161° giorno del #ArtsakhBlockade. L’Armenia vuole la pace. L’Azerbajgian vuole l’Artsakh e l’Armenia, senza gli Armeni (Korazym 21.05.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 21.05.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi è il giorno 161 dell’assedio di Artsakh/Nagorno-Karabakh. 89 giorni dalla decisione della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite, che ordinava l’immediata revoca del blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin), L’AzerbaJgian disprezza i più alti organismi internazionali. «5 mesi di vergogna per la comunità internazionale per aver lasciato il despota dell’Azerbajgian a compiere questo lento genocidio» (Nara Matini). Oggi prevale la pulizia etica, che è il modello della dottrina nazionale turca. I parallelismi tra Ucraina e Artsakh saltano all’occhio, ma vengono a malapena notati e menzionati dai media durante la guerra di 44 giorni del 2020, il cessate il fuoco costantemente infranto e il #ArtsakhBlockade. L’Armenia vuole la pace. L’Azerbajgian vuole l’Artsakh e l’Armenia, senza gli Armeni. Aliyev non ne fa un mistero.
«In concomitanza con gli sforzi per stabilizzare la situazione nel Nagorno-Karabakh e al confine, è imperativo superare le sfide umanitarie, sbloccare i collegamenti di trasporto economici e concordare il linguaggio di un trattato di pace» (Sergej Lavrov, Ministro degli Esteri della Federazione Russa).
Gli Armeni hanno marciato ieri nel villaggio di Kornidzor (foto di copertina), comune di Tegh nella regione di Suynik, al confine tra Armenia e Artsakh, per esprimere solidarietà al popolo dell’Artsakh che è sotto blocco da oltre 5 mesi da parte dell’autocrazia guerrafondaia genocida armenofoba azera, chiedendo che il governo armeno non firmi alcun accordo di pace con Baku che riconosca l’Artsakh come parte dell’Azerbajgian. Artsakh è Armenia.
L’autocrazia dell’Azerbajgian è fortemente sostenuta dalla Turchia, che agisce secondo i sogni di Recep Tayyip Erdoğan di ricostruire l’Impero ottomano. L’autocrate azero, Ilham Aliyev, viene premiato per l’invasione dell’Armenia.
I risultati della missione conoscitiva della Tatoyan Foundation Center for Law and Justice nella comunità di Tegh in Syunik a seguito delle incursioni nel territorio sovrano dell’Armenia: sicurezza e vita normale delle persone distrutte, le persone private di pascoli e terre, l’Azerbajgian continua a delinquere. Un ringraziamento speciale agli avvocati internazionali Garo Ghazarian e Karnig Jerkonian. Un lavoro molto importante per mostrare l’aggressione dell’Azerbajgian e il suo impatto sulle comunità minacciate dell’Armenia.
Parco delle sculture di fronte al Museo Statale di Belle Arti di Shushi è stato completamente distrutto
Il parco delle sculture di fronte al Museo Statale di Belle Arti di Shushi, città dell’Artsakh occupata dall’Azerbajgian con la guerra di 44 giorni del 2020, è stato completamente distrutto, riporta Monument Watch.
Lo si può vedere chiaramente in un video della tv statale azera ITV [QUI] che mostra il Presidente dell’Azerbajgian, Ilham Aliyev, mentre partecipa l’11 maggio 2023 all’inaugurazione di una mostra fotografica dedicata a suo padre Heydar Aliyev nell’ex Museo Statale di Belle Arti di Shushi. Il filmato mostra chiaramente che le sculture poste all’ingresso del museo non ci sono più, né le opere esposte nelle sale del museo. La condizione e l’ubicazione di tutte le opere che compongono la collezione del Museo Statale di Belle Arti di Sushi rimangono sconosciute.
Monument Watch afferma che anche il parco delle sculture di artisti moderni nel cortile del Museo Statale di Belle Arti di Shushi è stato completamente rimosso, e anche il destino di queste opere rimane sconosciuto. Se n’è parlato già il 15 agosto 2021, grazie alle foto satellitari pubblicate da Caucasus Heritage Watch, a cui ha fatto riferimento il team del progetto “Monitoring of Artsakh cultural heritage” (la distruzione del “Parco delle sculture” dello Museo Statale delle Belle Arti di Shushi).
La distruzione del Museo Statale di Belle Arti di Shushi è un’altra manifestazione del vandalismo azero, che è una grave violazione di una serie di disposizioni delle convenzioni internazionali e degli impegni assunti dall’Azerbajgian. Ai sensi dell’articolo 4 della Convenzione di Den Haag del 1954 per la protezione dei beni culturali in tempo di conflitto armato, è vietato qualsiasi atto di vandalismo, furto, rapina, appropriazione indebita, ostilità e rappresaglia contro il patrimonio culturale. Secondo il primo Protocollo di Den Haag del 1954, è vietato distruggere valori culturali o spirituali nei territori occupati. Il Secondo Protocollo di Den Haag del 1999 ribadisce questo requisito e qualifica tale atto come un crimine internazionale ai sensi dell’articolo 15. La distruzione di valori culturali sono vietate anche da quattro convenzioni e protocolli internazionali sulla protezione delle vittime di guerra, leggi e costumi di guerra di Ginevra del 12 agosto 1949, nonché da pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite e trattati sui diritti umani.
Il contingente di mantenimento della pace della Russia in Artsakh riferisce sul proprio canale Telegram di aver distribuito, insieme all’ONG multinazionale “Siamo uniti”, nelle scuole aiuti umanitari ai bambini e alle loro famiglie bisognosi nella regione di Martakert [QUI].
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]