261° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Azerbajgian è uno Stato terrorista: continua a rapire civili dell’Artsakh (Korazym 29.08.23)

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 29.08.2023 – Vik van Brantegem] – La ragazza nella foto di copertina ha resistito durante i quasi 9 mesi del blocco illegale, disumane e atroce imposto dall’Azerbajgian al popolo armeno dell’Artsakh e ha ancora la forza e la determinazione per difendere la libertà e la giustizia per il suo popolo e il suo Paese nel video postato sull’account ufficiale di Twitter della Repubblica di Artsakh, gestito dal team Diplomazia Digitale del Ministero degli Esteri dell’Artsakh [QUI]. La risposta di un troll azero è convincente, per coloro che credono ancora che il popolo dell’Artsakh potrebbe avere un futuro “integrato” in Azerbajgian: «Fartsakh is dead!!!» [Il Fartsakh (sic!) è morto, con tre punti esclamativi].

La situazione umanitaria in Artsakh peggiora ogni giorno. Come puoi aiutare? Esercitare pressioni, parlare apertamente e sostenere l’imposizione di sanzioni contro Aliyev e i suoi familiari. Centoventimila persone non possono rimanere ostaggi del regime autocratico dell’Azerbajgian. Ogni voce ha il potere di innescare il cambiamento. Non rimaniamo in silenzio noi.

Dissociare la perdita del potere politico dalla violenza politica è una conquista della civiltà. È una delle cose che distingue un regime illuminato da uno barbaro. Azerbajgian è uno Stato terrorista

«3 Armeni che hanno insultato la bandiera azera sono stati arrestati al posto di frontiera “Lachin” – Asif Mehman – 3 Armeni che hanno insultato la bandiera azera sono stati arrestati al posto di frontiera di Lachin. Secondo le informazioni ottenute da Trend dalla fonte, tre persone sono state arrestate tra coloro che hanno insultato la bandiera dell’Azerbajgian nel 2021. Da segnalare che nel 2021 alcuni mass media e varie pagine social hanno pubblicato video in cui si vedevano calciatori armeni compiere azioni ingiuriose nei confronti della bandiera dello Stato di Azerbajgian».

I media statali Azeri – tra cui Trend – hanno riferito che 3 Armeni [tre cittadini dell’Artsakh: Alen Sargsyan, Vahe Hovsepyan e Levon Grigoryan] sono stati “arrestati” [cioè rapiti] al posto di blocco di blocco illegale dell’Azerbajgian al confine nel Corridoio di Berdzor (Lachin) presso il ponte Hakari, «per aver insultato la bandiera dell’Azerbajgian nel 2021».

Ciò accadrà sempre di più. L’Azerbajgian considererà un “criminale” qualsiasi Armeno che abbia espresso un’opinione sull’Azerbajgian non gradita all’autocrate Ilham Aliyev.

I tre ragazzi rapiti sono giocatori di calcio del Martuni Avo ricercati degli  azeri dal 2021 per aver “disonorato la bandiera azera”. Ecco, l’integrazione secondo Aliyev all’opera.

Poi, non ci vuole tutta questa immaginazione per capire cosa succederà, una volta “gli Armeni della regione economica di Garabagh di Azerbajgian” saranno “integrato” nello Stato di Azerbajgian e avranno “gli stessi diritti degli Azeri secondo la Costituzione dell’Azerbajgian”. Inoltre, aiuta a far comprendere a coloro che fini ad oggi “ignorano” ancora, perché i rappresentanti eletti della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh rifiutano di andare in Azerbajgian per i colloqui Stepanakert-Baku.

Ma a parte della minaccia di essere arrestati, nei locali pubblici o per strada, qualunque Azero tratterebbe un Armeno come un essere umano, quando si è insegnato a generazioni di bambini a odiarli e “cacciarli come cani”?

