262° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Lo Stato terrorista dell’Azerbajgian rafforza il suo comportamento osceno e oltraggioso (Korazym 30.08.23)
Korazym.org/Blog dell’Editore, 30.08.2023 – Vik van Brantegem] – L’account ufficiale di Twitter della Repubblica di Artsakh, gestito dal team di diplomazia digitale del Ministero degli Esteri, posta brevi video di giovani che nel silenzio del #ArtsakhBlockade hanno dovuto affrontare sfide serie. «Amplifichiamo le loro storie, sosteniamo i loro sogni e siamo solidali con loro. #StopArtsakhGenocidio», si legge nel commento al video [QUI] della ragazza nella foto di copertina.
Il Sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, insieme ad altri sindaci e rappresenti di diverse regioni francesi, sono arrivati in Armenia e hanno scortato i 10 camion con carichi umanitari inviati dalla Francia da Yerevan a Kornidzor davanti al posto di blocco illegale dell’Azerbajgian presso il ponte Hakeri all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin). Qui si sono aggiunti ai 21 camion con più di 400 tonnellate di aiuti umanitari dall’Armenia e 2 camion dalla Francia, che sono bloccati lì da più di un mese.
Anne Hidalgo, pubblicando la foto della delegazione francese sulla strada a Kornidzor, ha scritto: «In Armenia, con gli eletti di Parigi e altre comunità. Da nove mesi, 120.000 armeni, tra cui 30.000 bambini, sono isolati, muoiono di fame, privati di tutto nel Nagorno-Karabakh. Di fronte al disastro umanitario, forniamo loro aiuti d’urgenza. Il tempo stringe».
Questo va al nocciolo della questione al 100%: bravo. Prima abbiamo visto falsi eco-attivisti azeri, ora finti umanisti-filantropi azeri. Lo stiamo scrivendo da 262 giorni, che la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh è bloccata dall’Azerbajgian dal 12 dicembre 2022 e questo assedio ha causato una crisi umanitaria, con carenza di tutti i prodotti essenziali, iniziando con cibo e medicinali. Stiamo assistendo ad una sceneggiata orwelliana in Artsakh con “aiuti umanitari” di Baku, presentati come «un atto nobile e generoso che mostra compassione e solidarietà per i residenti». Pensano che siamo dei cretini.
«Nessuno meglio del fumettista azero Gunduz Aghayev ha potuto apprezzare l’ipocrisia di Ilham Aliyev, che ha inviato beni umanitari nel Nagorno-Karabakh per salvare gli Armeni. In questa caricatura si può vedere come un convoglio di camion azeri stia entrando a Stepanakert, presumibilmente trasportando carichi umanitari. Tuttavia, i poliziotti azeri armati di manganelli e scudi sono nascosti nel retro dei camion. Nella parte superiore dell’immagine c’è scritto “Fate largo! Stanno arrivando gli umanisti”. Gunduz Aghayev vuol dire che dopo l’ingresso delle merci azere, inizierà la repressione della polizia anche nel Nagorno-Karabakh. Si prende gioco del regime di Aliyev, che opprime gli Azeri, ma finge di avere compassione per gli Armeni. È un peccato che il regime dittatoriale di Aliyev utilizzi poliziotti armati di scudi e manganelli per reprimere gli Azeri. In effetti, il regime di Aliyev ha trattato gli Azeri in modo così crudele che la repressione della polizia ha lasciato una profonda ferita nel cuore del popolo azerbajgiano. Caro Gunduz, gli Armeni non credono alle dolci favole di Aliyev. Stai calmo. E grazie» (Robert Ananyan).
Recidere l’ultimo legame con la Repubblica di Armenia
significherà l’annientamento per gli Armeni
della Repubblica di Artsakh (Nagorno-Karabakh)
Come abbiamo riferito, il Presidente francese aveva annunciato alla conferenza annuale degli Ambasciatori in Francia che questa settimana avrà colloqui con i leader di Armenia e Azerbajgian. La Francia proporrà un’iniziativa diplomatica internazionale per risolvere la situazione nel Nagorno-Karabakh: «Chiederemo che gli accordi raggiunti attorno al Corridoio umanitario di Lachin siano pienamente rispettati. Inoltre, annunceremo una nuova iniziativa diplomatica internazionale per aumentare la pressione».
