2duerighe.it – Seconda parte: Emanuele Aliprandi, esperto del Nagorno Karabakh – Gli interessi politici e internazionali. (18 mar 2015)
Domanda: in questa guerra vincono gli interessi geostrategici ed economici? La vita umana sottoposta ad interessi internazionali?
Risposta: Per capire questa guerra va fatto un passaggio fondamentale, è necessario chiarire due equivoci di fondo. Primo il Nagorno Karabakh attuale non è frutto di una guerra, ma nasce da un processo giuridico democratico legale, come dimostrano le cronache di allora. Secondo, gli Armeni non hanno occupato il territorio: quando l’Unione Sovietica si disgrega e dopo i tragici fatti dell’87-88, dopo un breve periodo di quiete, la tensione rinasce nel 1990, solo ed esclusivamente per problemi politici interni all’Azerbaijian. Il 30 Agosto del 1991 la Repubblica Socialista Sovietica dell’Azerbaijian esce dall’URSS e commette un grande errore politico e giuridico. Nel mese di aprile del 1990, infatti, era stata varata una legge per salvare il salvabile e per far si che ci fosse maggiore trasparenza nei processi di scomposizione dell’Unione Sovietica. La legge consentiva a regioni facenti parte di Repubbliche ex sovietiche, e che volevano staccarsi dall’URSS, se c’era una regione autonoma ben identificabile, questa poteva decidere se seguire o meno la Repubblica nella secessione: quindi il Nagorno era leggittimato da una legge sovietica a seguire la sua strada. Il 30 Agosto l’Azerbaijian dichiara di uscire. Gli Armeni del NK si trovano servita su di un piatto d’argento un’occasione d’oro e dichiarano subito non voler seguire l’Azerjaigian. Gli Azeri insistono affermando che non vogliono avere più niente a che vedere con l’Urss. La logica e la correttezza vuole a questo punto che se rinunci all’esperienza sovietica, rinunci anche al “regalo” di Stalin di qualche decennio prima, cioè rinunci al Nagorno Kharabakh. Anche la Corte Costituzionale di Mosca respinge le pretese dell’Azerbaijian, che si attivò per costringere il Nagorno a restare con Baku: non avevano più nessun potere decisionale su questa questione (nov. 1991), e per leggerezza o presunzione, o forse perché pensavano che mai il Karabakh si sarebbe permesso di richiedere la sua indipendenza. Se invece, seguendo percorsi giuridici validi, avessero sottratto l’autonomia al NK tolto prima della scissione, avrebbero potuto essere nel giusto. Il Soviet del NK decide, e aveva tutto il diritto di farlo, di rimanere con Mosca. Il Referendum per l’autonomia del NK viene votato da tutta la popolazione armena sotto i bombardamenti: il successo del referendum fu a maggioranza schiacciante, certificato anche da osservatori internazionali. Il 26 Dicembre ci sono le elezioni politiche, il 6 gennaio 1992 nasce nuovo il nuovo Stato, che però non viene riconosciuto. Neanche dall’Armenia che non può precludere la sua possibilità di trattativa futura con la Comunità internazionale potendo sembrare “aggressore”. Continua