Senza il monitoraggio del confine armeno-azero e una missione di pace per Artsakh/Nagorno-Karabakh, non ci sono garanzie che l’Azerbajgian non deciderà di lanciare un’offensiva domani (Korazym 13.11.22)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.11.2022 – Vik van Brantegem] – Sabato 12 novembre 2022, degli agricoltori in Artsakh/Nagorno-Karabakh e delle postazioni armene situate nella parte orientale del confine tra l’Armenia e l’Azerbajgian sono stati sotto il fuoco azero in operazione di provocazione a senso unico. L’Armenia ha proposto di creare una zona demilitarizzata di 3 km al confine tra Armenia e Azerbajgian e il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha sottolineato la necessità di un monitoraggio internazionale del confine, perché “non ci sono garanzie che l’Azerbajgian non deciderà di lanciare un’offensiva domani”. Se la minaccia, per la quale le forze di mantenimento della pace russe sono arrivate nel Nagorno-Karabakh, non viene eliminata, in caso di ritiro della Russia, i meccanismi internazionali dovranno trovare il modo di schierare una missione di mantenimento della pace lì, ha affermato Pashinyan.
Il 12 novembre 2022 le Forze Armate dell’Azerbajgian hanno aperto il fuoco con armi leggere contro il 27enne S. Vanyan e il 45enne A. Hayrapetyan, che stavano svolgendo lavori agricoli con un trattore “T-150” nell’area denominata “100 ettari” del villaggio di Khramort, ha riferito il Ministero degli Interni della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, aggiungendo che i funzionari del dipartimento regionale, che si sono recati sul posto hanno scoperto un simile incidente intorno alle ore 16.30 dello stesso giorno. Il dipartimento di polizia regionale di Askeran è stato allertato dell’incidente intorno alle ore 18.00 e si sta occupando del caso. A. Hayrapetyan è stato ferito nel viso da pezzi del parabrezza del trattore rotto con gli spari ed è stato portato all’ospedale. I dettagli del caso sono stati riferiti al contingento di mantenimento della pace russo.
Inoltre, le Forze Armate dell’Azerbajgian tra le ore 18.00 e le 19.00 hanno aperto il fuoco con armi da fuoco di diverso calibro in direzione delle postazioni armene situate nella parte orientale del confine armeno-azero. La parte armena non ha avuto perdite. A partire dalle ore 20.30, la situazione sul fronte è tornata relativamente stabile, ha informato il Ministero della Difesa dell’Armenia.
In un’intervista alla TV pubblica, il Primo Ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha affermato che l’Armenia ha proposto di creare una zona demilitarizzata di 3 km al confine tra Armenia e Azerbajgian. “Ciò significa che se riconosciamo la frontiera del 1991, le unità militari di entrambe le parti dovrebbero essere ritirate da quella zona di confine e la protezione del confine dovrebbe essere affidata alle guardie di frontiera”, ha affermato Pashinyan. Ha aggiunto che ci sono alcune questioni logistiche e tecniche da risolvere, su come questa zona demilitarizzata dovrebbe essere creata per garantire che la vita normale delle persone al suo interno non venga disturbata e non vengano create minacce alla sicurezza. Ha sottolineato, che dovrebbe esserci un monitoraggio internazionale del confine, perché “non ci sono garanzie che l’Azerbajgian non deciderà di lanciare un’offensiva domani”.
Pashinyan ha riferito, che nella proposta iniziale la parte armena aveva proposto un monitoraggio della situazione dopo il ritiro da parte della Russia. “L’Azerbajgian ha risposto che questo era inaccettabile e ora stiamo proponendo che il monitoraggio sia effettuato dalla Federazione Russa, o dalla CSTO, o dall’OSCE, o dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, o dall’Unione Europea e lasciando la porta aperta per altre opzioni. Ma va da sé che dovrebbe esserci un monitoraggio, altrimenti il meccanismo non funzionerà”, ha affermato Pashinyan.