L’Azerbajgian ha risposto tramite il Portavoce del Ministero degli Esteri, che ha dichiarato che l’uso da parte del Presidente francese del “linguaggio dell’oppressione” è inaccettabile. «L’uso da parte del Presidente francese del termine “Corridoio umanitario di Lachin” è inaccettabile e costituisce una violazione dell’idea di integrità territoriale dell’Azerbajgian». Tradotto: l’Azerbajgian ritiene lecito condannare alla fame 120.000 persone.
Poi, ieri, Emmanuel Macron ha parlato con Ilham Aliyev. Baku riferisce che il Presidente dell’Azerbajgian ha dichiarato in una telefonata con il Presidente della Francia che dopo l’apertura della strada Aghdam-Stepanakert, potrà essere utilizzata anche la strada Lachin-Stepanakert, a condizione che siano rispettate le norme del regime doganale e di frontiera dell’Azerbajgian. Parigi non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione sulla conversazione telefonica tra Aliyev e Macron. Secondo quanto riferisce Baku, Aliyev si è lamentato con Macron che la parte armena ha rifiutato l’accordo iniziale raggiunto per effettuare il trasporto delle merci attraverso la strada di Aghdam con la mediazione della Croce Rossa. Inoltre, secondo Aliyev, l’Azerbajgian ha invitato i rappresentanti della popolazione armena del Karabakh a Baku o in altre città dell’Azerbajgian per discutere le questioni di reintegrazione, ma gli Armeni hanno rifiutato.
A causa della crescente scarsità di grano, soprattutto a Stepanakert, la produzione di pane continua a diminuire. Da ieri ad ogni famiglia viene venduto una sola pagnotta di pane.
Il processo di distribuzione del pane nei panifici viene supervisionato dai rappresentanti della commissione statale delle entrate, della polizia e dell’ufficio del sindaco di Stepanakert.
Allo stesso tempo, si stanno compiendo sforzi per raccogliere il mais e produrre farina di mais per il pane. Tuttavia, a causa delle piogge in corso, il raccolto di mais è stato ritardato di diversi giorni, come riportato dal Fondo per il sostegno alle aree rurali e all’agricoltura dell’Artsakh.
I media azeri hanno pubblicato la foto dei tre giovani dell’Artsakh rapiti e detenuti in Azerbajgian. «Nelle immagini sono facilmente distinguibili segni visibili di violenza» (Ararat Petrosyan). «Segni visibili di tortura, crimini di guerra di uno stato terrorista!» (Rogério D. Anitablian).
Il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, ieri ha confermato ai cittadini dell’Artsakh riuniti a Stepenakert, che si è discusso delle sue potenziali dimissioni dalla carica di presidente dell’Artsakh.
Il 28 agosto, i cittadini dell’Artsakh si sono riuniti davanti al palazzo dell’Assemblea Nazionale durante una recente sessione di emergenza delle forze politiche dell’Artsakh in attesa delle decisioni prese dal parlamento.
Harutyunyan ha detto che avrebbe voluto dimettersi alcuni giorni prima. Ha dichiarato che nei prossimi giorni ci sarà un altro incontro con un gruppo più ristretto, in cui verrà discussa ulteriormente la decisione sulle sue dimissioni. Harutyunyan ha sottolineato che se si deciderà di dimettersi, si unirà alla Milizia Libera domenica prossima (Fonte agenzia 301).
Le forze di mantenimento della pace russe hanno dichiarato che l’Azerbajgian ha violato il cessate il fuoco nell’area di Shushi lungo la linea di contatto con il Nagorno-Karabakh. Avevano smesso di menzionare la parte violatrice nel novembre 2022, questa è la prima volta viene menzionata da allora.
