Armenia, cosa sapere sulla capitale Yerevan (Turismo.it 17.01.20)
Storia millenaria, paesaggi straordinari, una ricchezza di attrazioni che svelano tesori inaspettati dove meravigliose architetture incorniciano panorami mozzafiato. Questo e molto altro si può trovare in Armenia, paese preso poco in considerazione come destinazione turistica. Situata nella regione montuosa del Caucaso, a cavallo tra Asia ed Europa, è un ex repubblica sovietica diventata indipendente solo nel 1991 e da poco facilmente accessibile anche con voli low cost dall’Italia da Orio al Serio.
Scopri la piana dell’Ararat
Punto di partenza è la capitale Yerevan, o Erevan in armeno. Posta a quasi 1000 metri di altitudine ed attraversata del fiume Hrazdan, è una città moderna, curata e pulita, dotata di un’efficiente metropolitana. La cosa migliore per visitarla è riuscire ad incontrare un amico locale, una guida che riesca a dare le giuste informazioni e l’appropriato spessore sulla storia della città, del Caucaso e di quella che era l’ex Unione Sovietica, girando tra palazzi, strade e monumenti, o negli immediati dintorni. A Yerevan è situata l’antica fortezza di Erebuni, una città fortificata che, costruita nel 782 a.C., è considerata una delle più antiche del mondo. Il visitatore può camminare lungo gli antichi bastioni che si innalzano ad oltre 1000 metri sul livello del mare.
In Armenia una guerriera di 2000 anni
Racchiusa da un bell’anello di giardini, la città si presenta geometrica e regolare, tutta in pietra rosea o rossastra, dove i colossali monumenti offrono scenari particolari. A Piazza della Repubblica trovano sede alcune delle istituzioni più importanti tra cui il Ministero delle Comunicazioni e il Palazzo del Governo. Qui spicca la Fontana Musicale, i cui getti d’acqua e le luci che ne impreziosiscono le coreografie cambiano diverse volte durante il corso dell’anno. La Cattedrale di San Gregorio Illuminatore è la più grande chiesa armena del mondo, particolare perché formata da tre diverse strutture. Nonostante siano stati utilizzati materiali decisamente sobri, l’edificio rispecchia il tipico stile delle cattedrali ortodosse. A pochi passi è ben identificabile la Moschea Blu, l’unica della città, dai bellissimi decori sulla cupola e sulle pareti.
La passeggiata d’obbligo è quella lungo Hyusisayin Poghota, la strada pedonale ricca di negozi dove si trovano i locali più alla moda. Qui fanno bella mostra di sé anche il Teatro dell’Opera, costruito negli Anni Trenta, e una delle attrazioni più conosciute, ovvero il complesso delle Cascate, un vecchio monumento dei tempi sovietici che dopo anni di restauri è stato trasformato in un moderno spazio espositivo. Giardini terrazzati e fontane accompagnano il visitatore verso l’ampia scalinata che porta alla Cascata, dove la meravigliosa veduta panoramica spazia dalla città al monte Ararat. Se all’interno della Cascata è ospitato un centro d’arte contemporanea, all’esterno si possono ammirare statue e strutture di diversi stili. Alla base c’è la famosa scultura Gatto di Fernando Botero, la prima opera dell’esposizione a cielo aperto che si snoda su tutta la scalinata e prende il nome di Museo Cafesjian, presentando al visitatore una delle più belle ed esaustive collezioni di sculture monumentali del mondo.
Nelle vicinanze della Cascata si trova il Parco della Vittoria, uno dei più grandi spazi verdi della capitale, dove sono esposti carri armati di battaglia sovietici e l’enorme statua di Madre Armenia, ai cui piedi si trova un museo militare. Esperienza da non perdere è quella di visitare il parco la sera per godersi la ruota panoramica e la visuale di tutta la città in notturna. La capitale offre una straordinaria ricchezza museale, ad incominciare dalla Biblioteca del Matenadaran, uno dei più ricchi depositi di manoscritti e documenti del mondo, con oltre 17 mila manoscritti e circa 300 mila documenti d’archivio, che non a caso fa parte del registro della Memoria del Mondo dell’Unesco. Per completare la visita, è d’obbligo una escursione attraverso la collina di Tsitsernakaberd: qui si può visitare un’istituzione di natura tragica, il Memoriale dedicato alle vittime del genocidio armeno, al cui interno si trovano numerose sculture e il Museo del Genocidio.
Grande orgoglio per gli abitanti è anche il Museo d’Arte Moderna, il primo, nel 1972, ad essere specializzato nell’arte moderna e contemporanea nei territori dell’Unione Sovietica con opere di noti pittori come Chagall, Kandinsky, Repin, Rubens. Qui, fino al 29 febbraio, è in corso una mostra evento dedicata al pittore Carlo Montarsolo ed intitolata “Carlo Montarsolo. La luce, il suono, il colore” , ideata con l’obbiettivo di approfondire la proficua produzione dell’artista, presente nella storia dell’arte nazionale del dopoguerra. Sono esposte 30 opere selezionate dall’Archivio dell’Associazione Montarsolo che raccontano i principali filoni del suo percorso artistico, in particolare quelli legati alla luminosità del colore, tema fondante della rassegna. La vasta produzione comprende argomenti dedicati all “geometria e luce”, ai temi del “mare” e alle “lave vesuviane”, ai “fogliami”, ai “segni e suoni” degli anni Settanta fino alle più recenti “immagini del creato”. Di quest’ultimo ciclo è l’opera simbolo della mostra, Meteora in frantumi, da cui è ispirata una nuova video-installazione di arte digitale.