175° giorno del #ArtsakhBlockade. Cara Giorgia Meloni, anche per gli Armeni valgono i “valori da cui dipendono idee come solidarietà, sussidiarietà, stato di diritto”? (Korazym 04.06.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.06.2023 – Vik van Brantegem] – «L’errore è credere che Aliyev si fermerà qui. Non ha rispettato la dichiarazione tripartita del 9 novembre 2020, non ha rispettato gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia che richiedevano la riapertura del Corridoio di Lachin» (Le Figaro). «Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici» (Martin Luther King Jr).
Non rimanete in silenzio, parlate per il popolo armeno dell’Artsakh, che vincolato dalla democrazia, dalla libertà e dalla resilienza, ha resistito e continuerà a resistere alla presa dell’autocrate dell’Azerbajgian. L’Artsakh democratico non può mai essere parte dell’autocratico Azerbajgian.
«I residenti di etnia armena della regione del Karabakh dell’Azerbajgian continuano a utilizzare il valico di frontiera azero a Lachin per viaggiare da e verso l’Armenia. Liberamente e in sicurezza. Non appena il regime armeno illegale di Khankendi revocherà il divieto di viaggio, più Armeni lo useranno quotidianamente» (Nasimi Aghaev, Ambasciatore dell’Azerbajgian in Germania). La rozza e falsa propaganda dell’autocrazia di Aliyev inganna solo chi accetta di essere ingannato. La realtà è che il blocco dell’Artsakh va avanti da quasi 6 mesi e il suo obiettivo è chiaro: la pulizia etnica degli Armeni.
Il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian continua a diffondere disinformazione. La dichiarazione secondo cui il 2-3 giugno 2023 le forze di difesa dell’Artsakh avrebbero aperto il fuoco in direzione delle postazioni azere situate nei territori occupati delle regioni di Askeran, Shushi, Martuni e Karvachar dell’Artsakh non corrisponde alla realtà.
L’Azerbajgian ha ora denunciato per 5 giorni di seguito presunte violazioni del cessate il fuoco e ha preso di mira le forze di difesa della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh che svolgono lavori di ingenieria su posizioni di difesa. Tutti la segnalazioni azere sono state confutate dalle autorità dell’Artsakh. Indipendentemente da ciò, un’altra situazione potrebbe svilupparsi lì. L’Azerbajgian sta preparando il terreno per un’aggressione non provocata contro l’Artsakh/Nagorno-Karabakh, conseguenza dell’impunità di un’autocrate per aver terrorizzato e tenuto in ostaggio 120.000 Armeni per 6 mesi con il #ArtsakhBlockade.
La Giornata internazionale per la protezione dei bambini, non sarebbe stato l’occasione propizia per la comunità italiana a mostrare qualche attenzione per la scuola cristiana Antonia Arslan a Stepanakert, la capitale della Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh? Questa scuola non merita la tutela internazionale e – visto la sua genesi – di un interesse specifico e fattivo del governo italiano, o no? Ricordiamo che gli Armeni dell’Artsakh hanno aperto la scuola Antonia Arslan per formare i giovani in collaborazione con l’Italia, l’anno scorso, ad un anno dalla guerra dei 44 giorni mossa da Azerbajgian e Turchia, per far ripartire l’Artsakh.
Pare che la risposta sia proprio no, impegnato come sono i ministri di Giorgia Meloni nei rapporti commerciali-militari e attaccato alla canna del gas. L’abbiamo appreso dalla lettura dell’articolo L’Azerbajgian farà felice Leonardo a firma di Chiara Rossi su Startmag del 1° giugno 2023 (che l’ha letto su Il Sole 24 Ore e AresDifesa), che riportiamo di seguito. Lettura consigliato a chi pensava che fosse solo una questione di gas (azero, ma in parte mischiato con quello russo per eludere le sanzioni EU).
