Armenia, ripresi scontri armati al confine con l’Azerbaijan (Skytg24 16.07.20)
La notizia è stata confermata dai governi dei due Paesi caucasici che da anni si contendono la regione del Nagorno-Karabakh, formalmente territorio azero, ma di fatto sotto il controllo armeno
Sono ripresi gli scontri armati sul confine tra Azerbaijan e Armenia. Entrambi i governi dei Paesi caucasici hanno confermato la notizia. Motivo della contesa, ormai da decenni, è il controllo della regione del Nagorno-Karabakh, che formalmente apparterrebbe a Baku, ma che di fatto è sotto il controllo armeno. Al momento il bilancio delle vittime sarebbe di almeno 16 persone, per lo più militari, che hanno perso la vita nei cannoneggiamenti reciproci lungo il confine settentrionale.
La ragione del conflitto
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Il Nagorno-Karabakh è una regione del Caucaso meridionale, che non ha sbocchi sul mare e appartiene geologicamente all’Altopiano armeno. Il controllo di questo territorio è stata la ragione che ha fatto esplodere un conflitto armato tra la maggioranza armena del Nagorno-Karabakh, sostenuta dal governo di Yerevan e la Repubblica dell’Azerbaijan tra il 1992 e il 1994. Il cessate il fuoco non ha placato le tensioni tra i due Paesi. L’invito a deporre le armi e a trovare una soluzione pacifica e diplomatica è arrivato da più parti a livello internazionale. In primis da Stati Uniti e Unione europea, ma anche da Mosca, in buoni rapporti sia con l’Azerbaijan che con l’Armenia. Proprio l’Armenia fa parte dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (Csto), un’alleanza difensiva a trazione russa istituita nel maggio del 1992.
I nuovi scontri
Nuovi scontri sul confine tra Azerbaijan e Armenia sono stati innescati a partire dallo scorso fine settimana e hanno coinvolto mezzi pesanti e artiglieria di entrambi gli schieramenti. Dopo un breve cessate il fuoco nella notte di mercoledì 15 luglio, la battaglia sarebbe ripresa come confermato dai governi dei Paesi caucasici. Con la ripresa delle ostilità sono cominciate anche le accuse reciproche: entrambe le parti si accusano di aver bombardato aree civili. Per trovare l’ultimo scontro armato di tale portata bisogna tornare indietro al 2016, quando i due Paesi si fronteggiarono nel territorio conteso per quattro giorni. A lungo diplomatici legati all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse) hanno cercato di mediare il conflitto puntando ad una soluzione per il cessate il fuoco. Ora, al contrario, le ostilità sono riprese, in un territorio che ormai da anni vive su un confine molto labile tra guerra e pace.