L’Azerbajgian prosegue con il rapimento di civili dell’Artsakh
Comunicazione del Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh

Il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha comunicato che ieri, 28 agosto 2023, è stato effettuato un altro trasferimento di 170 civili dall’Artsakh all’Armenia, accompagnati dal contingente di mantenimento della pace russo in Artsakh.
Intorno alle ore 13.00 le persone dirette in Armenia hanno raggiunto il posto di blocco illegale azero situato vicino al ponte Hakari nel Corridoio di Berdzor (Lachin). Secondo le informazioni ricevute dall’Ufficio del Difensore dei Diritti Umani, Alen Nelsonovich Sargsyan, nato nel 2001, è stato rapito con la forza e la coercizione e portato via in una direzione sconosciuta da rappresentanti della guardia di frontiera azera e da altri servizi.
Inoltre, altri 5 cittadini dell’Artsakh sono state portate in una stanza speciale vicino al posto di blocco illegale per essere interrogate da rappresentanti della guardia di frontiera e da altri servizi dell’Azerbajgian. Durante l’interrogatorio sono state poste varie domande: attività sportive, scopo del viaggio in Armenia, situazione economica in Armenia e Artsakh, ecc.
Secondo le informazioni ricevute, altre due persone della lista concordata – Vahe Hovsepyan e Levon Grigoryan – non hanno attraversato il posto di blocco illegale. Tuttavia, non è possibile stabilire una connessione con loro.
Tutti e tre i cittadini sono studenti delle istituzioni educative della Repubblica di Armenia.
L’Ufficio del Difensore dei Diritti umani della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh ha più volte osservato che il posto di blocco illegale azero situato presso il ponte Hakari rappresenta una minaccia diretta e inconfutabile all’esistenza fisica e alla protezione dei diritti fondamentali della popolazione civile dell’Artsakh. Il rapimento di Vagif Khachatryan e Alen Sargsyan dimostra inconfutabilmente che il cosiddetto checkpoint si è trasformato in uno strumento al servizio dell’arbitrarietà criminale azera, attraverso il quale gli Azeri rapiscono e privano arbitrariamente i civili dell’Artsakh della loro libertà. 120.000 cittadini dell’Artsakh sono tenuti sotto blocco, private dell’accesso umanitario e della possibilità di tutela dei loro diritti umani fondamentali.
Le garanzie giuridiche e politiche internazionali sia del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e delle forze di mantenimento della pace russe sono praticamente insufficienti a proteggere i diritti della popolazione dell’Artsakh, compreso il diritto alla circolazione libera e sicura.
Tenendo conto degli impegni assunti da questi due attori, il Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh chiede che adottino tutte le misure possibili per garantire la sicurezza del movimento umanitario della popolazione dell’Artsakh e l’immediato ritorno delle persone rapite. Altrimenti, senza tali garanzie, il trasporto di civili dovrebbe essere interrotto.
Lo Staff del Difensore dei Diritti Umani continua a raccogliere fatti in relazione all’incidente, sui quali si farà un’ulteriore dichiarazione. I fatti raccolti saranno riassunti e presentati alle organizzazioni internazionali e agli attori internazionali con il mandato di proteggere i diritti umani.

Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Repubblica di Artsakh in merito al rapimento di persone trasferite dall’Artsakh all’Armenia

«Il 28 agosto, i residenti del Nagorno-Karabakh, Alen Sargsyan, Vahe Hovsepyan e Levon Grigoryan, sono stati rapiti dalle forze dell’ordine azere al checkpoint illegale situato nel Corridoio di Lachin. Il trasferimento era stato concordato in anticipo ed è stato effettuato con l’accompagnamento delle forze di mantenimento della pace russe, che secondo il punto 6 della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, devono controllare il collegamento ininterrotto tra l’Armenia e il Nagorno-Karabakh attraverso il Corridoio di Lachin. Le persone menzionate si stavano trasferendo nella Repubblica di Armenia per continuare i loro studi.
Questo passo dell’Azerbajgian, preceduto il 29 luglio dal rapimento del 68enne Vagif Khachatryan, che era stato trasferito nella Repubblica di Armenia per ricevere assistenza medica urgente da parte del Comitato internazionale della Croce Rossa. Si tratta di una grave violazione della Dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, delle decisioni giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite e di un aperto disprezzo per gli appelli inequivocabili e diretti della comunità internazionale, compresi i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Questi incidenti, avvenuti con vari falsi pretesti, fanno temere che l’Azerbajgian stia apertamente pianificando di sottoporre l’intero popolo del Nagorno-Karabakh a punizioni collettive, come negli anni ’90 del secolo precedente e nel 2020 ha dovuto affrontare l’aggressione su larga scala scatenata dall’Azerbajgian e difendere il suo diritto a una vita pacifica nella sua patria.
Indipendentemente dall’età, dal sesso o dallo stato di salute, l’intera popolazione del Nagorno-Karabakh è privata di tutti i diritti fondamentali, sottoposta alla fame, bloccando la fornitura di medicinali, beni essenziali, gas ed elettricità, prendendo di mira i civili dai cecchini e terrorizzando l’intera popolazione, rapendo la popolazione e bloccando il Corridoio Lachin, dimostra le reali aspirazioni della leadership dell’Azerbajgian di evitare il dialogo con il Nagorno-Karabakh e di continuare invece la sua politica di pulizia etnica. Invece di sostenere i passi volti a stabilire la pace e la stabilità nella regione, la parte azera ha ovviamente investito tutti i suoi sforzi per sconfiggerli.
La prevenzione della criminalità di massa in atto, utilizzando tutti gli strumenti possibili, è responsabilità diretta di tutti gli attori che incidono sulla situazione e, in generale, del mondo civile».