Gli Armeni dell’Artsakh si oppongono con veemenza agli “aiuti” del governo azero, che insiste su un “Corridoio di Aghdam” (dall’Azerbajgian, concordato con nessuno) in sostituzione del Corridoio di Berdzor (Lachin) che collega l’Artsakh con l’Armenia, bloccato dall’Azerbajgian da quasi 9 mesi, in violazione della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, firmato anche dal Presidente dell’Azerbajgian.
Le autorità dell’Azerbaigian tentano di instaurare un corridoio verso l’Artsakh attraverso Akna (Aghdam) dopo aver chiuso tutti i transiti con l’Armenia lungo il Corridoio di Berdzor (Lachin). Ieri sera non vi era alcuna indicazione che sia stato consentito agli Azeri il transito a Stepanakert da parte del contingente di mantenimento della pace russo.
La radio pubblica dell’Artsakh ha riferito ieri sera che gli Azeri stavano davanti al posto di blocco delle forze di mantenimento della pace russe, nel tentativo di entrare nell’Artsakh e stavano montando delle tende. Alyosha Gabrielyan in una conversazione con Artsakhpress ha detto: «Al momento siamo a 200-400 metri dagli Azeri. Siamo qui per impedire l’ingresso di carichi “umanitari” nell’Artsakh. Non abbiamo bisogno dell’aiuto che mandano. Che aprono il Corridoio di Lachin», ha detto Gabrielyan.
Un giornalista di Civilnet ha riferito che più di mille cittadini armeni dell’Artsakh hanno bloccato la strada da Akna (Aghdam) ad Askeran per impedire l’ingresso del carico “umanitario” azero e hanno montato delle tende per passare la notte lì. I cittadini dell’Artsakh riuniti provengono da Askeran e dagli insediamenti vicini, nonché da Stepanakert.
Alla Arzumanyan ha detto: «Il nostro obiettivo è impedire che questa farina entri nell’Artsakh. Gli Azeri ci massacrano e poi portano la farina. Non piangerò né riderò. Ci danno il pane per ucciderci più in avanti», ha detto Arzumanyan.
Secondo i media statali dell’Azerbajgian, Jeyhun Mirzoyev, il Segretario Generale della Mezzaluna Rossa a Baku, ha dichiarato che si attende la risposta delle forze di mantenimento della pace russe per «creare le condizioni per la consegna delle merci». Il rappresentante della Società della Mezzaluna Rossa azera ha detto che all’ufficiale delle forze di mantenimento della pace russe sono state fornite informazioni sul loro scopo. Questo a sua volta ha riferito l’accaduto al suo comandante dicendo che non sapevano quando ci sarebbe stata una risposta.
Due camion carichi di 40 tonnellate di farina proveniente da Baku sono arrivati ad Aghdam nel pomeriggio di ieri. Secondo l’agenzia statale azera APA, i rappresentanti della Mezzaluna Rossa azera stanno montando delle tende lungo la strada.
Non c’è da stupirsi perché la Mezzaluna Rossa azera sta svolgendo le commissioni per il regime autocratico dell’Azerbajgian. Il loro Presidente Novruz Aslanov, in carica dal 1999, è il regime. Nel 2005, 2010 e 2015 è stato deputato del Milli Majlis della Repubblica di Azerbajgian.
Il 25 agosto 2023 abbiamo riportato la seguente dichiarazione della Società della Croce Rossa armena: «La violazione da parte della Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian dei principi fondamentali del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha provocato una risposta da parte della Società della Croce Rossa armena
La Società della Croce Rossa armena afferma che il coinvolgimento dell’organizzazione della Mezzaluna Rossa in questioni politiche, in particolare riguardo alla chiusura del Corridoio di Berdzor (Lachin) e dei percorsi alternativi, contraddice il principio di neutralità del Movimento Internazionale della Croce Rossa. Questo impegno nei processi politici è considerato una violazione significativa e va contro i valori umanitari sostenuti dal Movimento.
Inoltre, la Società della Croce Rossa armena esprime preoccupazione riguardo ai tentativi della Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian di interferire con le operazioni del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Un esempio di tale ingerenza è l’incidente che ha comporta il rapimento di una persona sotto la protezione del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Per quanto riguarda la spedizione umanitaria bloccata vicino al ponte Hakari dal 26 luglio 2023, la Società della Croce Rossa armena suggerisce che la Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian potrebbe utilizzare le sue capacità umanitarie per incoraggiare la riapertura del corridoio, in linea con i principi umanitari.
