180° giorno del #ArtsakhBlockade. Forte determinazione da parte del popolo dell’Artsakh nonostante la crisi umanitaria (Korazym 09.06.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.06.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi sono 180 giorni che l’Azerbajgian procede con il criminale blocco dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh), provocando una crisi umanitaria nell’indifferenza internazionale. Solidarietà al popolo armeno e riconoscimento della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh!
Pashinyan all’incontro con Putin: la crisi umanitaria in Artsakh/Nagorno-Karabakh continua
Il Primo Ministro della Repubblica di Armenia, Nikol Pashinyan, ha avuto un incontro con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, a Sochi.
Putin: “Caro Nikol Vladimirovich, ci incontriamo regolarmente, sono molto felice di parlare ancora una volta dello stato attuale delle relazioni bilaterali e delle questioni regionali, di cui abbiamo discusso in dettaglio durante l’incontro precedente. Sono molto felice di vederti”.
Pashinyan: “Grazie caro Vladimir Vladimirovich. Prima di tutto voglio congratularmi con te per l’imminente Russia Day e augurare il meglio alla Federazione Russa. Sì, ci incontriamo regolarmente e discutiamo di una vasta gamma di questioni. Oggi noi si discuterà anche dell’agenda bilaterale e delle questioni regionali. Si discuterà anche della situazione in Nagorno-Karabakh, nella zona di responsabilità delle forze di mantenimento della pace russe. Purtroppo, la situazione umanitaria lì rimane tesa. Nel Nagorno-Karabakh mancano da diversi mesi gas ed elettricità, la situazione nel Corridoio di Lachin continua ad essere piuttosto tesa. A proposito, devo sottolineare che ora le forniture di cibo al Nagorno-Karabakh vengono effettuate con il supporto delle forze di mantenimento della pace russe. Si tratta di una quantità limitata di cibo. La crisi in Nagorno-Karabakh continua ed è anche una questione molto importante e sono sicuro che ne discuteremo oggi”.
Si è svolto anche l’incontro dei partecipanti alle sessioni del Consiglio intergovernativo eurasiatico e del Consiglio dei capi di governo dei Paesi della CSI con il Presidente della Federazione Russa.
180 giorni di blocco: questi i numeri della crisi umanitaria
Dopo 180 giorni del criminale e illegale blocco azero dell’Artsakh/Nagorno Karabakh, queste le statistiche diffuse oggi dall’Info Center di Stepanakert, nella traduzione italiana a cura di Iniziativa italiana per l’Artsakh:
- Circa 1.405 persone sono state private dell’opportunità di ricevere le cure mediche necessarie a causa della sospensione degli interventi chirurgici programmati in tutte le strutture mediche dell’Artsakh, aumentando di circa 15 casi negli ultimi 3 giorni.
- Ad oggi, 441 pazienti sono stati trasferiti dall’Artsakh in Armenia per ricevere adeguate cure mediche con la mediazione e l’accompagnamento del Comitato Internazionale della Croce Rossa. A causa degli ulteriori ostacoli azeri, le attività del CICR erano state sospese per quasi un mese, i trasferimenti sono stati ripristinati l’altro giorno. Poiché la Croce Rossa non dispone di un’ambulanza ed è in grado di trasportare i pazienti solo con un veicolo ordinario, non è possibile trasportare i pazienti che devono sdraiarsi perché l’Azerbajgian ha ostacolato il movimento delle ambulanze dell’Artsakh.
- Circa 3.900 persone, tra cui 550 bambini, sono state separate dalle loro case a causa del blocco, ma alcune sono già tornate a casa con l’assistenza della Croce Rossa e delle forze di mantenimento della pace russe.
