è la prima volta che BP collabora con la Heydar Aliyev Foundation, o che la fondazione è comparsa sulla BBC. L’anno scorso, BBC StoryWorks, lo studio di contenuti interno per la pubblicità BBC Global News, ha condotto una campagna separata incentrata sul turismo per l’Azerbaigian per celebrare il 30° anniversario dell’indipendenza del Paese dall’Unione Sovietica. La campagna includeva un annuncio pubblicitario a pagamento che invitava i lettori a “scoprire di più” sull’Azerbajgian seguendo un collegamento a un sito Web esterno gestito dalla Fondazione Heydar Aliyev. Il portale Azerbajgian afferma (tra le altre cose) che l’attuale Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, “si è sempre concentrato sull’assicurare una più piena tutela dei diritti umani e delle libertà nel Paese”. Contiene anche informazioni sul cosiddetto ” problema armeno “.
I funzionari azeri hanno una lunga storia nell’uso di un linguaggio e immagini disumanizzanti sugli Armeni, inclusa l’apertura di un “parco di guerra” lo scorso anno contenente armi, armature e veicoli sequestrati alle forze armene e figure di cera di Armeni – come riportato dalla BBC nel Regno Unito.
Il collegamento è stato rimosso dopo che openDemocracy ha contattato la BBC per un commento.
BP, nel frattempo, ha firmato un accordo di cooperazione con la Fondazione Heydar Aliyev per realizzare congiuntamente alcuni dei suoi progetti di investimento sociale. Precedenti progetti congiunti hanno incluso film sponsorizzati, come The Last Session, un documentario del 2018 che commemora la nascita della Repubblica Democratica dell’Azerbajgian, lo stato indipendente di breve durata che fu terminato dall’invasione sovietica nel 1920. BP ha speso 320.000 dollari per il progetto, organizzato dal Baku Media Centre e con Arzu Aliyeva come produttore esecutivo del film.
Nella sua dichiarazione a openDemocracy, BP ha affermato che la sua politica di investimenti sociali in Azerbajgian – e altrove nella regione – era “in linea con il quadro di sostenibilità del nostro gruppo”. La società ha affermato di aver sostenuto oltre 100 comunità in Azerbajgian attraverso iniziative educative e culturali, compresi progetti volti a creare opportunità per far avanzare la transizione energetica.
[1] La Fondazione Heydar Aliyev svolge anche un ruolo cruciale nei rapporti tra l’Azerbajgian e la Santa Sede: «Un impulso essenziale all’avanzamento dei rapporti con la Santa Sede lo ha fornito anche la Fondazione Heydar Aliyev. Mehriban Aliyeva, Presidente della Fondazione Heydar Aliyev e Primo Vicepresidente della Repubblica dell’Azerbaigian, negli ultimi anni ha visitato la Santa Sede più volte. Su sua iniziativa sono stati realizzati progetti di restauro di importanti esemplari del patrimonio culturale ed artistico del Vaticano. Tra questi, le catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, il restauro di 16 manoscritti rinvenuti nella Biblioteca Apostolica Vaticana e la digitalizzazione di altri 65, la statua di Zeus nel Museo Pio Clementino e gli antichi gabinetti della Sala Sistina dei Musei Vaticani, i sarcofagi nelle catacombe di San Sebastiano. Il 22 febbraio 2020 Mehriban Aliyeva ha ricevuto la Gran Croce dell’Ordine di Pio IX per i suoi contributi allo sviluppo della cultura, tra cui la crescita dei rapporti con le strutture della Santa Sede» (Ilgar Mukhtarov, Ambasciatore dell’Azerbajgian presso la Santa Sede, nell’intervista concesso a Exaudi Catholic News del 21 febbraio 2023).
[2] Lo storico ebreo francese Marc Knobel sul settimanale francese Nouvel Obs ha osservato in riferimento al «destino degli Armeni durante l’autunno del 2020, quando subirono gli assalti congiunti dell’esercito azero e di quello turco, supportati da 2.000 mercenari jihadisti siriani», che «la guerra contro gli Armeni è finita nel punto cieco della comunicazione»: «Questo massacro moderno, perpetrato con l’intera panoplia di armi autorizzate e proibite, uccise 4.500 coscritti armeni in quarantaquattro giorni. Questo è un peso incredibile rispetto ai 3 milioni di Armeni che ancora vivono nei loro territori storici. A titolo di paragone, la guerra iniziata da Putin ha ucciso alcune migliaia di soldati ucraini in un anno (tra i 10.000 e i 13.000), per una popolazione di 44 milioni di abitanti. Queste cifre danno un’idea dell’ondata di violenza che si è abbattuta sugli Armeni durante questo mese e mezzo. Testimoniano anche, senza sprofondare nella competizione delle vittime, l’ineguale copertura mediatica di queste due tragedie».
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]