La Società della Croce Rossa armena esorta tutti i membri del Movimento Internazionale della Croce Rossa, inclusa la Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian, a sostenere i principi del Movimento e a lavorare in modo collaborativo per compiere efficacemente la missione umanitaria.
Con un’eredità lunga 103 anni, la Società della Croce Rossa armena aderisce ai principi fondamentali del Movimento ed è attivamente impegnata nella gestione delle catastrofi, aiutando le popolazioni sfollate, fornendo assistenza medica e sociale, offrendo primo soccorso, favorendo il coinvolgimento dei giovani e promuovendo i valori umanitari.
In definitiva, l’obiettivo della Croce Rossa è alleviare la vulnerabilità mobilitando sforzi filantropici e offrendo aiuti essenziali a coloro che affrontano sfide socio-economiche».
Secondo le informazioni fornite dai manifestanti dell’Artsakh, il capo del governo locale di Askeran, Amleto Apresyan, ha incontrato un rappresentante delle truppe di mantenimento della pace russe che si trovano con gli Azeri, che gli ha assicurato che in nessun caso permetteranno agli Azeri di avanzare nel Nagorno-Karabakh.
L’Azerbajgian aveva precedentemente affermato di essere disposto ad inviare rifornimenti attraverso la strada di Akna (Aghdam). L’Artsakh ha visto questo correttamente come un tentativo di sottomissione da parte di Baku e ha rifiutato la falsa offerta filantropica di ricevere aiuti azeri attraverso la strada Akna (Aghdam)-Stepanakert nonostante la crisi umanitaria, causata dal blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin).
Inquadrare e presentare al mondo la situazione in Artsakh come una crisi strettamente umanitaria (che non è solo questo, ma va molto di più in fondo) consente all’Azerbajgian di portare avanti la sua narrazione sull’apertura della strada di Akna (Aghdam) con lo scopo di oscurare totalmente la questione al centro del blocco: la politica di pulizia etnica e il genocidio armeno che l’Azerbajgian sta attuando in Artsakh, con il cibo come arma.
Innanzitutto, l’Azerbajgian chiude il Corridoio di Berdzor (Lachin). Poi crea un disastro umanitario, usando il cibo come arma contro il popolo dell’Artsakh. E alla fine indossa l’abito “umanitario” sopra gli uniformi militare, fingendosi filantropici che inviano “aiuti umanitari”. Chi ci crede? Vogliono cacciare il Comitato Internazionale della Croce Rossa e mantenere il corridoio tra Artsakh e Armenia chiuso per sempre
I media statali azeri, che hanno negato sempre, fino a rendersi ridicoli, l’esistenza del blocco dell’Artsakh da quasi nove mesi e la crisi umanitaria che il regime autocratico di Alliyev ha creata e rafforzata quotidianamente, ora riferiscono che lo stesso Azerbajgian ha inviato farina attraverso la strada di Akna (Aghdam).
Domanda semplice: ma perché sarebbe necessario la farina da Baku se non ci fosse il blocco? Questo è semplicemente l’Azerbajgian che rinnega sfrontatamente la propria firma sotto l’Accordo trilateriale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020, che sfida apertamente l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e gli appelli della comunità internazionale.
Allo stesso tempo, l’Azerbajgian sta bloccando più di 30 camion con degli aiuti umanitari dall’Armenia e dalla Francia, che da più di un mese sostano a Kornidzor in Armenia davanti al posto di blocco illegale dell’Azerbajgian presso il ponte Hakari all’ingresso del Corridoio di Berdzor (Lachin).
La strategia del soffocamento volta a provocare lo sfollamento di massa degli Armeni dall’Artsakh/Nagorno-Karabakh è illegale, come già stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia. Questa politica dell’Azerbajgian è anche immorale, ha dichiarato il Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna.