Giorgia Meloni, nel suo intervento alla plenaria del summit della Comunità politica europea in Moldova il 1° giungo 2023 ha detto: «Europa non è solo un club, non è solo regole e interessi, ma soprattutto e prima di tutto una civiltà fondata sull’idea che gli uomini siano liberi e uguali, valori da cui dipendono idee come solidarietà, sussidiarietà, stato di diritto».
Dal Presidente del Consiglio dei ministri italiano stiamo aspettando un segno di coerenza a favore degli Armeni dell’Artsakh, che nel concreto, oltre le belle parole sui principi, non sono liberi e non sono uguali in questa “civiltà”, che non è fondata sui valori indicati da Meloni, ma sulle forniture militari e la canna del gas.
Dell’istituto professionale intitolata a Antonia Arslan a Stepanakert, Renato Farina scrisse su Tempi di febbraio 2022: «Eppure esiste una fiamma lucente. Antonia Arslan, grandissima scrittrice armena-italiana, lascia l’indirizzo del Molokano ad una amica americana, Siobhan Nash-Marshal. Essa mi inonda di centinaia di immagini di ragazzi festosi. C’è la guerra, rischiano di perdere tutto, e brilla una luce negli occhi, nei gesti. Fornisco solo due didascalie qui: “Complesso educativo italo-armeno intitolato ad Antonia Arslan a Stepanakert (in Artsakh)”. Artigiani Brianzoli e Veneti lavorano con Armeni dell’Artsakh”. Scrive maiuscolo i nomi dei popoli, all’uso americano. Ma a me pare tutto così maiuscolo, che mi commuove. Non c’è guerra che possa fermare la speranza. E mi suggerisce l’amica Giovanna Villa, 88 anni, che non smette di pregare dal suo letto di inferma: “L’indifferenza è peggio della violenza. Impariamo dal Vangelo, la parabola del Samaritano. Gesù non ha parole dure per chi ha ha rapinato il viandante, ma le ha contro chi aveva altro da fare, pensando ‘Te ghe de rangiass’ (tradotto dal brianzolo: arrangiati tu, che ho altro da fare)”. Lei ha gli stessi occhi di Gesù, come certe vecchie madri armene».
Abbiamo scritto il 20 gennaio 2023 su questo Blog dell’Editore di Antonia Arslan, che da anni sta promuovendo un programma di scambio culturale tra l’Artsakh e l’Italia, insieme alla fondazione Christians In Need Foundation (CINF), e dell’istituto professionale a Stepanakert intitolata a lei [QUI].
Tatev Zakaryan, il Direttore Generale della Fondazione del Complesso Educativo Armeno-Italiano Antonia Arslan, Director della CINF Artsakh e docente presso l’Università statale di Artsakh, ha postato sulla sua pagina Facebook un video, che offriamo alla visione (sopra). Commenta. «Ogni bambino, compresi quelli nati e residenti in Artsakh, ha il diritto inalienabile di vivere in una famiglia forte, in un Paese pacifico e sicuro… Una società che non ha figli lo paga a caro prezzo». Ci auguriamo che il messaggio arrivi al Presidente del Consiglio dei Ministri.
L’Azerbajgian farà felice Leonardo
di Chiara Rossi
Startmag, 1° giugno 2023
Secondo quanto rivela Il Sole 24 Ore, la prossima settimana una delegazione azera è in arrivo a Roma per firmare alcuni accordi, tra cui quello per la fornitura di due velivoli da trasporto militare multiruolo C-27J di Leonardo. “Dovrebbe, infatti, arrivare la settimana prossima in Italia una delegazione da Baku per la firma di alcuni accordi, tra cui, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, figurerebbe quello per la fornitura di due C-27J realizzati dal gruppo guidato da Roberto Cingolani” riferisce il quotidiano confindustriale.
I rapporti tra Baku e Roma sembrano più stretti che mai. “La sigla della commessa sarebbe il frutto del lungo ed efficace lavoro del tavolo tecnico tra il Ministero della Difesa italiano e la controparte azera che ha consentito di allargare i rapporti commerciali spostando il baricentro verso l’industria della difesa. Un baricentro che, come noto, è attualmente legato soprattutto all’energia” aggiunge Il Sole 24 Ore.
