260° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Non ci vuole tutta questa intelligenza o tre lauree per capire cosa sta succedendo (Korazym 28.08.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 28.08.2023 – Vik van Brantegem] – Mai avrei pensato nei primi giorni di arrivare al giorno 260° – vuol dire che sono un ottimista – ma presto avevo capito che lo psicopatico di Baku faceva sul serio. L’aveva detto per decenni e il 27 settembre 2020 l’ha mostrato e poi l’ho ripetuto con ogni esternazione e con ogni atto e azione. Se il mondo non lo fermerà, lui ha intenzione di fermare il mondo civilizzato, come avevano intenzione di fare Stalin, Hitler, Mao, Pol Pot, ecc. Non ci vuole tutta questa intelligenza o tre lauree per capirlo.
È difficile sopravvalutare questa frase del The Azeri Times, medium statale azero. Il genocidio armeno è accettato come un fatto in ogni Paese al di fuori dell’Azerbaigian e della Turchia. Il dibattito sull’argomento è praticamente finito. Il fatto che la narrazione sia andata nella direzione opposta in Azerbajgian e Turchia li isola dal resto del mondo. Alcuni “ignoranti ostinati” (“ignorante” non è una parola offensiva, indica qualcuno che ignora; “ostinato” indica invece qualcuno che si ostina a non riconoscere verità e giustizia), ovvero i negazionisti del genocidio armeno, sembrano ad aver difficoltà a comprendere la connessione tra la negazione del genocidio e il #ArtsakhBlockade. Nessuna sorpresa qui, perché la negazione vuol dire: “Va bene uccidere centinaia di migliaia di persone (se non milioni) a causa della loro etnia, non c’è niente di sbagliato nello stuprare donne, uomini e bambini, va bene confiscare le loro proprietà e i loro conti bancari. Lo rifaremo quando le condizioni saranno mature”.
Dal momento che sono troppo pigri per “pensare” e grazie al livello di lavaggio del cervello a cui sono stati sottoposti dalla macchina di propaganda di Aliyev, non hanno idea del significato della negazione e del fatto che sia una fase determinante di un genocidio.
Infine, la società azera non si pone neanche la domanda perché il loro fratello maggiore (due nazioni, un fascismo) abbia aiutato l’Azerbajgian nella guerra dei 44 giorni contro l’Artsakh e perché lo sostiene con armi, formazione e assistenza militare (è accertato che l’esercito dell’Azerbajgian non sapeva come utilizzare i drone turchi, che son stati operati da militari turchi che successivamente hanno istruito l’esercito azero).
«Cos’è questa se non una catastrofe? Capite che le persone non hanno cibo da mangiare? (Personalmente non riesco a comprare un solo pagnotta di pane da 4/5 giorni). Questa è semplicemente una prigione a cielo aperto. Probabilmente in prigione si nutrano tre volte al giorno a differenza del Nagorno-Karabakh» (Marut Vanyan, giornalista freelance di Artsakh – Email).
In chiara violazione del diritto alla libertà di parola e con un passo contro la democrazia, Facebook ha cancellato il profilo del Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan dopo le denunce del governo dell’Azerbaigian
Dopo aver tagliato il cavo in fibre ottiche per ostacolare l’accesso a Internet, Aliyev ha bloccato anche la presenza su Facebook del Presidente della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh, Arayik Harutyunyan. Il 26 agosto 2023, la pagina Facebook ufficiale di Harutyunyan è stata oscurata a seguito delle persistenti denunce da parte dell’Azerbajgian, ha riferito il Dipartimento di informazione dell’Ufficio del Presidente dell’Artsakh. Per mesi sono stati presentati reclami contro la pagina, a seguito dei quali sono state gradualmente imposte forti restrizioni alla pagina sotto forma di diminuzione della visibilità dei post e del blocco di varie funzioni. A seguito di recenti reclami, dal 26 agosto la pagina non è più raggiungibile. I responsabili della pagina hanno presentato il reclamo a Facebook secondo le procedure stabilite, chiedendo le motivazioni per la decisione di oscurare la pagina, che contava 459.000 follower ed è stata determinante nel garantire la trasparenza delle attività del Presidente dell’Artsakh.
Lo Staff del Presidente dell’Artsakh ritiene inaccettabile la decisione di Facebook, soprattutto nelle attuali difficili condizioni, in cui l’Azerbajgian sottopone il popolo dell’Artsakh all’isolamento e al blocco assoluto, anche nel campo dell’informazione.
Il fatto che i giganti dei media favoriscano gli affari con regimi autoritari rispetto ai diritti umani non è una novità, ma considerando il #ArtsakhBlockade in corso, la decisione di Meta può essere visto come un crimine di complicità nel genocidio, fornendo sostegno diretto al regime autocratico di Baku in questo crimine.
