La Camera discute mozione riconoscimento genocidio armeno La Turchia scatena i canali diplomatici. (Rassegna Stampa 09.04.19)
La Turchia convoca l’ambasciatore italiano: «Irritazione per la mozione sul genocidio armeno» (Corriere della Sera 09.04.19)
Tra martedì e mercoledì la Camera vota il testo che impegna il governo «a riconoscere ufficialmente» i massacri del 1915-1916 e «a darne risonanza internazionale»
La Turchia ha espresso «irritazione» per la mozione — che tra martedì e mercoledì sarà votata alla Camera — in cui si impegna il governo «a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale». Il ministero degli Esteri di Ankara ha convocato l’ambasciatore italiano Massimo Gaiani per invocare chiarimenti, ribadendo la posizione della Turchia ed esprimendo «dispiacere» per il testo in discussione in Aula.
Lunedì a Montecitorio si è aperta la discussione sul riconoscimento del genocidio del popolo armeno, non riconosciuto dalla Turchia, avvenuto tra il 1915 ed il 1916.Nell’Aula è intervenuto il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo, auspicando che il voto sulle mozioni possa rappresentare «un passaggio per favorire un percorso di pace» tra il popolo armeno e quello turco: «L’Italia — ha sottolineato il sottosegretario — ritiene che la questione dei massacri debba essere affrontata secondo un dialogo scevro da pregiudizi». L’obiettivo è quello di «onorare le vittime di questa atrocità. Serve — ha aggiunto Santangelo ricordando le difficoltà sorte dopo gli accordi sottoscritti a Zurigo tra le parti — lavorare ad un dialogo tra il popolo armeno e quello turco per evitare che simili atrocità» possano ripetersi, affinché si arrivi «ad una verità storica condivisa. Turchia e Armenia vengano a patti con il passato» per percorrere «la strada della riconciliazione».
Sempre lunedì sono arrivate parole molto nette da parte del vicepremier Matteo Salvini sull’eventualità che la Turchia entri nella Ue: «La Turchia non è e non sarà mai Europa. Il processo di adesione va cancellato, va definitivamente interrotto — ha detto il leader leghista — . Per quanto mi riguarda, la Turchia non entrerà mai nella Ue. Mai».
Genocidio armeni, in Aula la mozione per spingere governo italiano a riconoscerlo. Turchia convoca il nostro ambasciatore (Ilfattoquotidiano.it 09.04.19)
Via alla Camera della discussione della mozione unitaria sul riconoscimento del genocidio del popolo armeno, avvenuto tra il 1915 e il 1916 ad opera dell’impero Ottomano, anche da parte del governo italiano. Il Parlamento infatti aveva già riconosciuto il genocidio nel novembre del 2000, ma da allora manca ancora quello dell’esecutivo. Per sollecitarlo è stata presentata una mozione a prima firma Paolo Formentini (Lega) ma con l’approvazione di tutti i partiti tranne, almeno nella presentazione del testo, Forza Italia. Infatti tra i firmatari vi sono i deputati Sabrina De Carlo(Movimento 5 stelle), Andrea Delmastro Delle Vedove (Fratelli d’Italia) e Lia Quartapelle Procopio (Partito Democratico). “Con questa mozione chiediamo al nostro governo di riconoscere il genocidio degli armeni come tale, e ci piacerebbe che altri governi, compreso quello turco, facessero lo stesso, per dare tutti insieme uno sguardo al futuro”, ha detto in aula il deputato leghista Giulio Centemero.
Il sottosegretario Vincenzo Santangelo (M5s) ha sostenuto la mozione: “L’Italia ritiene che la questione dei massacri perpetrati in Anatolia nel 1915 debba essere affrontata mediante un dialogo costruttivo fra le parti, scevro da pregiudizi e preconcetti”. Pertanto l’esecutivo incoraggia la Turchia e l’Armenia a intensificare e portare avanti gli sforzi volti a venire a patti con il passato, aprendo così la strada a un’autentica riconciliazione tra i due popoli”.
La Turchia convoca l’ambasciatore italiano
La risposta della Turchia non si è fatta attendere. L’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato convocato al ministero degli Esteri turco per esprimere disappunto. Ankara ha ribadito con forza che il massacro degli armeni commesso durante la prima guerra mondiale non è configurabile come un genocidio. Anche se nel 2014 l’allora premier – ora presidente – Recep Tayyip Erdogan aveva offerto le sue “condoglianze ai nipoti degli armeni uccisi nel 1915”, auspicando che “gli armeni che avevano perso la vita nelle circostanze dell’inizio del XX secolo riposassero in pace”. Ma a febbraio, quando Emmanuel Macron aveva dichiarato il 24 aprile giornata della commemorazione del genocidio armeno, il governo del rais lo aveva invitato a occuparsi dei “problemi politici” del suo Paese.