- Nessun cittadino ha viaggiato liberamente lungo la strada Stepanakert-Goris (Corridoio Lachin/Kashatagh), e i casi di movimento bidirezionale di persone sono diminuiti di circa 207 volte, e solo con il supporto della Croce Rossa e delle forze di pace russe (invece di 441.000 persone in 180 giorni, ingressi e uscite 2.135. Negli ultimi 3 giorni si sono registrati solo 134 casi di ingresso e uscita di cittadini rientrati nelle proprie abitazioni accompagnati da operatori di pace o partiti per la Repubblica di Armenia per urgenti necessità umanitarie. Non un solo veicolo di cittadini dell’Artsakh è passato attraverso la strada bloccata e il movimento dei veicoli è stato quasi 59 volte inferiore a quello che avrebbe dovuto essere senza il blocco (invece di 165.600, 2.842 veicoli entrati e usciti in 180 giorni, e solo dalla Croce Rossa e forze di pace russe). Ciò significa che negli ultimi 3 giorni sono stati registrati solo 38 ingressi e uscite di veicoli.
- Circa 13 volte meno beni vitali sono stati importati dalla Croce Rossa e dalle forze di pace russe di quanto avrebbero dovuto essere senza il blocco (5.466 tonnellate invece di circa 72.000 tonnellate in 180 giorni, di cui solo 143 tonnellate negli ultimi 3 giorni).
- Durante il blocco, l’Azerbajgian ha interrotto completamente o parzialmente l’unica fornitura di gas all’Artsakh per un totale di 114 giorni e la fornitura di elettricità è stata completamente interrotta per 151 giorni. Ciò ha portato a blackout giornalieri e ulteriori arresti di emergenza, con la conseguente chiusura o riduzione delle operazioni di molte strutture.
- 860 soggetti imprenditoriali (il 20,1% del totale) hanno sospeso la propria attività a causa delle impossibili condizioni operative dovute al blocco, mentre i restanti operano parzialmente o con il sostegno dello Stato.
- Si stima che circa 10.900 persone (compresi i collocamenti temporanei sostenuti dallo stato e oltre il 50% dei lavoratori del settore privato) abbiano perso posti di lavoro e fonti di reddito a causa dell’impatto sull’economia del blocco e delle interruzioni di infrastrutture vitali.
- Sono stati interrotti i lavori di costruzione di 32,6 chilometri di strade, decine di chilometri di acquedotti, impianti di irrigazione per migliaia di ettari di terreno, 3.717 appartamenti e più di 40 infrastrutture sociali e industriali.
- Durante il blocco, l’economia della Repubblica di Artsakh ha subito una perdita di circa 342 milioni di dollari USA, portando a un calo dell’indice del PIL annuo previsto (903 milioni di dollari) di oltre il 38%.
Il trasferimento dell’Artsakh all’Azerbajgian rappresenta una grave minaccia di un nuovo genocidio armeno
«Dobbiamo proteggere il diritto divino del popolo dell’Artsakh all’autodeterminazione e a vivere in modo indipendente. Non riesco a immaginare che l’Artsakh possa far parte dell’Azerbajgian perché significherebbe un nuovo genocidio contro il popolo armeno e lo spopolamento del nostro popolo dell’Artsakh. E investiremo ogni sforzo, ogni lavoro per garantire il diritto del nostro popolo dell’Artsakh a vivere liberamente e in modo indipendente nel quadro delle norme e delle leggi internazionali» (Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo della Chiesa Apostolica Armena e Catholicos di tutti gli Armeni).
Propaganda e disinformazione dell’autocrazia azera – 1
Riportiamo quanto segue, ricordando che la città-castello armena Shushi dell’Artsakh fu liberata 30 anni fa, l’8 maggio 1992. Shushi è attualmente sotto l’occupazione azera attraverso crimini di guerra e crimini contro l’umanità come conseguenze naturali di una sistematica politica statale azera di armenofobia.
«Un’altra fossa comune è stata trovata nel territorio della prigione di Shusha [Shushi, città della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh occupata dalle forze armate dell’Azerbajgian). Si presume che i resti umani appartengano agli Azeri che furono tenuti in ostaggio a Shusha durante la prima guerra del Karabakh. Dal 2021 più di 400 resti umani sono stati scoperti da fosse comuni nei territori liberati di Azerbajgian [territori della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh occupati dalle forze armate dell’Azerbajgian]» (Rahman Mustafayev, Ambasciatore dell’Azerbajgian in Germania).