E non venire a ripetere che Meta è una società privata e – “quindi” – può fare quello che vuole, fino a censurare. Si tratta di un’affermazione fallace e non merita neanche una risposta. Chi lo dice dimostra di ignorare in che mondo viviamo.
Dopo la recita dell’Angelus Domini con i pellegrini in Piazza San Pietro ieri, Papa Francesco ha detto: «Restiamo sempre vicini anche al popolo ucraino, che soffre per la guerra, e soffre tanto: non dimentichiamo l’Ucraina!» Continuiamo con fiducia e speranza attendere che il Papa si accorge del popolo armeno dell’Artsakh che soffre per la guerra, soffre tanto, per dimostrare di non dimenticare l’Artsakh.
Domenica nella cattedrale della Santa Madre di Dio della Chiesa Apostolica Armena a Stepanakert (Foto di Marut Vanyan, giornalista freelance di Artsakh – Email mailto:marutvanyan@gmail.com).
L’insediamento illegale nel villaggio di Talish con coloni azeri da parte dell’Azerbajgian dopo la pulizia etnica dalla popolazione armena nel 2020 è un vivido esempio di come l’Azerbajgian vede l’integrazione. “Integrano” i territori dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh in Azerbajgian, non la popolazione armena.
«Khankendi, 25.08.23. Un bel matrimonio degli Armeni del Karabakh Liana e Suren ieri in un ristorante con numerosi ospiti, tavole apparecchiate e musica. Sono disponibili cibo, elettricità e carburante. Non c’è fame, né crisi umanitaria» (un troll abituale su Twitter – con filmati e foto di gente che balla e posta foto, senza ombra di cibo, senza indicazione di data e luogo).
Il livello delle falsità diffuse dai “diplomatici” e troll turco-azeri sul libro paga di Ilham Aliyev mostra più immaginazione del miglior romanzo di fiction scritto da un autore rinomato. Diffondere una narrativa menzognera e di disinformazione è la strategia del regime autocratico di Aliyev dell’Azerbajgian.
«Insieme a medicine, latte artificiale, zucchero, sale, prodotti per l’igiene e altri elementi essenziali, i genitori sono alla ricerca di articoli di cancelleria e vestiti scolastici. Questi sono gli scaffali vuoti in una delle più grandi librerie di Stepanakert. #ArtsakhBlockade, giorno 259» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).
«I sacchetti di polietilene si stanno asciugando. Nell’Artsakh, le persone lavano e riutilizzano gli oggetti usa e getta» (Irina Hayrapetyan (giornalista della Repubblica Invisibile).
«Giorno 259 dell’assedio del Nagorno-Karabakh/Artsakh. Fila notturna per il pane a Stepanakert. Le persone sono così stanche che si sdraiano per terra. Non è possibile trovare alcun cibo vitale in città. Questa è semplicemente una situazione insopportabile che ci è apparsa. Inferno…» (Marut Vanyan, giornalista freelance di Artsakh – Email).
«La fila per il pane, iniziata di notte, non è ancora finita. E molte persone non riusciranno a comprare oggi il pane che è limitato. La popolazione dell’Artsakh/Nagorno Karabakh sta morendo di fame a causa della politica genocida dell’Azerbajgian e con il consenso della comunità internazionale» (Vahagn Khachatryan, giornalista di Artsakh).
Fila per il pane a Stepanakert (Foto di Liana Margaryan, giornalista freelance di Artsakh).
Nell’Artsakh, le persone stanno in fila per il pane non per ore, ma per giorni
Lo ha detto Mary Asatryan, Assistente del Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh, in una conversazione con Sputnik Armenia. «Le persone fanno la fila e trascorrono sia la notte che il giorno in fila. Le persone passano l’intera giornata a risolvere il problema del pane», ha detto Asatryan.
Asatryan ha anche detto che ci sono anche casi in cui i genitori mandano a fare la fila per il pane loro figli, che dormono per strada. E gli anziani molto spesso proprio non ce la fanno, svengono.
L’Assistente del Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh ha anche detto che le scorte di farina nell’Artsakh sono praticamente finite e che ora le autorità locali stanno cercando di organizzare il raccolto estivo, essiccarlo e macinarlo per fare il pane.
«Anche le interruzioni di corrente influiscono sul lavoro dei panifici. Abbiamo elettricità per 6 ore al giorno, il che non è sufficiente per produrre del pane a sufficienza per le persone. Nel caso degli asili nido, a motivo della stagionalità, è ancora possibile procurarsi frutta e verdura dai villaggi e fornirle ai bambini piccoli», ha sottolineato Asatryan.