Il Consiglio Spirituale Supremo della Chiesa Apostolica Armena discute della situazione nell’Artsakh

Il 28 agosto 2023 è iniziata nella Santa Sede di Etchmiadzin la riunione del Consiglio Spirituale Supremo della Chiesa Apostolica Armena in formato ampliata, sotto la presidenza di Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni.
«Il Consiglio Spirituale Supremo, avendo appreso del rapimento di giovani Armeni nel Corridoio di Berdzor, condanna fermamente la nuova violenza e azione provocatoria organizzata dalle autorità azere, che è una continua manifestazione ostile della politica anti-armena dell’Azerbajgian», si legge nel comunicato.

Il 28 agosto il Presidente della Repubblica dell’Artsakh, Arayik Harutyunyan, ha convocato una riunione del Consiglio di Sicurezza. Il Presidente ha informato i partecipanti sui passi intrapresi per conoscere la sorte dei cittadini dell’Artsakh rapiti ieri dall’Azerbajgian e per restituirli alla loro patria. Inoltre, si è discusso della situazione creatasi nell’Artsakh, i possibili sviluppi e cosa dovrebbero fare le autorità per far fronte al crescente disastro umanitario e per risolvere i problemi di sicurezza.

Il 28 agosto sono scoppiate proteste davanti alla Presidenza di Artsakh a Stepanakert. La gente chiede risposte al rapimento dei tre membri della squadra di calcio locale da parte dell’Azerbajgian mentre attraversavano il confine dell’Armenia con un gruppo di studenti dell’Artsakh accompagnati dalle forze di mantenimento della pace russe per proseguire gli studi a Yerevan.

Mentre la sessione di emergenza dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Artsakh è andata avanti per ore, le persone si sono radunate nella piazza del Rinascimento di Stepanakert chiedendo risposte.

La situazione è restata tesa tutta la notte e i manifestanti si sono avvicinati alle porte del palazzo dell’Assemblea nazionale. I manifestanti chiedono alla Russia di rispettare gli accordi volti a garantire la sicurezza nel Corridoio di Lachin dall’aggressione dell’Azerbajgian.

Mentre nell’Artsakh era in corso la sessione parlamentare di emergenza. a Yerevan le forze di sicurezza hanno bloccato gli ingressi all’ambasciata russa per fermare i manifestanti tra cui figurano cittadini dell’Artsakh sfollati. I rinforzi hanno formato tre file e erano previsti ulteriori misure di sicurezza.

«Gli Armeni del Karabakh non si sono ancora integrati, ma stanno già rendendo i nostri standard giudiziari più liberali. 3 giovani Armeni che hanno commesso un reato secondo la nostra legge, passeranno solo 10 giorni in carcere perché si sono pentiti. I nostri prigionieri politici ora sono pieni di speranza» (Ilgar Mammadov, Presidente Fondatore del partito Respublikaçı Alternativ-REAL [Ideologia: Nazionalliberalismo, Secolarismo, Repubblicanesimo, Democrazia liberale, Europeismo. Posizione politica: da centro a centrodestra]).

La parte divertente di questo post su Twitter è che Ilgar Mammadov non sta nemmeno scherzando. A prima vista, ogni suo tweet sembra satira da un profilo fake, ma poi ti rendi conto che non lo è.