Accusare il proprio nemico delle proprie turpitudini è un’abitudine delle tirannie. Questo macabro montaggio dell’autocrazia di Aliyev sarebbe ridicolo se non fosse spregevole. I numerosi prigionieri politici che languiscono nelle carceri di Baku devono ridere a crepapelle.
Propaganda e disinformazione dell’autocrazia azera – 2
«In primo luogo, questo non è Monte Melkonian, ma suo fratello, Markar, che è un valoroso combattente per proprio merito, in una foto scattata nel 2000. In secondo luogo, mentre Seta Melkonian ha incontrato Monte quando aveva 15 anni in Libano, non si sono sposati fino al 1991, quando Seta aveva 28 anni» (Liana Margaryan).
L’Ambasciatore degli USA in Armenia ha visitato la regione di Suynik lungo il confine con l’Azerbajgian, tra cui il villaggio di Tegh, all’inizio del Corridoio di Lachin verso l’Artsakh/Nagorno-Karabkah, dove meno di un mese fa un grave attacco delle forze armate dell’Azerbajgian nei pressi del villaggio ha ucciso diverse militari armeni e azeri.
«Durante la mia visita nella provincia di Syunik, ho sentito parlare di preoccupazioni pervasive sulla sicurezza da parte di funzionari locali, società civile e residenti. Ho anche visto in prima persona la situazione tesa lungo il confine. Tutti meritano la sicurezza e la protezione che una pace giusta e duratura porterebbe» (Kristina A. Kvien, Ambasciatore degli USA in Armenia).
L’ennesimo agricoltore dell’Artskah finisce sotto tiro azero
Le forze azere hanno nuovamente violato il cessate il fuoco nell’Artsakh/Nagorno-Karabakh e hanno nuovamente preso di mira degli agricoltori, informano le autorità dell’Artsakh. Tra le 17:35 e le 20:30 di ieri 8 giugno 2023, l’esercito azero ha aperto il fuoco con armi leggere nelle direzioni est e nord della linea di contatto, ha comunicato in una nota l’Esercito di difesa dell’Artsakh. Intorno alle ore 18.20, l’esercito azero ha sparato contro un contadino che guidava un trattore mentre svolgeva lavori agricoli a Karvin. Il contadino è rimasto illeso.
«Il blocco dell’Artsakh ha reso evidente il nostro bisogno di sicurezza alimentare e di miglioramento dell’autosufficienza. L’aggiornamento delle serre è essenziale per aumentare la nostra efficienza e produttività. Un programma recentemente introdotto dall’agenzia “Noi siamo le nostre montagne” mira a migliorare l’agricoltura, garantire la sicurezza alimentare, preservare i posti di lavoro, creare nuove opportunità di lavoro e promuovere l’imprenditoria agricola nell’Artsakh. Il progetto segue un modello di partenariato pubblico-privato, con il Ministero dell’Agricoltura e il Fondo di sostegno rurale e agricolo della Repubblica di Artsakh come partner. I proprietari di serre con aree di 300 metri quadrati o più possono presentare domanda di partecipazione al programma presso la commissione del Ministero dell’Agricoltura» (Ruben Vardanyan, ex Ministro di Stato dell’Artsakh).
L’Azerbajgian fa uno sforzo particolare per non mostrare le forze di mantenimento della pace russe nei video
Negli ultimi giorni, un numero limitato di persone è stato trasportato dalla capitale della Repubblica di Artsakh, Stepanakert, in Armenia, accompagnato dalle forze di mantenimento della pace russe, e lo stesso numero di persone è tornato nell’Artsakh dall’Armenia. Il Difensore dei diritti umani della Repubblica di Artsakh, Gegham Stepanyan, lo ha riferito ad Alpha News, aggiungendo che circa 100 persone dell’Artsakh sono state trasportate in Armenia e circa altre 110 sono tornate nell’Artsakh.