Ha anche ricordato che non sempre è possibile raccogliere il nuovo raccolto di grano, perché gli Azeri sparano in modo mirato sulle macchine da raccolta e sugli abitanti dei villaggi.
In risposta alla domanda dell’agenzia di stampa Artsakhpress, il Fondo di sostegno ai villaggi e all’agricoltura della Repubblica di Artsakh ha smentito le voci, secondo cui la farina non verrebbe più fornita ai panifici nei prossimi tre giorni. Il Fondo ha assicurato che nonostante vi siano diversi problemi legati all’organizzazione del raccolto, ad ottenere il volume di grano necessario, al funzionamento dei mulini e alla disponibilità di combustibile, nei prossimi giorni sarà possibile mantenere stabile almeno al livello degli ultimi giorni l’approvvigionamento di farina e del volume di produzione del pane. «Giornalmente vengono raccolte le scorte di grano e la farina risultante viene inviata direttamente ai panificati, secondo le possibilità. Attualmente a Stepanakert viene fornita ai panifici farina pari al 70% della domanda di pane”, ha dichiarato il Fondo.
Il Ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Artsakh ha informato che il governo è pronto a raccogliere il raccolto di grano, esortando i proprietari dei terreni di collaborare al processo di fornitura del pane ai connazionali e che il governo è pronto ad acquistare il grano raccolto al prezzo di mercato, indipendentemente da la quantità: «Esortiamo i capi delle comunità a raccogliere e completare le informazioni sulle scorte di grano nelle loro comunità e a presentarle al Ministero dell’Agricoltura in modo che il governo possa organizzare la questione del trasporto del grano il prima possibile. Cari leader comunitari, vi preghiamo di mostrare la massima collaborazione, coerenza e responsabilità nel risolvere il problema, contribuendo ad alleviare in una certa misura la crisi del pane», si legge nella nota rilasciata dal Ministero dell’Agricoltura.
Le autorità competenti dell’Artsakh fanno continuamente tutti gli sforzi per soddisfare, almeno parzialmente, il bisogno di pane della popolazione, date le limitate riserve di grano e di carburante, sia a Stepanakert che nelle regione, si legge nella nota.
Tra sabato e domenica sono stati terminati i preparativi per la vendita equa di determinati prodotti per alcuni gruppi sociali di Stepanakert, che inizierà oggi. Lo ha scritto il Ministro di Stato della Repubblica di Artsakh, Gurgen Nersisyan, sulla sua pagina Facebook: «Negli ultimi giorni il governo ha svolto alcuni lavori preparatori per organizzare la distribuzione di prodotti a base di carne, patate e cereali ai rappresentanti di diversi gruppi sociali di Stepanakert (anziani, disabili, sfollati, madri single, famiglie con tanti bambini, ecc.) dalla prossima settimana. Un ulteriore comunicato chiarificatore verrà rilasciato dagli organi competenti in merito alla procedura».
Secondo informazioni provenienti da diverse fonti, non confermate, ci sono indicazioni di un cambio di comando all’interno del contingente di mantenimento della pace russo nell’Artsakh. Sondo gli stessi fonti, il Colonello Generale Aleksander Lentsov ha lasciato già l’Artsakh e il nome del nuovo comandante dovrebbe essere reso noto presto. «Gli obiettivi sono passati di male in peggio e ciò richiede una maggiore incompetenza da parte del fronte ucraino impegnando gli avanzi» (Cit.).
«Vediamo come risponderà la Russia alla richiesta del Nagorno-Karabakh di organizzare un incontro con l’Azerbajgian. Stepanakert si aspetta che Mosca organizzi un incontro con Baku in un luogo neutrale e sicuro. Gurgen Nersisyan, Ministro di Stato del Nagorno-Karabakh, si è rivolto alla Russia con una “proposta-richiesta per organizzare un incontro con l’Azerbajgian sul tema della catastrofica situazione umanitaria”.
Nersisyan ha affermato che nessuno può garantire la sicurezza fisica della popolazione dell’Artsakh nel territorio dell’Azerbaigian. “L’incontro può svolgersi nel luogo in cui si trovano le forze di pace russe o in qualsiasi altro luogo sicuro con la partecipazione di terzi, che garantiranno la costruttività della discussione e l’inviolabilità degli accordi”, ha detto Nersisyan. Il responsabile del governo del Nagorno-Karabakh ha detto che le decisioni verranno prese dopo l’incontro con l’Azerbajgian.
Secondo le mie informazioni, il Nagorno-Karabakh è costretto a rivolgersi alla Russia dopo che Baku e Mosca hanno ostacolato l’incontro tra Karabakh e Azerbaigian che l’Occidente stava cercando di organizzare. Sicuramente la proposta occidentale sarebbe più vantaggiosa per il Nagorno-Karabakh, perché l’incontro verrebbe organizzato in un Paese neutrale e dovrebbero essere presenti mediatori internazionali. Gli Stati Uniti sono stati due volte molto vicini all’organizzazione di un incontro in un Paese neutrale (Sofia, Bucarest), ma la distruttività e il massimalismo dell’Azerbajgian hanno ostacolato gli sforzi occidentali.