I propagandisti azerbajgiani per la guerra genocida della loro dittatura contro gli Armeni hanno subito un tale lavaggio del cervello da parte del loro regime orwelliano che non vedono nemmeno quanto sia autocompiacimento vantarsi di come trattano bene i “nostri prigionieri politici”.

«Rimango seriamente preoccupata per la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh e ribadisco il mio appello a ripristinare la libera circolazione lungo il Corridoio di Lachin e a garantire la consegna rapida e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria nel Nagorno-Karabakh» (Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja_Mijatovic [Istituzione indipendente e non giudiziaria che promuove i diritti umani in Europa]).

Da “preoccupata” a “molto preoccupata” ad ora “seriamente preoccupata”. Ma non abbastanza preoccupato per FARE qualcosa. Quando tutta questa preoccupazione dal 2021 porterà all’unica cosa che funziona nel 2023: delle AZIONI, iniziando con le SANZIONI (c’è soltanto una lettera di differenza)?
Poi, continuare con la narrazione di “ambedue i lati”, mettendo l’Azerbajgian e l’Armenia (l’aggressore e l’aggredito), sullo stesso piano, stimola soltanto l’aggressore a continuare con le sue azioni.
Infine, stiamo aspettando con trepidazione che il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa (con elmetto e giubbotto anti-proiettili) arrivi a Stepanakert per comunicare al Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh che è “seriamente preoccupata”. Possiamo anche anticipare la risposta: “Davvero?”.
Se invece portasse con sé i (fra poco più di 30) camion con gli aiuti umanitari dall’Armenia e dalla Francia bloccati da più di un mese a Kornidzor, verrebbe pure ringraziata. Meglio ancora se portasse con sé altri 30 camion da parte del Consiglio d’Europa. In questo caso in Artsakh farebbero segno di iniziare a credere che fu “preoccupata” fino a “seriamente preoccupata”.
Senno, grazie lo stesso, buona sera e a rivederci.

Consiglio d’Europa
Commissario per i Diritti Umani
Dichiarazione
Ripristinare la libera circolazione lungo il corridoio Lachin e garantire la consegna rapida e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria nel Nagorno-Karabakh
Strasburgo, 28 agosto 2023

“Rimango seriamente preoccupato per la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh e per i diritti umani della sua popolazione a seguito del blocco della strada che attraversa il Corridoio di Lachin dal dicembre 2022. Ribadisco l’appello che avevo lanciato allora a ripristinare la libera circolazione lungo quella strada”, ha affermato oggi il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović.
“Nonostante i miei appelli e quelli di numerosi altri attori internazionali, secondo quanto riferito, la situazione umanitaria e dei diritti umani nell’area si è ulteriormente deteriorata, colpendo in particolare i più vulnerabili, a causa della prolungata interruzione della circolazione delle persone e dell’accesso alle forniture alimentari e alle cure mediche urgenti. cura. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), che per il momento è l’unica organizzazione umanitaria internazionale che opera lungo il Corridoio di Lachin, ha segnalato che la popolazione si trova ad affrontare la mancanza di medicinali e di beni di prima necessità salvavita.
Le parti interessate dovrebbero trovare immediatamente una soluzione per evitare qualsiasi ulteriore deterioramento della situazione molto pericolosa che la popolazione locale sta affrontando e garantire un passaggio sicuro e libero a coloro che forniscono assistenza umanitaria e a coloro che garantiscono la protezione dei diritti umani. Come indicato nel mio Memorandum del 2021, Armenia e Azerbaigian dovrebbero compiere sforzi per avanzare sulla via della riconciliazione e garantire una pace duratura per tutte le persone.
Confermo il mio impegno e la mia disponibilità a dialogare con tutti gli interlocutori rilevanti e a recarmi nel Nagorno-Karabakh per contribuire a superare le sfide esistenti in materia di diritti umani”.

Il Presidente francese Emmanuel Macron alla Conferenza degli Ambasciatori: «Noi richiediamo il pieno rispetto del Corridoio umanitario di Lachin e ci impegniamo a intraprendere una nuova iniziativa diplomatica in questo senso sul piano internazionale per accrescere la pressione».
Encomiabile, però sarebbe ora che iniziasse a capire che tutti questi impegni per quasi 9 mesi non hanno riscontrato nessun risultato. Aliyev l’ha detto in chiare lettere che ascolta “educatamente” e cestina. E l’ha pure dimostrato, facendo “accrescere la pressione” sull’Artsakh.