Stepanyan ha spiegato che le forze di mantenimento della pace russe hanno accompagnato questi Armeni anche attraverso il checkpoint azero al ponte Hakari, nonostante il fatto che queste forze di mantenimento della pace russe non si vedano nei video azeri. «Penso che la parte azera faccia uno sforzo particolare per non mostrare le forze di mantenimento della pace russe nei video. Questo è a scopo di propaganda, per mostrare che, “vedi, la popolazione armena del Karabakh passa attraverso il checkpoint di Hakari senza una terza parte”. È chiaro che l’obiettivo degli Azeri è far vedere che non vi sia alcuna partecipazione della parte russa o della Croce Rossa a questo processo e che possano mostrare al mondo esterno che non vi è alcun problema e che il la cosiddetta “integrazione” sta funzionando», ha affermato Stepanyan. Ha aggiunto che diffondendo tali video, la parte azera mira a mostrare alla comunità internazionale che il suddetto checkpoint funziona normalmente e che è assicurata la libera circolazione delle persone attraverso il Corridoio di Lachin. «Inoltre, le riprese vengono effettuate senza il permesso delle persone, violando i diritti delle persone», ha affermato Stepanyan.
«L’Azerbajgian ha deliberatamente ostacolato il trasporto di pazienti medici [dall’Artsakh all’Armenia]; è stato fatto appositamente affinché i cittadini dell’Artsakh iniziassero a utilizzare il cosiddetto “check point”. Sono sicuro che non solo i pazienti medici, ma anche i rappresentanti della Croce Rossa, che dovrebbero avere libero accesso all’Artsakh, stanno passando oggi per un controllo passaporti», ha osservato Difensore dei Diritti Umani dell’Artsakh. «La cosa preoccupante è che i dati dei passaporti delle persone che sono prese di mira dall’Azerbajgian e sono dichiarate nemiche dell’Azerbajgian, sono a disposizione dell’Azerbajgian, il che aumenta le minacce alla sicurezza del popolo dell’Artsakh», ha sottolineato Stepanyan. Ad esempio, ci sono persone nella leadership militare e politica della Repubblica di Artsakh che sono incluse nei procedimenti penali azeri; quindi, secondo il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh, queste persone non possono utilizzare il checkpoint di Hakari, perché l’Azerbajgian non perderà l’occasione e potrebbe sequestrarli.
Una notizia che non farà felice Teheran
È arrivata ieri l’ufficializzazione della vendita da parte di Leonardo all’Azerbajgian di due aerei da trasporto C-27J, di cui abbiamo riferito il 4 giugno scorso [QUI].
Il contratto è stato siglato IERI in Italia durante la visita di una delegazione azera. La collaborazione tra i due stati nata dal settore energetico poi si è estesa ai profitti della Difesa, come abbiamo riferito. Le necessità di ammodernamento delle Forze Armate Azere hanno trovato il prodotto costruito da Leonardo quello che più faceva al caso per l’impiego che dovranno svolgere i due velivoli acquistati.
Alla firma del contratto di acquisto presenziavano i rappresentanti dei Ministri della Difesa Italiano e dell’Azerbajgian. C’è’ stato infatti un tavolo tecnico tra il nostro Ministero della Difesa e quello dell’Azerbajgian.
Si tratta una notizia che certamente non verrà ben accolta dall’Iran. Magari almeno Teheran difenda gli Armeni, anche se la ridicola giustificazione della preferenza italiana sull’Azerbajgian è che gli Armeni prendono armi dall’Iran. Gli Italiani sempre in soccorso del vincitore.
Azerbajgian acquista il velivolo da trasporto italiano Leonardo C-27J Spartan
Aviation Report, 8 giugno 2023
Si consolida la collaborazione commerciale fra Italia ed Azerbajgian che hanno firmato un contratto per la fornitura del velivolo da trasporto italiano Leonardo C-27J Spartan nell’ambito della visita di una delegazione Azera in Italia alla presenza di rappresentanti dei Ministri della Difesa dei due Paesi. Inizialmente legata ai settori energetici, la collaborazione tra Italia e Azerbaigian si estende anche ai prodotti dell’industria della Difesa grazie al prezioso contributo offerto dal gruppo di lavoro del Ministero della Difesa italiano.