Senza dimenticare che lo scorso 18 febbraio l’ex ad di Leonardo, Alessandro Profumo, ha incontrato il Presidente della Repubblica di Azerbajgian, Ilham Aliyev, a margine della conferenza sulla Sicurezza di Monaco. In quell’occasione il capo dello Stato azero ha sottolineato che l’Italia è il partner più stretto dell’Azerbajgian nell’Unione Europea, aggiungendo che il suo paese attribuisce un peso particolare alla cooperazione con Leonardo.
Non va dimenticato tuttavia che l’Azerbajgian aveva già espresso interesse per il velivolo M-346 del colosso della difesa e aerospazio italiano (con una lettera d’intenti siglata tra Roma e Baku nel 2020), di cui, per ora, non si è saputo più nulla.
Come ricorda AresDifesa, “La cooperazione tra Baku e Leonardo è iniziata nel 2012 con l’accordo tra AugustaWestland e l’Azerbajgian Airlines per la fornitura di 10 elicotteri”.
Inoltre, nel 2017 Leonardo ha firmato a Baku un’intesa con SOCAR, la società petrolifera dell’Azerbajgian che guida la costruzione del gasdotto Southern Gas Corridor. Obiettivo dell’accordo era incrementare la sicurezza fisica e cyber delle infrastrutture per gli approvvigionamenti energetici e garantire maggiore efficienza alle attività della società azera.
Dopodiché, nel 2020 Roma e Baku hanno firmato la lettera d’intenti che ha aperto alle trattative con Leonardo per l’acquisizione del sistema di addestramento M-346.
L’interesse dell’Azerbajgian per il velivolo italiano risalirebbe al 2017, quando Leonardo mostrò al paese l’M-346 presso una base aerea locale. Già nel 2018 alcune fonti avevano annunciato la firma del contratto tra i due paesi, ma nessuna conferma ufficiale era mai arrivata. Né tantomeno una comunicazione ufficiale dell’acquisizione dei velivoli M-346 dopo la lettera d’intenti siglata ormai tre anni fa.
Nel frattempo, Leonardo ha continuato a ravvivare i rapporti con il Paese. A margine dell’incontro con il Presidente azero lo scorso febbraio, l’ex Ad di Leonardo Profumo aveva dichiarato di essere pronto a dare il suo contributo alla cooperazione Italia-Azerbajgian basata sulla partnership strategica tra i due Paesi. Profumo ha ribadito anche che la cooperazione con l’Azerbajgian è già presente in una varietà di campi e ha espresso interesse ad espandere ulteriormente la cooperazione nell’industria della difesa. Stessa volontà manifestata dal presidente Ilham Aliyev.
E ora, secondo Il Sole 24 Ore, l’Azerbajgian sarebbe interessato a due esemplari del velivolo C-27J Spartan.
Il C-27J è “considerato come la soluzione più efficace di trasporto militare multiruolo nella sua classe dimensionale ed è stato impiegato nei più sfidanti contesti operativi, dalle altitudini delle Ande fino all’Afghanistan” sottolinea Il Sole 24 Ore.
Diversi Paesi hanno ordinato il velivolo di Leonardo per le proprie forze armate tra cui la Slovenia (tramite accordo G2G), la Grecia, la Romania, la Bulgaria e gli Stati Uniti.
Proprio lo scorso marzo Leonardo e la Direzione degli Armamenti Aeronautici e per l’Aeronavigabilità (Armaereo) del Ministero della Difesa hanno firmato un contratto per un importante step di aggiornamento della flotta dei C-27J Spartan in dotazione all’Aeronautica Militare.
Oltre alla nostra AM anche l’Australia, la Romania e gli operatori statunitensi dello Spartan, US SOCOM e US Coast Guard, hanno scelto l’aggiornamento del C-27J.
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]