Da parte sua, pure il Partito Comunista francese chiede alla Francia di riconoscere ufficialmente l’indipendenza della Repubblica di Artsakh: «Il riconoscimento dell’Artsakh da parte della Francia è una condizione per proteggere gli Armeni di questa regione e un prerequisito per risolvere il conflitto», hanno osservato i rappresentanti del partito.
«Su iniziativa del regime Azerbajgiano, la Società della Mezzaluna Rossa azera ha riferito in mattinata il loro piano di inviare “40 tonnellate di aiuti umanitari agli Armeni residenti nel Nagorno-Karabakh”. Al blocco dell’Artsakh hanno preso parte anche individui legati alla Società della Mezzaluna Rossa azera (come dipendenti e volontari), che si erano travestiti da “eco-attivisti” iniziando il blocco dell’Artsakh il 12 dicembre 2022. Uno di questi è raffigurato nella fotografia» (Agenzia 301).
Il 29 agosto 2023 i media azeri hanno riferito che la Società della Mezzaluna Rossa azera stava inviando 40 tonnellate di farina attraverso la strada Akna (Aghdam)-Stepanakert in quello che l’Azerbajgian ha ipocritamente descritto come un “gesto umanitario”.
Nel tentativo evidente di insabbiare la sua lunga storia di violazioni dei diritti umani e di disprezzo per il diritto internazionale, le autorità azere, che hanno causato il disastro umanitario nell’Artsakh, hanno ora deciso unilateralmente di inviare “aiuti umanitari” alle vittime del loro stesso blocco, mentre i troll azeri scrivono post su Twitter del tipo: «Qual è il problema con il Corridoio di Aghdam?» Il problema è che esiste solo nella testa di Aliyev come idea unilaterale dell’Azerbajgian, mentre tiene chiuso il Corridoio di Berdzor (Lachin), che invece fa parte dell’Accordo trilaterale di cessate il fuoco del 9 novembre 2020, firmato anche dal Presidente dell’Azerbajgian e riconosciuto internazionalmente.
Parlando con Artsakhpress della notizia che il 29 agosto 2023 i media statali azeri hanno riferito che la Società della Mezzaluna Rossa dell’Azerbajgian invierà 40 tonnellate di farina da Baku a Stepanakert, Lusine Avanesyan, Portavoce del Presidente della Repubblica di Artsakh, ha dichiarato che su questo tema non è stato raggiunto alcun accordo con l’Artsakh, aggiungendo che questo passo mira ad approfondire i problemi esistenti, non a risolverli.
Nelle condizioni attuali, «la questione della riapertura del Corridoio di Kashatagh (Lachin) sotto il regime stabilito era e rimane la priorità, e qualsiasi dialogo con la parte azera deve svolgersi innanzitutto su questo tema. Il corridoio deve funzionare liberamente e ininterrottamente per il traffico bidirezionale di persone, merci e veicoli», ha sottolineato Avanesyan.
Se le autorità azere mirassero davvero ad eliminare la difficile situazione umanitaria affrontata dalla popolazione dell’Artsakh e a porre fine al genocidio in corso, dovrebbero astenersi da ingannevoli manifestazioni di filantropia. Dovrebbero invece consentire la ripresa dei rifornimenti all’Artsakh attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin), come delineato nella Dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e in conformità con l’ordine della Corte Internazionale di Giustizia, ha concluso Lusine Avanesyan.
Esilarante.
Mentre affermano che non esiste un #ArtsakhBlockade e che gli Armeni dell’Artsakh sono tutti grassi, fanno feste con banchetti sontuosi e i bambini mangiano biscotti, le autorità di Baku inviano aiuti umanitari alle persone a cui secondo loro narrazione non bloccano l’accesso del cibo da quasi 9 mesi.
Ricordiamo che il rappresentante dell’Azerbajgian alla sessione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha cercato di convincere il mondo con delle foto che gli Armeni dell’Artsakh non hanno bisogno di aiuti umanitari. Ora il suo padrone sta inviando 2 camion con 10 tonnellate di “farina umanitaria” agli Armeni che tiene sotto assedio da quasi 9 mesi e continua ad impedire l’ingresso in Artsakh di più di 30 camion con aiuti umanitari dall’Armenia e dalla Francia.