Pashinyan ha detto inoltre, che ritiene importante che, sebbene la parola “corridoio” sia usata regolarmente dal Presidente dell’Azerbajgian nei suoi discorsi, il Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian non solo non parla del corridoio, ma gli incolpa pure di aver ostacolato il processo per stabilire un collegamento di trasporto tra le regioni occidentali dell’Azerbajgian e la Repubblica Autonoma del Nakhichevan. “Penso che sia molto importante capire il contenuto su cui l’Azerbajgian sta cercando di costruire la sua, per così dire, precondizione per una nuova escalation, e penso che il modo migliore per farlo sia individuare e chiarire gli accordi che l’Azerbajgian sta cercando di accusarci di non adempiere. In generale, voglio registrare che stiamo parlando di accordi scritti”, ha detto Pashinyan e che il suo discorso del giorno precedente è servito a questo scopo, nel senso che c’è stata una risposta dal Ministero degli Esteri dell’Azerbajgian. “Il governo può prendere quella decisione anche oggi con procedura scritta, vogliono usare le strade dell’Armenia per creare un collegamento con Nakhichevan? Sono i benvenuti. Abbiamo detto che questa rotta può essere aperta in qualsiasi momento. Quanto alla creazione di nuove infrastrutture, ne ho parlato nel dettaglio ieri”, ha detto Pashinyan.
Se l’apertura delle vie di comunicazione per l’Azerbajgian non è un’opportunità di escalation, ma una questione di comunicazione, allora quel problema è risolto ed è necessario procedere con quella soluzione, ha detto Pashinyan. “Non abbiamo obiezioni se, ad esempio, il servizio di guardia di frontiera dalla parte dell’Azerbajgian è effettuata dalla Turchia e dalla nostra parte della Russia. Se questa opzione non è accettabile, gli Azeri dovrebbero controllare il confine dell’Azerbajgian e gli Armeni dovrebbero controllare il confine dell’Armenia. Nel XXI secolo, molte azioni possono essere eseguite utilizzando strumenti elettronici”, ha affermato Pashinyan. Ha ricordato anche l’accordo raggiunto il 14 dicembre 2021 a Brussel, alla presenza del Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, secondo il quale i vertici di Armenia e di Azerbajgian avrebbero concordato il ripristino della ferrovia Yeraskh-Ordubad-Meghri-Horadiz. “Lo stesso Presidente dell’Azerbajgian ha rifiutato di firmare il documento di conferma di questo accordo”, ha affermato Pashinyan.
Per quanto riguarda il mandato della missione di mantenimento della pace da parte della Russia in Nagorno-Karabakh, Pashinyan ha detto che è pronto a firmare anche oggi il documento sull’estensione automatica. Ha ricordato che le forze di mantenimento della pace russe sono state dispiegate lungo la linea di contatto del Nagorno-Karabakh e il Corridoio di Lachin sulla base della decisione e del mandato adottati dal Consiglio della Federazione Russa. “È menzionato che le forze di mantenimento della pace russe sono schierate per prevenire le uccisioni di massa della popolazione civile del Nagorno-Karabakh. Teoricamente, anche se la Russia vuole o decide che le sue truppe dovrebbero essere ritirate, dovrebbe creare ulteriori garanzie per quella missione”, ha affermato Pashinyan, aggiungendo che anche in quel caso le garanzie non solo dovrebbero essere create, ma anche garantite. “Quel desiderio della Federazione Russa non può essere illegittimo. Se la minaccia, per la quale le forze di mantenimento della pace russe sono arrivate lì, non viene eliminata, in caso di ritiro della Russia, i meccanismi internazionali dovranno trovare il modo di schierare una missione di mantenimento della pace lì”, ha affermato Pashinyan.
Il deputato al Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo ha accusato l’Unione Europea di un atteggiamento indifferente nei confronti degli eventi che stanno avvenendo nel Caucaso meridionale e soprattutto in Armenia. “Sono profondamente deluso dal fatto che il Consiglio Europeo non abbia fornito nuove informazioni sul Caucaso meridionale, dove le truppe azere hanno occupato 220 chilometri quadrati del territorio sovrano della Repubblica di Armenia, commettendo anche crimini di guerra, atrocità, torture”, ha affermato Castaldo. L’eurodeputato italiano ha riscontrato delle somiglianze con quanto sta accadendo in Ucraina. Castaldo ha sottolineato che l’Armenia è un paese democratico ed è stato attaccato da uno stato dittatoriale e aggressore. Tuttavia, ha notato che l’Unione Europeo, pur sostenendo Kiev, allo stesso tempo percepisce l’Azerbajgian come un partner affidabile. Non lo ritiene corretto, sottolineando che i doppi standard minano la fiducia in essi. “Dobbiamo sbarazzarci della trappola della dipendenza dal gas, che otteniamo da tutti i regimi autoritari. Le palesi violazioni del diritto internazionale devono essere condannate. Sempre e ovunque sto dalla parte della democrazia, sono dalla parte dell’Armenia”, ha affermato Castaldo.