L’Azerbajgian si è detto contrario alla presenza di osservatori internazionali, come diplomatici americani o europei, all’incontro Karabakh-Azerbajgian. Baku si offrì addirittura di pagare i servizi dell’hotel per il luogo dell’incontro. Penso che il Nagorno Karabakh non possa partecipare all’incontro con l’Azerbajgian senza osservatori internazionali.
È ovvio che durante un incontro faccia a faccia, l’Azerbajgian minaccerebbe di guerra il Nagorno-Karabakh e chiederebbe di accettare il programma di “reintegrazione” dell’Azerbajgian. Non sarebbe un negoziato, ma sarebbe un ricatto da parte dell’Azerbajgian.
E su quali basi Stepanakert doveva aspettarsi minacce di guerra da Baku? Il 1° marzo 2023 si è svolto un incontro Karabakh-Azerbajgian a Khojaly/Ivanyan del Nagorno-Karabakh, con la mediazione del comando di mantenimento della pace russo. In quell’incontro, l’Azerbajgian minacciò che ci sarebbero state dure operazioni militari se il piano azerbajgiano non fosse stato accettato.
Alcuni giorni dopo l’incontro del 1° marzo, l’Azerbajgian ha ucciso quattro poliziotti del Nagorno-Karabakh, ha conquistato le alture del Karabakh, ha istituito un posto di blocco illegale nel Corridoio di Lachin con l’aiuto dei Russi e ha vietato l’ingresso di beni umanitari nell’Artsakh.
Ora la situazione umanitaria in Karabakh è critica e ritardre l’incontro potrebbe avere conseguenze tragiche. Ecco perché Stepanakert è ora costretto a rivolgersi a Mosca. Se l’Occidente riuscisse a superare la pressione russo-azerbaigiana e ad organizzare un incontro, il Nagorno-Karabakh vi avrebbe partecipato.
L’altra parte che ha ostacolato l’incontro tra Karabakh e Azerbajgian alla presenza di mediatori internazionali in un Paese neutrale è la Russia. Mesi fa Mosca ufficiale ha diffuso una menzogna secondo cui avevano informazioni secondo cui gli USA stavano facendo pressioni sul Nagorno-Karabakh affinché si incontrasse con l’Azerbaigian in un Paese terzo. Stepanakert ha negato quella calunnia russa. Cosa risponderà oggi la Russia a Stepanakert?
C’è un’alta probabilità che la Russia offra nuovamente al Nagorno-Karabakh un incontro con i rappresentanti di Baku nelle città azere di Yevlakh o Barda. La Russia ha già fatto un’offerta del genere l’ultima volta. Tuttavia, Artsakh ha rifiutato di incontrarsi a Yevlakh dopo il rapimento di Vagif Khachatryan da parte dell’Azerbajgian. C’è il grosso rischio che questa volta la Russia offra un incontro in qualche città dell’Azerbaigian, promettendo alcune garanzie di sicurezza. Penso però che la Russia non soddisferà l’altra richiesta del Nagorno-Karabakh, ovvero il coinvolgimento di mediatori internazionali. La Russia proporrà la presenza della forza di mantenimento della pace russe all’incontro. Tuttavia, l’Azerbajgian ha rapito Vagif Khachatryan al checkpoint nel Corridoio di Lachin in presenza delle forze di mantenimento della pace russe. I Russi non possono garantire la sicurezza della delegazione del Nagorno-Karabakh in Azerbajgian.
Finora la Russia non ha risposto alla richiesta del Nagorno-Karabakh» (Robert Ananyan – Nostra traduzione italiana dall’inglese).
Gli esami forensi hanno confermato la morte di Prigozhin durante l’incidente aereo
Il comitato investigativo russo ha annunciato che sono stati identificati tutti i passeggeri morti nello schianto dell’aereo Embraer-135 nella regione di Tver, compreso Yevgeny Prigozhin, il capo della compagnia militare privata Wagner. Secondo i risultati degli esami del comitato investigativo russo, l’identità di tutte e dieci le persone morte è stata rivelata, corrispondondente all’elenco dei passeggeri del volo, con l’aggiunta dei tre membri dell’equipaggio.
Segnaliamo
– Betty Arslanian: “La cuestión de la defensa de Artsakh sigue siendo la línea roja para la sociedad armenia” di Angelo Nero – Nuervarevolucion.es, 27 agosto 2023 [QUI]
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI