182° giorno del #ArtsakhBlockade. Il prezzo del silenzio. Nelle montagne del Nagorno-Karabakh, una delle comunità cristiane più antiche del mondo rischia il genocidio (Korazym 11.06.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 11.06.2023 – Vik van Brantegem] – L’autocrazia dell’Azerbajgian e lo status non riconosciuto della autoproclamata Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh rendono la regione vulnerabile e costringono i Cristiani Armeni a vivere nell’incertezza riguardo al proprio futuro. Alza la voce per gli Armeni sotto assedio, per prevenire un altro genocidio armeno. La minaccia di guerra e occupazione si estende anche oltre il Nagorno-Karabakh; i residenti di Yerevan condividono preoccupazioni simili, poiché Baku afferma che anche la capitale armena era un tempo territorio azero.
In una piccola regione chiamata Nagorno-Karabakh, 120mila Cristiani Armeni sono sotto assedio dal 12 dicembre 2022. Non hanno gas e poca elettricità, e cibo e medicine stanno in quantità non sufficienti. Gli agricoltori che cercano di coltivare cibo vengono colpiti dai cecchini azeri. L’autocrazia dell’Azerbajgian vuole cacciare dalla loro patria i Cristiani Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Il 12 dicembre 2022 l’Azerbajgian ha chiuso l’unica strada che collega l’Artsakh/Nagorno-Karabakh con la Repubblica di Armenia e da lì al resto del mondo. Il resto della regione che rimane ancora libera è totalmente circondato dall’esercito dell’Azerbaigian. Fatta eccezione per i trasporti occasionali del Comitato Internazionale della Croce Rossa o delle forze di mantenimento della pace russe, nessuno può andarsene e nessuno può esportare o importare qualcosa.
I gruppi per i diritti umani hanno emesso un avviso di genocidio per gli Armeni Cristiani dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh [QUI].
La minaccia
Sulla base dei confini tracciati dall’Unione Sovietica nel 1921, l’Azerbajgian rivendica il Nagorno-Karabakh come proprio territorio. In una guerra che seguì la disgregazione dell’Unione Sovietica, gli Armeni del Nagorno-Karabakh ottennero l’indipendenza e divennero una repubblica libera, anche se non riconosciuta dal mondo. Ma l’Azerbajgian non ha mai rinunciato al suo obiettivo di conquistare il territorio. Da allora, l’autocrazia degli Aliyev dell’Azerbajgian si è arricchita immensamente grazie ai profitti petroliferi e ha investito decine di miliardi in armi. Tre anni fa, l’Azerbajgian e il suo alleato, la Turchia, hanno lanciato una nuova guerra per conquistare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh e annientare i Cristiani Armeni che vi abitano. Hanno ucciso migliaia di soldati, bombardato aree civili e costretto decine di migliaia di persone a fuggire dalle loro case. I civili armeni catturati dietro le linee nemiche furono fucilati e decapitati. I loro assassini hanno filmato i loro crimini e li hanno caricati sui social media affinché il mondo li vedesse. La Russia ha posto fine all’invasione dell’Azerbajgian prima che potessero distruggere completamente gli Armeni. Ma dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Azerbajgian ha aumentato la sua aggressività. Nel settembre 2022 ha lanciato un massiccio attacco di due giorni contro la stessa Repubblica di Armenia. E a dicembre ha assediato l’Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’Azerbajgian ha sistematicamente distrutto ogni traccia di Armeni o di storia armena in tutti i territori che controlla. Il suo autocrate, Ilham Aliyev, usa regolarmente un linguaggio disumanizzante per descrivere gli armeni: “cani”, “topi”, “creature umanoidi”. Si è impegnato a “cacciarli dalle nostre terre”. Afferma che non solo il Karabakh, ma la maggior parte dell’Armenia sono “le nostre terre storiche” in cui “torneremo sicuramente”.
Se l’Azerbajgian prende il controllo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh, la comunità cristiana armena antica di 1.700 anni sarà distrutta per sempre. L’Armenia fu la prima nazione a convertirsi al cristianesimo, nel 301 d.C. Nella loro lunga storia, i Cristiani Armeni sono sopravvissuti a molte ondate di persecuzione. Furono conquistati e riconquistati dagli imperi persiano, islamico, turco e russo. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’impero ottomano islamico annientò un milione e mezzo di Cristiani Armeni, un evento noto oggi come il genocidio armeno. Sotto il comunismo sovietico, ogni chiesa dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh fu chiusa e la maggior parte dei sacerdoti furono mandati nei Gulag.
Nonostante tutto, gli Armeni hanno conservato la loro fede e la loro identità Cristiana. Oggi è in atto un nuovo genocidio armeno. Starete zitti?
Breve cronistoria
1915-1923 – L’Impero ottomano e il suo stato successore, la Repubblica di Turchia, uccidono un milione e mezzo di Armeni nel genocidio armeno. Altre centinaia di migliaia vengono ridotti in schiavitù, costretti a convertirsi all’Islam o cacciati in esilio.
1918 – La Repubblica di Armenia dichiara l’indipendenza. Anche gli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh dichiarano la loro indipendenza. L’Impero ottomano invade la regione del Caucaso e contribuisce a creare la Repubblica di Azerbajgian.
1920 – Le forze armate azere massacrano migliaia di Armeni nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh. L’Unione Sovietica conquista l’Armenia, l’Azerbajgian e l’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
1921 – Joseph Stalin, allora Commissario sovietico per le nazionalità, ridisegna i confini per collocare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh all’interno dell’Azerbajgian sovietico, contro le proteste della popolazione.
1988 – Gli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh iniziano una campagna per la loro libertà. L’Azerbajgian blocca la regione e inizia la pulizia etnica dei villaggi armeni.
1991 – Crolla l’Unione Sovietica; l’Azerbajgian, l’Armenia e l’Artskah/Nagorno-Karabakh dichiarano la loro indipendenza. L’Azerbajgian assedia e bombarda la città armena di Stepanakert nel Artsakh/Nagorno-Karabakh.
1992-1994 – Una guerra tra Armenia e Azerbajgian per l’Artsakh/Nagorno-Karabakh termina con un cessate il fuoco e l’Artsakh/Nagorno-Karabakh diventa una repubblica libera (sebbene non riconosciuta come indipendente da nessun altro Paese).
2016 – L’Azerbajgian lancia una guerra per conquistare la Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh. Gli Armeni li respingono, ma non prima che gli Azeri occupino il villaggio di Talish e vi torturino e uccidano diversi Armeni anziani.
2020 – Il 27 settembre l’Azerbajgian lancia una nuova guerra per conquistare l’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Questa nuova offensiva dura 44 giorni e uccide oltre 7.000 soldati da entrambe le parti. Le forze azere commettono numerosi crimini di guerra contro gli Armeni, compreso il bombardamento con bombe a grappolo di aree civili popolate e l’esecuzione di ostaggi civili. Il 9 novembre 2020 la Russia impone un cessate il fuoco all’Azerbajgian. In base ai termini del cessate il fuoco, l’Armenia cede vaste aree di terra all’Azerbaigian, compresa la terra che collega l’Armenia all’Artsakh/Nagorno-Karabakh. Decine di migliaia di Armeni che vivono in questi territori evacuano le loro case. Agli Armeni dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh è rimasta un’unica strada, il Corridoio di Lachin, che li collega all’Armenia e da lì al resto del mondo.
2022 – Il 13 settembre l’Azerbajgian attacca la Repubblica di Armenia. Nei due giorni successivi, centinaia di Armeni vengono uccisi, tra cui sette soldati che vengono massacrati dopo essersi arresi, e una soldatessa che è stata violentata e smembrata dai soldati azeri.
2022 – Il 12 dicembre, l’Azerbajgian blocca il Corridoio di Lachin, iniziando un assedio finale dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh.
2023 – La Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ordina all’Azerbaigian di aprire il Corridoio di Lachin. L’ordine viene ignorato.
2024 – ?
Noi non staremo zitti. E voi?
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]