C’è qualche motivo per cui ai giornalisti stranieri non è permesso recarsi nell’Artsakh per riferire su cosa sta succedendo? Menzogne e propaganda azera in corso.
L’invio della “farina umanitaria” uno stratagemma cinico inteso a deviare l’attenzione del mondo civili dai crimini di Stato dell’Azerbajgian e dalla crisi umanitaria che ha causata con la chiusura illegale del Corridoio di Berdzor (Lachin). Oh, vedete come sono buoni gli Azeri, così nobili e generosi, pieni di compassione e solidarietà per gli Armeni che questi cattivi Azeri stanno facendo morire di fama. Kafka e Orsell sono invidiosi. Ma smettete di mentire, smettete di provare a distruggere il popolo dell’Artsakh, smettete di provare a porre fine alla loro legittima indipendenza.
Immaginate che qualcuno blocchi la vostra casa, soffochi la vostra famiglia, rapisca i vostri figli, uccida vostro marito e vostro figlio maggiorenne, affama la vostra moglie che deve partorire e poi getti un sacchetto di farina (avvelenata?) davanti alla vostra porta. Questo è ciò che l’Azerbajgian sta cercando di fare adesso attraverso la strada di Akna (Aghdam). Non chiamatelo “aiuto umanitario”, ma per quella che è; farina usata come arma.
Provate a capire cosa non funziona nella testa di gente che scrivono post di cui abbiamo riportato tre esempi, che trovano niente di strano nell’inviare 40 tonnellate di farina in una regione che il loro stesso governo e i media statale negano che sia sotto un blocco e dove le persone abbiano libertà di movimento e abbondanza di cibo.
Le affermazioni che abbiamo letto prima sono manifestamente falsi, propaganda, menzogne. L’“offerta” della strada di Akna (Aghdam) è uno stratagemma cinico da parte dello Stato terrorista genocida dell’Azerbajgian, impegnato nella pulizia etnica, per abusare/intrappolare ulteriormente il popolo della Repubblica di Artsakh. Aprite il Corridoio di Lachin, come concordato e come ordinato dalla suprema corta di giustizia delle Nazioni Unite.
Questo è nient’altro che una nuova assurdità dal vaso di Pandora azera, che nega il #ArtsakhBlockade e annuncia che l’Azerbajgian sta inviando aiuti umanitari, dopo aver creato una crisi umanitaria. Qui non siamo alla presenza di filantropia ma di un chiaro caso di criminalità e terrorismo accompagnato da cinica impunità.
Quindi l’Azerbajgian ammetto che c’è un blocco e che la gente muore di fame. Questi non sanno nemmeno mentire coerentemente e pensano che siamo tutti dei cretini che ci cascano. Quale sarebbe il motivo per cui gli Armeni dell’Artsakh hanno bisogno di farina se non esiste il #ArtsakhBlockade, mentre i camion con il cibo stanno bloccati in Armenia. Qualcosa non va in questi idioti. E qualcosa no funziona nella loro propaganda, a giudicare della disperazione di questo troll azero in un post su Twitter, che scrive piangendo, in un “mondo al contrario”: «Continuiamo a combattere il terrorismo armeno. Anche se disponiamo di prove, le campagne diffamatorie contro il nostro Paese da parte dell’Unione Europea, dell’America e della Francia continuano e noi stessi combattiamo solo contro questo terrorismo. Non c’è nessuno che veda cosa sta succedendo nella regione».
Segnaliamo
– Nagorno-Karabakh: “People are fainting queuing up for bread” di Rayhan Demytrie – BBC, 30 agosto 2023 [QUI]: «L’ex Relatore speciale delle Nazioni Unite, Gulnara Shahinian, avverte che la rottura dell’ultimo legame con la Repubblica di Armenia significherà l’annientamento per gli Armeni del Karabakh. “Sapete quale livello di violazioni dei diritti umani si verifica in Azerbajgian. Con tutta la loro politica di odio, come potete aspettarvi che ci sia un buon atteggiamento nei confronti degli Armeni in Karabakh?”».
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]