Il termine “genocidio” in Turchia è reato
Il primo stato al mondo a riconoscere il genocidio armeno, nel 1965, fu l’Uruguay. I sudamericani sono stati poi seguiti da una ventina di Oaesi tra cui Russia, Argentina, Città del Vaticano e anche l‘Unione europea. L’ultimo paese a farlo è stato l’Olanda nel febbraio scorso. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu invece, meno di un anno fa aveva fatto slittare il dibattito parlamentare sul riconoscimento. Il termine “genocidio” in Turchia è punito con il carcere in base all’articolo 301 del codice penale che prevede il reato di “vilipendio dell’identità turca“. Proprio per questo sono stati perseguiti il Nobel per la letteratura Orhan Pamuk e il giornalista di origine armena Hrant Dink.
Mozione genocidio armeno, Turchia convoca ambasciatore italiano (Repubblica 09.04.19)
Irritazione della Turchia per la mozione unitaria che oggi, al massimo mercoledì, verrà votata alla Camera in cui si impegna il governo “a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale”. Il ministero degli Esteri di Ankara ha convocato l’ambasciatore italiano, Massimo Gaiani, per invocare chiarimenti, ribadendo la posizione della Turchia.
Ieri nell’Aula della Camera si è aperta la discussione sul riconoscimento del genocidio del popolo armeno, avvenuto tra il 1915 ed il 1916. Genocidio non riconosciuto dalla Turchia.
Nell’Aula di Montecitorio è intervenuto il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Vincenzo Santangelo, auspicando che il voto sulle mozioni possa rappresentare “un passaggio per favorire un percorso di pace” tra il popolo armeno e quello turco. “L’Italia – ha sottolineato il sottosegretario – ritiene che la questione dei massacri debba essere affrontata secondo un dialogo scevro da pregiudizi”.L’obiettivo è comunque quello di “onorare le vittime di questa atrocità. “Serve – ha aggiunto Santangelo ricordando le difficoltà sorte dopo gli accordi sottoscritti a Zurigo tra le parti – lavorare ad un dialogo tra il popolo armeno e quello turco per evitare che simili atrocità” possano ripetersi, affinchè si arrivi “ad una verità storica condivisa. “Turchia e Armenia vengano a patti con il passato” per percorrere “la strada della riconciliazione”, l’invito del sottosegretario.
Ieri, tra l’altro, sono arrivate parole molto nette da parte del vicepremier Matteo Salvini sull’eventualità che la Turchia entri nella Ue: “La Turchia non è e non sarà mai Europa. Il processo di adesione va cancellato, va definitivamente interrotto”, ha spiegato. Ed ancora: “Per quanto mi riguarda, la Turchia non entrerà mai nella Ue. Mai”.
La protesta diplomatica è una prassi comune in casi analoghi da parte del governo di Ankara, che non riconosce il genocidio degli armeni durante la Prima Guerra mondiale. La Turchia sostiene che i massacri del 1915 sono avvenuti nell’ambito di un conflitto e non sono stati orchestrati su base etnica o religiosa e contesta anche le cifre delle vittime
Mozione sul genocidio armeno, la Turchia convoca lʼambasciatore Italiano (Tgcom24 09.04.19)
Ankara ha espresso “dispiacere” per lʼiniziativa parlamentare che punta al riconoscimento del genocidio da parte del governo
L’ambasciatore d’Italia ad Ankara Massimo Gaiani è stato convocato lunedì pomeriggio al ministero degli Esteri turco per esprimergli il “dispiacere” di Ankara rispetto a una mozione presentata nel Parlamento italiano per chiedere al governo il riconoscimento del genocidio armeno. Lo riferiscono fonti diplomatiche.
La protesta diplomatica è una prassi comune in casi analoghi da parte del governo di Ankara, che non riconosce il genocidio degli armeni avvenuto durante la prima guerra mondiale. La Turchia sostiene che i massacri del 1915 sono avvenuti nell’ambito di un conflitto e non sono stati orchestrati su base etnica o religiosa e contesta anche le cifre delle vittime.