«Se i bambini sono felici, il mondo è felice. Lachin è stato testimone della felicità più innocente del mondo in questi giorni. I bambini tornarono nelle terre dei loro antenati. Non hanno visto Lachin se non nella fantasia portata dai ricordi delle loro famiglie. Oggi sono qui e rimarranno qui per sempre. Il futuro di Zangezur Orientale e Garabagh, compreso Lachin, è nelle loro mani. La felicità di oggi è foriera di bellissimi giorni a venire in Azerbaigian».

Aliyev ha messo in scena uno spudorato video di propaganda con un bambino a Berdzor (Lachin), città che è nelle mani delle forze armate dell’Azerbajgian, mentre il mondo lo condanna per aver negato cibo, assistenza medica, riscaldamento, elettricità e istruzione a 30.000 bambini Armeni nell’Artsakh.

Nel maggio 1992, nel corso della guerra del Nagorno-Karabakh, l’Esercito di difesa del Nagorno-Karabakh, dopo aver liberato Shushi nel corso della battaglia dell’8 maggio, liberò Berdzor (Lachın) e l’omonimo corridoio.
Berdzor (Lachin) faceva parte della provincia di Kashatagh dell’Artsakh. Era passato sotto il controllo delle forze di mantenimento della pace russe in seguito all’accordo di cessate il fuoco trilaterale del 9 novembre 2023 che ha posto fine alla guerra dei 44 giorni di fine 2020. Berdzor (Lachin) e i villaggi di Sus e Aghavno (Zabukh) sono stati trasferiti sotto il controllo dell’Azerbajgian il 26 agosto 2022.

Foto di Liana Margaryan, giornalista freelance di Artsakh.
Foto di Liana Margaryan, giornalista freelance di Artsakh.

«Testimonianza della disumanità. L’ONU è stato testimone inconcepibile della disumanità dell’Azerbajgian, della meccanica immorale della schiavitù, della fame degli Armeni, dei 260 giorni del #ArtsakhBlockade, dell’esercizio del controllo di tipo proprietario-di-schiavi su 120.000 persone. La fame è la compagna dei bambini armeni. VERGOGNA sull’ONU» (Garo Ghazarian).

Dopo quasi 9 mesi di #ArtsakhBlockade, la BBC ha aggiornato la sua pagina “Profilo del Nagorno-Karabakh” per aggiungere informazioni (annacquate… “Armenia sostiene” e “Baku insiste”) sul blocco, sposando nel contempo la proposta genocida azera della “strada di Aghdam”, respinta pure dall’Unione Europea come alternativa all’aperture senza ostacoli per persone, veicoli e merci. La BBC, confondendo l’aggressore con l’aggredito, è complice nel genocidio armeno 2023: «2022-23 – L’Armenia sostiene che il blocco azero sul Corridoio di Lachin ha portato a una crisi umanitaria all’interno del territorio. Baku insiste che la strada Lachin dovrebbe essere aperta ai civili, mentre le consegne di merci dovrebbero passare attraverso la strada Agdam-Xankandi/Stephanakert».

«QUESTA è la nuova eredità di Imagine Dragons e Dan Reynolds che nascondano i crimini contro l’umanità dell’Azerbajgian e facilitano il genocidio armeno 2023» (Vic Gerami, giornalista, presentatore di “The Blunt Post con Vic @KPFK 90.7 FM e regista/scrittore/produttore del documentario lungometraggio “Motherland” (Madre Patria).

#ArtsakhBlockade. Gli “Imagine Dragons” a Baku. La petizione per chiedergli di cancellare il concerto – 14 agosto 2023

L’Azerbajgian riceve la delegazione militare guidata dal Capo di stato generale maggiore della Turchia per discutere dei legami bilaterali. Il Ministro della Difesa azero ha parlato del successo nell’adattare il modello militare azero a quello della sua controparte turca.

Non dimentichiamo che la Turchia è un membro della NATO e che anche la NATO e l’Italia hanno accordi di cooperazione e formazione militare con l’Azerbajgian.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO
NON DOBBIAMO SPERARE CHE VENGA DAGLI UOMINI,
QUELLO CHE SOLO IL SIGNORE POTREBBE DARCI

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]