Il programma di acquisto del Leonardo C-27J Spartan, velivolo da trasporto tattico che ha maturato una pluriennale esperienza nei più sfidanti scenari operativi, è stato perfezionato nell’ambito di un tavolo tecnico tra il Ministero della Difesa Italiano e la controparte Azera. L’intesa si inserisce nell’ambito dell’ampio programma di ammodernamento delle Forze Armate Azere che guardano con sempre maggiore interesse ai prodotti dell’industria italiana.
Impiegato nei contesti geografici, ambientali e operativi più sfidanti, il Leonardo C-27J Spartan è un velivolo in grado di svolgere diverse tipologie di missioni in ambito di difesa e di protezione civile. La vasta esperienza operativa accumulata presso varie Forze Aeree nel mondo lo rende il velivolo ideale per missioni di trasporto militare, aviolancio di paracadutisti e materiali, supporto tattico alle truppe nell’ultimo miglio”, operazioni dei corpi speciali, assistenza umanitaria e supporto alle popolazioni colpite da disastri ambientali.
Ampiamente riconosciuto come il più efficace velivolo da trasporto militare multiruolo nella sua classe dimensionale, il C-27J Next Generation adotta una nuova avionica e sviluppi aerodinamici per una maggiore efficienza e migliorate prestazioni operative. Impiegato nei più sfidanti contesti operativi, dalle altitudini delle Ande all’Afghanistan, il Leonardo C-27J Spartan Next Generation è equipaggiato con una nuova avionica dotata di un glass cockpit con 5 schermi multifunzione a colori, un radar per missioni di trasporto tattico e avanzati sistemi di comunicazione.
L’architettura di sistema assicura l’interoperabilità con altri velivoli da trasporto ed è facilmente integrabile con sistemi di rifornimento in volo, di autoprotezione, di comunicazione sicura e protezione balistica per operare in ambienti ad alto livello di minaccia, trasportando materiali, veicoli leggeri e personale, ovunque siano necessari. Il C-27J può operare in completa autonomia grazie all’ausilio di una APU (Auxiliary Power Unit).
Il C-27J vanta il più grande vano di carico nella sua categoria, capace di sostenere circa cinque tonnellate per metro quadrato e regolabile in altezza e inclinazione per semplificare le operazioni di carico e scarico. Con ratei record di discesa e salita (4.000 – 2.500 ft/min), è in grado di eseguire manovre tattiche a 3g ed è qualificato per effettuare decolli e atterraggi brevi (STOL) su piste innevate, sabbiose e non preparate.
Grazie a molteplici kit e sistemi di missione roll-on/roll-off facilmente installabili e trasportabili, il C-27J può essere rapidamente trasformato nella configurazione necessaria per lo svolgimento della missione operativa. Come “tactical airlifter”, l’ampia versatilità del velivolo si estende dal trasporto tattico di truppe e carichi, all’aviolancio di paracadutisti e materiali, dall’evacuazione medica sul campo di battaglia al trasporto VIP, dall’assistenza umanitaria e supporto in caso di disastri naturali fino a operazioni antincendio.
Il C-27J può essere configurato nelle versioni MPA (Maritime Patrol), ASW (Anti-Submarine Warfare) e C3ISR (Command-Control-Communications, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance). Il velivolo può essere dotato di radar di ricerca AESA (Active Electronically Scanned Array), sistemi elettro-ottici/infrarosso, e altri sensori specifici, essenziali per le missioni ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance), pattugliamento marittimo, lotta antisommergibile (ASW) e SIGINT (Signals Intelligence), supporto alle Forze Speciali e alle truppe a terra.
I sensori che equipaggiano il velivolo sono gestibili attraverso un sistema di missione pallettizzato, rapidamente rimovibile, che ne analizza i dati raccolti trasferendoli all’equipaggio in tempo reale. La configurazione Fire Fighter, dotata del sistema pallettizzato antincendio di seconda generazione MAFFS II (Modular Airborne Fire Fighting System) della United Aeronautical Corporation, leader mondiale di avanzati sistemi di applicazione aerea, migliora le capacità multi-missione del C-27J.
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]